
il film
La storia dei bambini sopravvissuti al massacro di Hamas
"Un giorno questi bambini saranno adulti e saranno gli ultimi testimoni di una delle più tristi pagine della storia dell’umanità", ci dice il produttore esecutivo del film, Eytan Schwartz, che racconta il 7 ottobre dal punto di vista dei più piccoli
Tel Aviv. Il 2 giugno è uscito in anteprima mondiale “The Children of October 7”, I bambini del 7 ottobre, un toccante documentario che racconta la storia dei bambini sopravvissuti al massacro di Hamas. Il Foglio ha incontrato Eytan Schwartz, produttore esecutivo del film, per discutere con lui di questo complesso progetto, concepito con l’intento non soltanto di far sentire la voce dei piccoli sopravvissuti ma anche perché “un giorno questi bambini saranno adulti e, come i bambini sopravvissuti alla Shoah, saranno anche gli ultimi testimoni di una delle più tristi pagine della storia dell’umanità”. Diretto da Asaf Becker e prodotto da Kastina Communications, il film, dopo una fase di produzione di circa un anno, è stato scelto da Paramount+ e MTV Documentary Films che, come ci racconta Schwartz, non appena sono venuti a conoscenza di questo ambizioso progetto, lo hanno abbracciato con lo scopo di distribuirlo attraverso la loro piattaforma globale, per raccontare un frammento di storia ancora poco conosciuta: degli oltre 1.200 israeliani uccisi nel corso dell’attacco di Hamas, 37 erano bambini.
Tra i sopravvissuti, oltre 100 hanno perso un genitore, più di 20 li hanno perso entrambi e oltre 35 sono stati rapiti e portati a Gaza. Centinaia sono rimasti feriti e migliaia, ancora oggi, sono sfollati dalle proprie case. Come sottolinea Schwartz, il successo internazionale di questo progetto lo si deve anche alla fondamentale collaborazione di Montana Tucker, che fin dal 7 ottobre ha immediatamente usato la propria voce di influencer per dimostrare il suo sostegno nei confronti delle vittime del massacro. Il documentario, nello specifico, esplora le toccanti conversazioni tra la Tucker e i bambini intervistati, che condividono con lei le proprie esperienze di trauma e sopravvivenza: dall’aver assistito alla morte dei propri genitori, all’essere stati prigionieri e poi liberati. Grazie al supporto della stessa Tucker, 35 voci di bambini esposti a traumi diversi, trovano il coraggio di aprirsi offrendo un racconto al tempo stesso struggente e commovente, condividendo le proprie esperienze traumatiche ma mostrando anche la volontà di guardare avanti.
Shari Redstone, presidente di Paramount Global, ha dichiarato l’importanza di questo progetto anche dal punto di vista educativo: “Ci siamo sempre impegnati a condividere contenuti che informino ed educhino. Questo documentario è un chiaro esempio di come si possa raccontare l’orrore vissuto il 7 ottobre e le sue conseguenze per migliaia di bambini che porteranno per sempre le cicatrici di questa guerra. Montana Tucker ha fatto un lavoro straordinario e siamo orgogliosi di distribuire il film in tutto il mondo”.
Così Tucker ha motivato il suo immediato coinvolgimento nel progetto: “Uno dei più importanti a cui abbia mai partecipato. Come nipote di sopravvissuti all’Olocausto, ascoltare questi bambini raccontare gli orrori vissuti – la perdita delle loro famiglie, delle loro case e della loro innocenza, in una sola mattina – mi è sembrato spaventosamente familiare. Sono grata del fatto che abbiano avuto fiducia in me nel raccontare le loro storie, e che possano condividerle con altri bambini attraverso questa piattaforma. Grazie a Paramount+ e MTV, tutto il mondo sarà testimone di quanto è accaduto”. Con oltre 14 milioni di follower attraverso i suoi diversi social, la pluripremiata attrice, cantante, filantropa e attivista è un grande esempio di empowerment e di femminismo, conclude Schwartz: “Tucker aveva già ottenuto grandi consensi in passato grazie alla sua docuserie educativa How To Never Forget, in cui aveva viaggiato in Polonia per visitare il campo di Auschwitz con sua madre Michelle, per scoprire le esperienze dei suoi nonni durante l’Olocausto, contribuendo a sensibilizzare la società di fronte al ritorno dell’antisemitismo. In un momento storico come questo il coraggio della Tucker e della Paramount di abbracciare il progetto è tutt’altro che scontato. E, mai come ora, rappresenta per noi, e per i nostri figli, la forza per guardare avanti”.