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Editoriali

L'appoggio di Macron e Merz a Israele

Redazione

Dopo l'attacco di Israele all'Iran, l'Ue reagisce in modo cauto e lancia un appello alla "ritenuta" per evitare un'escalation più ampia in medio oriente. Francia e Germania invece mostrano un'intransigenza sempre più dura verso Teheran, preoccupate per il programma nucleare iraniano

L’Unione europea ha lanciato oggi un appello alla “ritenuta” per evitare un’escalation più ampia in medio oriente, dopo che Israele ha attaccato l’Iran, colpendo le installazioni nucleari e balistiche ed eliminando alcuni leader militari del regime. Ma Francia e Germania, i due stati membri che con il Regno Unito sono direttamente implicati nei negoziati con Teheran sul suo programma nucleare, di fatto hanno dato la loro benedizione all’operazione di Benjamin Netanyahu. “La Francia ha condannato diverse volte il programma iraniano in corso e preso tutte le misure diplomatiche in questo senso. In questo contesto, la Francia riafferma il diritto di Israele a proteggersi e assicurare la sua sicurezza”, ha detto Emmanuel Macron. Il programma nucleare dell’Iran “vìola le disposizioni del Trattato di non proliferazione nucleare e rappresenta una seria minaccia per l’intera regione, in particolare per lo Stato di Israele. Riaffermiamo che Israele ha il diritto di difendere la propria esistenza e la sicurezza dei propri cittadini”, ha detto Friedrich Merz. Ursula von der Leyen, António Costa e Kaja Kallas non si sono spinti fino a tanto.

 

Tra i ventisette stati membri, ci sono governi che non condividono la linea franco-tedesca. Il premier olandese, Dick Schoof, ha definito “allarmanti” gli attacchi. L’Alto rappresentante Kallas potrebbe sentire l’esigenza di mantenere una certa distanza per il ruolo di mediatore che potrebbe giocare, se la Repubblica islamica si lascerà convincere dagli attacchi israeliani a negoziare la fine dell’arricchimento dell’uranio. Ma la posizione che conta è quella di Francia e Germania. I due stati membri direttamente coinvolti nei negoziati con l’Iran hanno una conoscenza profonda dell’evoluzione del suo programma nucleare. Negli ultimi due anni hanno mostrato un’intransigenza sempre più dura verso Teheran, a volte più degli Stati Uniti. La loro benedizione dell’attacco israeliano può essere letta come una dimostrazione di quanto vicino sia l’Iran a una bomba.