Il villaggio di Velykyi Bobryk, in Ucraina, attaccato da droni Shahed (foto Getty)

tattiche e legami

La nuova strategia russa è usare i droni Shahed su Kyiv come esca

Kristina Berdynskykh

I droni iraniani tormentano l’Ucraina: dall’inizio del conflitto Mosca ne ha lanciati quasi 30 mila. “La Russia non sarebbe in grado di farlo se non fosse per i suoi legami con il regime di Teheran", dice Zelensky

Kyiv. Parlando al Parlamento olandese il 24 giugno, il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha detto che dall’inizio dell’invasione russa il Cremlino ha lanciato 28.743 droni Shahed contro l’Ucraina. Solo a giugno, ne ha lanciati 2.763. “La Russia non sarebbe in grado di farlo se non fosse per i suoi legami con il regime iraniano”, ha detto. Zelensky è stato nei Paesi Bassi in visita ufficiale e per il vertice Nato all’Aia, dove ha  avuto l’incontro a lungo atteso con Donald Trump. La Russia ha utilizzato per la prima volta il drone iraniano Shahed 136 contro l’Ucraina il 12 settembre 2022. I soldati di Kyiv riuscirono ad abbatterlo vicino a Kupyansk, nella regione di Kharkiv

Da allora, lo Shahed iraniano ha continuato a terrorizzare le città ucraine ogni notte, colpendo infrastrutture ed edifici residenziali. Inizialmente, l’esercito russo utilizzava solo droni forniti dall’Iran, ma in seguito Teheran gli ha concesso anche le licenze per produrli sul territorio russo. Nel 2023, è stato costruito un impianto militare nella città di Alabuga, nella Repubblica del Tatarstan, per produrre la versione russa dello Shahed, denominata Geran-2, rivista e modificata. L’ultima modifica riguarda l’aumento della testata. Il drone può trasportare fino a 90 chilogrammi di esplosivo e raggiungere l’Ucraina più velocemente di prima. 

 

        

 

I droni trasportano esplosivi fino a 50 chilogrammi. Costituiscono una minaccia mortale per la popolazione ucraina, ma sono anche un fattore di influenza psicologica. Il drone Shahed emette un ronzio terribilmente sgradevole, che ricorda il rumore di un motorino. Assieme al ronzio, si sentono spari ed esplosioni della difesa aerea in azione per abbatterli. Anche se i droni non riescono a colpire i loro obiettivi, la notte è comunque insonne.

Secondo Viktor Taran, responsabile di Kruk Drones, il centro di addestramento ucraino per operatori di droni, la Russia ha recentemente modificato le sue  tattiche di attacco. Per esempio, è cambiata l’altitudine di volo dei droni. Se nel 2022-2023 gli Shahed volavano a 100-300 metri, ora possono anche alzarsi di 2-3 chilometri. E’ quasi impossibile abbatterli con armi leggere e mitragliatrici e l’efficacia di queste squadre di fuoco mobili è scesa al 40 per cento.  I russi hanno poi modificato anche il formato dell’attacco. “Gli Shahed ora volano a ondate da diverse direzioni”, spiega Taran. Il nemico si sta concentrando su attacchi in massa su una sola città, scegliendo a turno Kyiv, Kharkiv, Odessa, Zaporizhzhia o altre. Nella notte del 17 giugno scorso, più di 170 droni sono stati lanciati sulla capitale  Kyiv ed è sempre più  difficile gestire e intercettarne  un volume simile.

La tattica più pericolosa, secondo Viktor Taran, è quando lo Shahed viene usato come un’“esca” o come un aereo da ricognizione: “Spesso i droni vengono lanciati non per colpire un bersaglio, ma per rilevare il funzionamento del sistema di difesa aerea ucraino”. Dopo l’arrivo dei droni e dopo che le difese aeree si sono messe in moto, la Russia lancia missili. Durante gli ultimi due attacchi nella capitale, l’esercito russo ha ripetuto questo schema. 

L’efficacia complessiva della distruzione degli Shahed, secondo lo stato maggiore ucraino, è dell’82 per cento. Oltre ai gruppi mobili dotati di armi leggere e di sistemi missilistici antiaerei portatili, anche l’aviazione e i caccia dell’esercito stanno partecipando all’abbattimento dei droni. L’Ucraina ha iniziato a utilizzare droni intercettori per fermare gli Shahed e finora, esistono quattro aziende ucraine in grado di produrre questi droni. “Abbiamo bisogno di un po’ di tempo prima che diventi una produzione di massa”, ha affermato il presidente ucraino Volodymyr Zelensky. I partner stranieri hanno promesso di aiutare l’Ucraina a costruire più armi necessarie ad abbattere gli Shahed. Durante i recenti incontri internazionali, Zelensky ha accettato di produrre droni per l’Ucraina nel Regno Unito e nei Paesi Bassi. Secondo il presidente ucraino, anche Germania e Canada hanno accettato di finanziare lo sviluppo e la produzione di droni intercettori. “Firmeremo accordi per l’avvio dell’esportazione delle nostre tecnologie all’estero e per l’apertura di linee di produzione nei paesi europei”, ha affermato Zelensky. Ma anche il presidente russo Vladimir Putin non perde tempo e continua ad aumentare la produzione degli Shahed, aggiornando i modelli esistenti. Secondo l’intelligence ucraina, la Russia può produrre 170 droni al giorno.