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NEGOZIATI
Zelensky è convinto: gli Stati Uniti sono con Kyiv. L'incontro fra lui, Trump e Putin
Il presidente ucraino si dice pronto a un trilaterale e ad altri incontri da svolgersi contemporaneamente, non frammentati nel tempo. Ma sulle garanzie di sicurezza, i paesi europei dovrebbero partecipare al dibattito. Il ministro russo Lavrov apre a un incontro lunedì a Istanbul
Kyiv. Recentemente, Andriy Sybiha, ministro degli Esteri ucraino, ha dichiarato al Foglio che l’Ucraina non solo è favorevole a un incontro bilaterale tra Zelensky e Putin, ma è anche pronta per un formato trilaterale: Zelensky-Putin-Trump. In un incontro con i giornalisti a cui il Foglio ha partecipato, il presidente ucraino ha confermato: “Siamo pronti per il formato Trump-Putin-me. E siamo pronti anche per il formato Trump-Putin, Trump-Zelensky e poi noi tre. Questi incontri non dovrebbero essere frammentati nel tempo, ma dovrebbero svolgersi contemporaneamente, come è avvenuto in Arabia Saudita a marzo, quando la delegazione americana si è incontrata prima con quella ucraina, poi con quella russa. Tutto questo è avvenuto in momenti diversi, ma nello stesso giorno e nello stesso luogo. A quel punto mancava solo un incontro fra ucraini e russi; che poi si sono incontrati a Istanbul a maggio”, dice il presidente ucraino.
Riguardo ai prossimi appuntamenti, Zelensky prevede che prima si terrà un incontro “tecnico” fra le delegazioni. “Siamo pronti a incontrarci in Vaticano, in Svizzera o dovunque ci venga richiesto”. E ringrazia la presidente del Consiglio Giorgia Meloni e il Papa per il lavoro preparatorio in Vaticano. Ma dai commenti già apparsi sui media da parte russa, è chiaro che il Cremlino non sostenga il Vaticano come sede di negoziati. La Turchia o la Svizzera potrebbero ospitare i prossimi colloqui. Keith Kellogg, rappresentante speciale del presidente degli Stati Uniti per l’Ucraina, ha dichiarato a Fox News il 27 maggio che l’incontro fra russi e ucraini potrebbe svolgersi a Ginevra. “Vorremmo che si tenesse in Vaticano, eravamo pronti, ma i russi non volevano andare in Vaticano. Pertanto, penso che Ginevra potrebbe essere la sede per un nuovo incontro”, ha detto Kellogg. Ieri il ministro degli Esteri russo Lavrov ha detto che il prossimo colloquio potrebbe essere il 2 giugno a Istanbul.
L’Ucraina è pronta a qualsiasi formato, afferma Zelensky. Se la Russia non ha bisogno di un colloquio tecnico, può accettare di incontrare Putin immediatamente. “Non vedo grossi problemi nei formati”, spiega. Ma, secondo il presidente ucraino, ci sono cose che non dipendono solo da Ucraina e Russia. Per esempio, se parliamo del cessate il fuoco, sarebbe logico organizzare un incontro fra America, Russia e Ucraina: qualcuno deve monitorare se funziona o meno, e visto che c’è fiducia nell’intelligence americana, dovrebbe toccare a lei identificare efficacemente chi sta violando il cessate il fuoco. Se parliamo di garanzie di sicurezza, Zelensky vorrebbe che i paesi europei partecipassero al dibattito in merito, perché sono gli unici che finora si sono dichiarati disponibili a fornire almeno alcune tutele all’Ucraina. Kyiv ora attende che Mosca invii il suo memorandum, che definirà le condizioni per un cessate il fuoco. Questo documento chiarirà se la Russia sostiene almeno una tregua temporanea. “Leggeremo le loro proposte e risponderemo”, ha affermato Zelensky.
Alla fine di questa settimana, il presidente ucraino attende a Kyiv Hakan Fidan, il ministro degli Esteri turco che ha visitato Mosca il 26 e 27 maggio scorsi, dove ha incontrato il presidente russo Vladimir Putin, il ministro degli Esteri Sergei Lavrov e il capo della delegazione russa a Istanbul, Vladimir Medinsky. Zelensky incontrerà Fidan dopo essere tornato da Berlino. Secondo il presidente ucraino, Putin può essere indotto a pensare alla pace solo se la pressione su di lui aumenta. Pertanto, l’Ucraina si aspetta che gli Stati Uniti impongano forti sanzioni contro la Russia. “Sarà una mossa importante, se queste sanzioni saranno votate e sostenute dalla Casa Bianca sarà una conferma della politica di ‘pace attraverso la forza’ della nuova Amministrazione americana”, ritiene Zelensky che ricorda come uno degli argomenti della conversazione con Donald Trump in Vaticano sia stato proprio la politica sanzionatoria.
“Abbiamo discusso di due aspetti principali: l’energia e il sistema bancario”. Il presidente non sa se l’America sia pronta a imporre sanzioni contro due settori contemporaneamente, ma la conversazione avvenuta poco prima dell’inizio del funerale di Papa Francesco, a suo avviso, era stata positiva. Invece, la mancata imposizione di sanzioni non farà che sollevare il morale del Cremlino e si rifletterà sicuramente sul campo di battaglia. Per esempio, in direzione di Sumy, i russi hanno già radunato un gruppo di 50.000 uomini e si stanno preparando per azioni offensive. L’anno scorso, l’attacco venne sventato grazie all’operazione Kursk. L’esercito russo, come in precedenza, vuole occupare Pokrovsk e attraversare il confine amministrativo con la regione di Dnepropetrovsk e completare la conquista delle regioni di Donetsk e Luhansk: è il suo obiettivo strategico dal 2014. Volodymyr Zelensky afferma che, purtroppo, negli Stati Uniti e in Europa, c’è chi crede che l’introduzione di forti sanzioni contro la Russia precluderà la possibilità di dialogo e negoziati con i russi. “Con Putin non funziona così. Solo con la forza si può convincerlo a pensare alla pace”, spiega.
Alla domanda su chi, secondo Zelensky, irriti di più la Casa Bianca, se lui o Putin, il presidente ucraino risponde: Putin. “Posso dire cose spiacevoli, ma dico la verità e quello che penso”, osserva il leader ucraino. “E lui a volte può dire cose piacevoli, ma sono false”, afferma Zelensky.
A prescindere dalla retorica pubblica americana, il presidente ucraino ritiene che la Casa Bianca comprenda sempre di più che Vladimir Putin non vuole porre fine alla guerra. “In un’alleanza si può essere molto a disagio, ma si può comunque rimanere un alleato”, dice Volodymyr Zelensky. “Con Putin ti sembra di dialogare, ma in realtà sei da solo”.