
L'Ucraina cerca l'Ue. Zelensky vola in Danimarca, ma trova solo l'abbraccio di una famiglia disarmata
Il presidente ucraino raggiunge gli europei ad Aarhus, li trova senza soluzioni immediate dopo la decisione di Trump di interrompere le forniture di armi a Kyiv. E attende una telefonata con il presidente americano, che intanto ha parlato con Putin
Aarhus, Danimarca. Per la seconda volta in pochi mesi, Volodymyr Zelensky ha trovato posto nella famiglia dell’Unione europea che promette di sostenere Kyiv per tutto il tempo necessario, dopo essere stata abbandonata da Donald Trump. Il presidente ucraino è stato accolto da Ursula von der Leyen, António Costa e Mette Frederiksen in occasione del lancio della presidenza danese del Consiglio dell’Ue. La decisione di Trump di interrompere le forniture di armi all’Ucraina, per la seconda volta dopo la sospensione seguita allo scontro nello Studio ovale, ha colto di sorpresa gli europei. “Se gli Stati Uniti decideranno di non fornire ciò che è necessario sarà un contraccolpo grave per l’Ucraina, per l’Europa e per la Nato”, ha detto la premier danese Frederiksen, chiedendo ai membri dell’Ue di “riempire il vuoto”. Ma, disarmata e ancora impreparata dopo oltre tre anni di guerra, l’Ue non ha soluzioni immediate.
Zelensky è atterrato a sorpresa ad Aarhus, la seconda città della Danimarca, dove Mette Frederiksen aveva accolto Ursula von der Leyen e la sua Commissione, nonché il presidente del Consiglio europeo, António Costa. È stata una dimostrazione di solidarietà all’Ucraina, di fronte al tradimento di Trump, come quella che i ventisette capi di stato e di governo avevano organizzato a inizio marzo, dopo la decisione del presidente americano di sospendere le forniture militari e la condivisione di intelligence a seguito del loro scontro alla Casa Bianca. “La nostra famiglia europea non sarebbe completa senza la presenza di Zelensky”, ha detto la premier danese. Frederiksen ha ricordato che il presidente ucraino ha accettato tutte le richieste di Trump sul cessate il fuoco. “Non vedo segnali che Putin voglia la fine della guerra e non ho alcuna fiducia che Putin voglia fermarsi in Ucraina”. Per la Danimarca, la guerra della Russia non è diretta solo all’Ucraina. “E’ una guerra sul futuro dell’Europa”, ha ricordato Frederiksen. “Guarderemo alle decisioni che vengono da Washington”, ma “se ci saranno vuoti, penso che dovremo riempirli”, perché “non si può vincere la guerra senza le armi necessarie e i sistemi di difesa aerea”, ha avvertito la premier danese. “Noi come europei, dobbiamo fornire quello che è necessario sul campo di battaglia”.
Di fronte alle nuove incertezze “è importante avere qualcosa su cui possiamo contare. E’ l’Europa”, ha detto Zelensky. Ma la presidente della Commissione, Ursula von der Leyen, non ha saputo offrire soluzioni rapide per il vuoto lasciato dagli Stati Uniti. La sospensione delle forniture militari all’Ucraina “per noi è un chiaro messaggio per aumentare il nostro sostegno”, ha detto la presidente della Commissione. E’ necessario “rafforzare le nostre capacità di difesa non solo come Ue ma a livello continentale”. Von der Leyen ha raccomandato di usare lo strumento di prestiti Safe del suo piano di riarmo. “Ci sono 150 miliardi di euro. Gli stati membri possono usare questi soldi e comprare equipaggiamento militare per l’Ucraina oppure investire nell’industria militare ucraina che è altamente efficiente”. Ma i tempi dello strumento Safe sono lunghi. I prestiti non saranno concessi agli stati membri dell’Ue prima di diversi mesi. Von der Leyen ha sottolineato la possibilità di sfruttare lo spazio fiscale del suo piano di riarmo per sostenere l’Ucraina. Frederiksen ritiene che il “prossimo passo” dell’Ue e dei suoi stati membri dovrebbe essere “trovare più finanziamenti” per la produzione di armi direttamente in Ucraina.
Il presidente del Consiglio europeo, António Costa, ha promesso che l’Ue continuerà “a mettere pressione sulla Russia con sanzioni”. Inoltre, “guardiamo al nostro futuro comune con l’Ucraina come membro a pieno titolo dell’Ue” perché “sono state raggiunte le condizioni per andare avanti nei negoziati sull’adesione”, ha spiegato Costa. Ma Ungheria e Slovacchia bloccano l’adozione del diciottesimo pacchetto di sanzioni contro la Russia. Il premier ungherese, Viktor Orbán, mette anche il veto all’apertura di una serie di capitoli negoziali di adesione con l’Ucraina. Costa ha invitato la Commissione a proseguire in modo informale i negoziati per chiudere i singoli capitoli in modo formale, quando non ci sarà più il veto dell’Ucraina. “Invito accettato”, ha risposto von der Leyen. Sull’allargamento l’Ucraina dovrà attendere l’esito delle elezioni in Ungheria del 2026.
Zelensky dovrebbe parlare al telefono domani con Trump, dopo la conversazione di oggi tra il presidente americano e Vladimir Putin. “Contiamo sulla continuazione del sostegno americano”, ha detto il presidente ucraino, sottolineando il fatto che l’Ue non è nelle condizioni di riempire il vuoto degli Stati Uniti. “Ci sono alcuni equipaggiamenti che l’Europa non ha oggi, come missili per sistemi Patriot. Questo è cruciale”, ha spiegato Zelensky. “Tutti noi speriamo che gli Stati Uniti continueranno il sostegno per l’Ucraina e, di conseguenza per l’Europa”, ha detto Frederiksen.


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