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Il ritratto
“L'Ucraina può vincere”, dice il generale americano che ora guiderà la Nato in Europa
Cinquantaquattro anni a ottobre, pilota di caccia, laurea in Storia militare, negli ultimi anni Alexus Grynkewich ha lavorato come direttore delle operazioni del Pentagono. In un momento in cui l'Amministrazione Trump appare decisa al disimpegno, il suo arrivo dà voce all’America che difende Kyiv
“Penso che l’Ucraina possa vincere”, ha detto il generale Alexus Grynkewich, “quando il tuo paese è minacciato, combatti con una tenacia che è difficile per noi da concepire”. Cinquantaquattro anni a ottobre, pilota di caccia, laurea in Storia militare, Grynkewich ha fatto questa dichiarazione – invero rara di questi tempi in America – durante la sua audizione al Senato americano, martedì, per la conferma del suo nuovo incarico: comandante dell’Eucom, il Comando europeo degli Stati Uniti, e comandante delle Forze alleate in Europa della Nato. Quando Donald Trump, che come si sa e come si è visto in questi giorni all’Aia punta a un minor coinvolgimento americano nell’Alleanza atlantica, ha nominato questo generale a tre stelle di (lontane) origini bielorusse come suo uomo alla Nato, c’era stato un certo sollievo tra gli esponenti del cosiddetto “pilastro europeo” dell’Alleanza.
Grynkewich in questi ultimi anni ha lavorato, come direttore delle operazioni del Pentagono, a stretto contatto con l’Ucraina e con il generale Christopher Cavoli (di cui prende il posto), che sempre al Senato, ad aprile, ripeteva: l’Ucraina non è condannata a perdere questa guerra. E, per quel che riguarda il coinvolgimento dell’America nella Nato, Cavoli aveva detto: “I nostri alleati cercano la nostra leadership e sono più forti con questa guida e sono più forti anche per noi”. Durante la sua testimonianza, Grynkewich ha risposto a una domanda del senatore Tommy Tuberville, che ha definito il presidente ucraino Volodymyr Zelensky “un dittatore” e che va dicendo che Vladimir Putin non vuole niente né in Ucraina né in Europa, ma solo che non ci siano armi americane puntate contro Mosca. Per questo, la breve ma decisa frase del generale ha ancora più rilevanza: di fronte agli scettici, agli affaticati, ai filoputiniani, molti hanno perso la determinazione a ribattere, Grynkewich no. E lo fa da un punto di vista militare, il più bistrattato dallo stesso Trump che ripete che ci può essere solo una soluzione negoziale a una guerra che lui non avrebbe mai combattuto e in cui aggressori e aggrediti sono, sempre per lui, ormai equiparati – nonostante il negoziato con Putin finora non abbia portato a nulla, anzi, il treno sventrato da un missile russo a Dnipro, assieme ai morti e alle macerie nelle città ucraine in forte e osceno aumento, mostrano che la trattativa per Mosca è tempo buono per uccidere ucraini.
Il sollievo nell’arrivo di Grynkewich è anche dato dal fatto che sembrava che l’Amministrazione Trump fosse talmente decisa al disimpegno che non volesse nemmeno nominare il sostituto del generale Cavoli. Una fonte citata da Politico una ventina di giorni fa, prima della nomina, diceva che le discussioni sul lasciare questa posizione vacante andavano di pari passo con il ripensamento trumpiano del ruolo statunitense nella Nato e nella difesa collettiva dell’occidente. Si tratta di un ruolo fondamentale per la sicurezza europea ma anche un termometro della relazione transatlantica, in un momento in cui non ci sono più certezze. “I nostri avversari stanno convergendo – ha detto Grynkewich durante la sua testimonianza al Senato – E il rischio di un conflitto con uno di loro aumenta di giorno in giorno”, le forze americane in Europa sono nella “posizione perfetta” per contrastare questo rischio e “la difesa dell’Europa è un interesse essenziale” per gli Stati Uniti.