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A Berlino

Cosa ci fa un giovane dell'AfD a combattere con gli ucraini?

Lorenzo Monfregola

Il tedesco Tim Schramm si è unito volontariamente all'esercito ucraino perchè "la lotta dell'Ucraina è in qualche modo anche una lotta tedesca" e rischia di essere esplulso dall'Afd. Il suo gesto apre un dibattito interno tra nazionalisti putiniani e nuove frange di destra filo-occidentale

Berlino. Il tedesco Tim Schramm, 22 anni, è stato finora vicecapo della sezione di Wuppertal dell’ultra-destra tedesca dell’AfD. Lo scorso 19 giugno, Schramm ha pubblicato su X una foto in mimetica, annunciando di essere di ritorno da tre mesi di arruolamento volontario nell’esercito ucraino: ha combattuto per “ciò che dovrebbe essere più importante per noi di destra: libertà, sovranità nazionale e patria”. Il gruppo regionale dell’AfD del Nordreno-Vestfalia sembra ora intenzionato a espellerlo con effetto immediato, riaffermando velocemente la linea filorussa del partito. Nel frattempo, però, Schramm ha rilasciato diverse interviste, tra cui una a Junge Freiheit, il settimanale più vicino all’AfD. Nel dibattito social, in mezzo a molti attivisti dell’AfD che hanno chiesto l’espulsione di Schramm, sono emersi anche i sostenitori del giovane, soprattutto tra le nuove generazioni, che criticano i “boomer”, vittime della “propaganda russa” e “tirapiedi di Putin”, fautori di un pacifismo “hippie” incapace di comprendere gli interessi  tedeschi e  contrari in modo “antipatriottico” al rafforzamento dell’esercito.


Schramm ha dichiarato di aver combattuto nelle Forze di difesa territoriale, in un’unità dell'Ucraina orientale, impegnato con artiglieria e droni. L’analista Sergej Sumlenny ha chiesto sospettoso su X prove delle dichiarazioni di Schramm, ma poco dopo ha aggiornato il suo status, dicendo: “Tim mi ha inviato un certificato ‘Forma 5’ parzialmente oscurato e ha indicato il nome dell’unità. Sembra autentico”. Non ci sono ulteriori conferme del ruolo di Schramm in guerra. Finora le dichiarazioni dei leader del partito sono sempre state fotocopie dell’agenda di Mosca, ma d’un tratto si è palesata una minoranza senza passioni putiniane. “L’AfD deve prendere le distanze dalla guerra di aggressione russa, altrimenti non riuscirà mai a raggiungere il centro della società”, scrive un utente sotto a una delle interviste di Schramm. Emerge una posizione di destra nazionalista, radicalmente antiliberale, ma ispirata dall’occidentalismo e dall’emergere di un nuovo paneuropeismo di destra. Il parlamentare di AfD Rainer Kraft, uno dei pochissimi deputati pro Ucraina nell’ultradestra, ha difeso Schramm dalla possibile espulsione, elogiandone “il coraggio” tramite una frase di Ernst Jünger, padre nobile e “anarca” dell’ultraconservatorismo antidemocratico tedesco.

Che le sue posizioni siano tutt’altro che liberali lo ripete senza sosta lo stesso Schramm, che ha spiegato di aver combattuto come “patriota tedesco”, perché in Russia sta succedendo proprio quello che rimprovera all’Europa, “solo che è dieci volte peggio: propaganda, islamizzazione, sostituzione della popolazione”, aggiungendo che quello russo è un “multiculturalismo imperialista di merda che, con il pretesto ‘dell’antifascismo’, vuole distruggere un libero popolo europeo”. Conclusione:  “La lotta dell'Ucraina è in qualche modo anche una lotta tedesca. Le armi per l’Ucraina costano meno del sangue tedesco nei Paesi baltici.” 


Nel dibattito interno, la spinta di chi sostiene Schramm non sembra indirizzata  a isolarsi verso la destra più estrema, ma a tentare un riposizionamento neooccidentalista e atlantista, seppur eventualmente di matrice trumpiana o forse già post trumpiana. Le spinte filorusse restano maggioritarie e predominanti dentro l’AfD, soprattutto nella Germania orientale, ma la discussione  sulla  funzione geopolitica del partito non sarà facile da silenziare. Si parla da tempo della cosiddetta “Melonisierung” (melonizzazione): per alcuni è una blasfemia, per altri il sogno di uno sdoganamento, che per Giorgia Meloni è passato anche dal sostegno a Kyiv. 
 

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