(foto diffusa da HOSTAGES AND MISSING FAMILIES FORUM)

pietà selettiva

Il pudore dei media sull'ebreo pelle e ossa che si scava la fossa nella catacomba di Gaza

Giulio Meotti

Mentre giornali e tv occidentali ignorano il dramma degli ostaggi israeliani nelle mani di Hamas, il silenzio sulle loro sofferenze svela doppi standard e ipocrisie nel racconto della tragedia a Gaza

Evyatar David è pelle e ossa, ha 24 anni e ne aveva 22 quando fu rapito 668 giorni fa da Hamas al festival musicale Nova. I principali media occidentali hanno dato poca o nessuna rilevanza al filmato diffuso da Hamas, in cui David si scava la fossa da solo in un tunnel di Gaza e l’altro ostaggio, Rom Braslavski, anche lui deperito, è inquadrato nel suo corpo avvizzito, mentre si contorce in agonia per la fame. I suoi carcerieri sembrano gioire della sua angoscia fisica e mentale. Due ostaggi murati vivi nelle catacombe di Gaza costruite coi fondi dell’Onu.

Il principale quotidiano israeliano, Yedioth Ahronoth, ha analizzato il doppio standard: “I media mondiali ignorano l’orrore dei video degli ostaggi, evidenziano la sofferenza di Gaza”. Il New York Times qualche giorno fa ha messo in prima pagina un bambino palestinese estremamente magro, Mohammed al Matouq, usato come simbolo di quella che il giornale chiama “fame di massa” a Gaza. Settimane dopo, il Times ha pubblicato una rettifica, riconoscendo che il bambino soffriva di una “rara malattia genetica”. Nessuna rettifica invece su Nbc, Guardian e Bbc. Nessuna foto di David o Braslavski in prima pagina del New York Times, nonostante l’immagine e la trama tragiche ne avrebbero fatto un titolo di apertura naturale. C’era, tuttavia, una foto di aiuti paracadutati a Gaza dalla Giordania. 

 

Come ha scritto il deputato democratico di New York Ritchie Torres, “il silenzio sulla deliberata fame degli ostaggi israeliani per mano di Hamas e del Jihad islamico è assordante quanto la sua ipocrisia”.  La Bbc ha menzionato il video degli ostaggi israeliani scheletrici solo brevemente. Il Guardian ha evidenziato le accuse di crimini di guerra israeliani a Gaza, mentre la sua homepage ha omesso qualsiasi riferimento ai video. Anche Sky News si è concentrata sulle morti a Gaza, mentre un’immagine laterale mostrava David in uno dei video. Il titolo principale della Cnn si concentrava sulle discussioni politiche sulla creazione di uno stato palestinese. Più in basso, sul sito, è apparso un articolo intitolato “Famiglie di ostaggi israeliani organizzano una protesta di emergenza dopo che uomini armati di Gaza hanno diffuso video che mostrano prigionieri scheletrici”.  Soltanto il New York Post ha messo Evyatar in copertina: “Starved of humanity”. Va da sé che nessun giornale italiano avesse una foto di Evyatar David in prima pagina, come succede da oltre un mese su Gaza.  Il sopravvissuto ad Auschwitz Naftali Fürst ha detto che le immagini di  David e  Braslavski lo hanno riportato indietro nel tempo: “Dritto nei campi. Sono sopravvissuto ad Auschwitz. Conosco la fame. Conosco la paura e l’orrore”.

Fürst ha ricordato di aver incontrato l’ostaggio rilasciato Eli Sharabi all’inizio di quest’anno alla Marcia dei vivi  ad Auschwitz. “Quando l’ho visto, sono rimasto sopraffatto. L’ho guardato e ho ricordato il mio aspetto dopo 1.033 giorni di prigionia. Non avevamo bisogno di parole: ci capivamo”. Sono i media occidentali che continuano a fingere di non capire quello che c’è in ballo a Gaza.

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  • Giulio Meotti
  • Giulio Meotti è giornalista de «Il Foglio» dal 2003. È autore di numerosi libri, fra cui Non smetteremo di danzare. Le storie mai raccontate dei martiri di Israele (Premio Capalbio); Hanno ucciso Charlie Hebdo; La fine dell’Europa (Premio Capri); Israele. L’ultimo Stato europeo; Il suicidio della cultura occidentale; La tomba di Dio; Notre Dame brucia; L’Ultimo Papa d’Occidente? e L’Europa senza ebrei.