Kyriakos Mitsotakis (foto ANSA)

Editoriali

La Mare Nostrum “alla greca”

Redazione

A ridosso del Consiglio europeo, il premier Mitsotakis invia due fregate al largo della Libia per respingere i migranti. Una contromisura senza precedenti: prevede un coordinamento con gli altri paesi europei e con i libici, ma ancora non è chiaro come si dovrebbe strutturare

Solo tra giovedì e venerdì scorso, 730 migranti salpati dall’est della Libia sono arrivati sulle coste delle isole greche di Creta e Gozzo. A Creta, da gennaio a giugno, sono sbarcate 5.083 persone, più di tutto il 2024 e in aumento del 179 per cento. Con la stagione turistica ormai iniziata, la situazione è insostenibile per il governo ellenico e così, lunedì, il premier Kyriakos Mitsotakis ha annunciato una contromisura senza precedenti: l’invio di due fregate della Marina militare al largo della Libia. “Ho chiesto al ministro della Difesa di assicurare che le navi siano dislocate al di fuori delle acque territoriali libiche a scopo preventivo – ha detto il premier greco – Mandiamo un messaggio: non saranno i trafficanti a decidere chi entrerà nel nostro paese”. L’invio delle fregate arriva a ridosso del Consiglio europeo di domani, dove il tema dei migranti è in agenda proprio per le pressioni di Mitsotakis. Non è chiaro però come dovrebbe strutturarsi la missione. Il premier ha detto che ci sarà un coordinamento con gli altri paesi europei e con i libici, cioè con gli Haftar che governano la Cirenaica e da dove la rotta da Tobruk ha incrementato le partenze.

La natura della missione è controversa, perché votata al respingimento dei migranti con un pieno coinvolgimento delle Forze armate di un paese europeo. La Grecia è già sotto accusa per la strage di Pylos di due anni fa, in cui finirono disperse in mare 500 persone, uno dei disastri più gravi nella storia del Mediterraneo. Stavolta, questa sorta di “Mare Nostrum al contrario” costringe l’Europa a compiere un nuovo passo verso la politica dei respingimenti. Una linea sposata anche dalla presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, che lunedì ha inviato una lettera ai paesi membri: “Per evitare il potenziale uso politico dei migranti – ha scritto – dobbiamo collaborare con i vari attori locali” in Libia. Sorvolando su cosa si debba intendere con il termine “collaborare”, l’idea di von der Leyen non sembra poi così nuova rispetto alla storia recente delle relazioni tra l’Ue e la Libia. Chiedere a Mitsotakis quali risultati siano stati effettivamente conseguiti.

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