
La mano de Dios
L'evangelico libertario, Milei tra inflazione e religione
Il presidente dell'Argentina inaugura il Tempio di un pastore che dice di aver trasformato 100 mila pesos in 100 mila dollari, segno del forte aumento dei pentecostali (mentre i cattolici diminuiscono nonostante Papa Francesco)
“Le prime lezioni di economia compaiono nella Genesi. Dio dà ad Abramo, quando si stabilisce a Canaan, due ordini: moltiplicarsi e coltivare la terra”, ha detto il presidente dell’Argentina, Javier Milei, all’inaugurazione del Portal del Cielo, un tempio evangelico da 15-20 mila fedeli. A presentarlo c’era il padrone di casa: il pastore evangelico Jorge Ledesma, che di moltiplicazioni se ne intende. Il predicatore, fondatore della Iglesia Cristiana Internacional, ha raccontato che la costruzione del Tempio nella povera provincia del Chaco è avvenuta grazie a un “miracolo”. Mancavano i soldi, ma un intervento divino ha trasformato i suoi 100 mila pesos conservati in una cassetta di sicurezza in 100 mila dollari, che al cambio attuale vuol dire una moltiplicazione del valore di 1.275 volte. Insomma, è stata “la mano de Dios”.
Ma la giustizia argentina, scettica sulla tesi del miracolo, ha avviato un’indagine sull’ipotesi del riciclaggio. Un magistrato federale ha infatti avviato un’inchiesta per capire da dove arrivino realmente tutti questi soldi, per costruire una struttura tanto mastodontica. Il “miracolo” della cassetta di sicurezza, che è a metà tra la moltiplicazione dei pani e dei pesci e la tramutazione dell’acqua in vino, è resa ulteriormente poco credibile dal fatto che l’Argentina da sempre lotta contro la penuria di dollari, tanto che lo stesso Milei per completare il suo piano di stabilizzazione macroeconomica è dovuto ricorrere nei mesi scorsi a un prestito del Fmi da 20 miliardi di dollari.
L’episodio, però, è rilevante per due questioni. La prima riguarda più strettamente la figura di Milei, che a febbraio fu protagonista della “truffa Libra”: il presidente libertario promosse su X una criptovaluta che, dopo poche ore, è collassata facendo perdere soldi a molte persone e guadagnarne tanti a chi aveva messo in piedi la frode. Sul caso ci sono inchieste in corso, e Milei si scusò dicendo che avrebbe migliorato i filtri e alzato barriere per impedire che chiunque potesse avvicinarlo. Dopo quattro mesi è insieme a un pastore “miracolato” per la trasformazione di pesos in dollari.
L’altra questione, più generale, riguarda la diffusione del culto evangelico in Sud America e in Argentina in particolare. Queste chiese, in particolare i pentecostali, si stanno espandendo a ritmi intensi ed è accaduto anche durante il periodo del pontificato dell’argentino Jorge Mario Bergoglio. Secondo le rilevazioni sulla religiosità del Conicet, il Consiglio nazionale per la ricerca scientifica, in Argentina tra il 2008 e il 2019 la quota di cattolici è crollata dal 76,5% al 62,9% (era il 93,6% nel 1947), mentre sono aumentati i non credenti dall’11,3% al 18,9% e, appunto, gli evangelici dal 9% al 15,3%. Gli evangelici, in particolare i pentecostali, hanno una penetrazione più forte tra i giovani, le donne e i più poveri.
Queste chiese protestanti stanno trasformando anche il panorama politico sudamericano (è noto il caso del Brasile), sia per il nuovo linguaggio sia per il forte attivismo politico dei pastori. E il successo di Milei, figlio soprattutto dell’inflazione prodotta dalla gestione economica disastrosa dei governi peronisti, è anche figlio di questa evoluzione della società. Milei, con il suo carisma da predicatore e il suo stile messianico, è riuscito a raccogliere consensi trasversali, soprattutto tra i giovani, facendo breccia nelle province più remote e negli strati più poveri della società dove una volta dominava il peronismo (e la Chiesa cattolica).
La stessa figura di Papa Francesco, prima della sua morte, non era apprezzata unanimemente: per il 40% degli argentini la figura di Bergoglio era “indifferente”, per il 27% “un leader mondiale che denuncia l’ingiustizia” e per un altro 27% “troppo coinvolto nella politica invece di occuparsi della spiritualità”. Senza questi dati non si capisce, altrimenti, come possa essere stato eletto presidente dell’Argentina uno che attaccava frontalmente il Papa argentino. Dall’inizio della sua avventura politica Milei mescola concetti economici e riferimenti biblici, Thomas Sowell e la Genesi. Il suo partito La libertad avanza ha un movimento giovanile che si chiama Las fuerzas del cielo, rievocando un versetto del libro dei Maccabei spesso citato da Milei (“La vittoria in guerra non dipende dalla moltitudine delle forze, ma è dal Cielo che viene l’aiuto”).
Per ora questo sincretismo di filosofia libertaria, cristianesimo ed ebraismo (Milei si definisce cattolico, ma dice di praticare anche l’ebraismo e di studiare la Torah) pare funzionare. Sul fronte politico, è il politico più apprezzato del paese e il suo blocco è favorito alle prossime elezioni legislative in autunno. Sul fronte economico, il suo piano ortodosso (in senso economico, non religioso) sta ottenendo risultati sorprendenti: surplus di bilancio, crollo dell’inflazione, ripresa economica e crollo della povertà. Il tallone d’Achille del piano di stabilizzazione è però il deficit di conto corrente con l’estero, che si è ampliato negli ultimi mesi: il paese ora consuma più dollari di quanti ne produce.
In questi giorni è a Buenos Aires la missione del Fmi per la revisione del piano di assistenza: tutti gli obiettivi sono superati, tranne l’accumulazione delle riserve valutarie. Come al solito, mancano i dollari. Ma è un problema che non si può risolvere mettendo il pastore evangelico Jorge Ledesma alla guida della Banca centrale. Anche perché un governatore sospettato di riciclaggio, probabilmente, i dollari li farebbe fuggire anziché moltiplicare.