
Foto LaPresse
La contromossa europea
Dazio su dazio. Se non c'è l'accordo con Trump, l'Ue ha pronto un piano
Dai prodotti agroalimentari alle apparecchiature elettroniche: Bruxelles presenta la lista di prodotti americani che potrebbero essere oggetto di contromisure commerciali in risposta ai dazi del tycoon. Ma il negoziato rimane la priorità
Bruxelles. La Commissione di Ursula von der Leyen ieri ha presentato la lista di prodotti americani che potrebbero essere oggetto di contromisure commerciali da parte dell’Unione europea per rispondere ai dazi di Donald Trump in caso di fallimento dei negoziati. La cifra può apparire impressionante: 100 miliardi di euro (95 miliardi di esportazioni americane e 5 miliardi di esportazioni europee). I prodotti includono gli aerei di Boeing, le automobili, le batterie domestiche di Tesla, le aragoste del Maine, perfino il bourbon che aveva provocato l’ira di Trump e la minaccia di una tassa del 200 per cento sullo champagne e i vini europei. Ma più che un segnale di fermezza, la Commissione invia un segnale di rassegnazione.
Anche se il negoziato rimane la priorità e l’obiettivo resta un accordo commerciale “zero dazi per zero dazi” sui prodotti industriali, l’Ue si sta preparando a convivere con il cosiddetto “dazio di base” del 10 per cento che Trump ha imposto a tutto il mondo. “Finora abbiamo parlato di ritorsione, ora parliamo di riequilibrio”, spiega un funzionario della Commissione. La conferma che il “dazio di base” di Trump c’è per restare anche quando viene firmato un “deal” è arrivata tre ore dopo la pubblicazione della lista della Commissione. Annunciando un accordo con il Regno Unito, l’Amministrazione Trump ha detto che il “dazio di base” del 10 per cento continuerà a essere applicato. Il premier britannico, Keir Starmer, almeno ha ottenuto una riduzione dal 25 al 10 per cento dei dazi sulle automobili e l’eliminazione di quelli su alluminio e acciaio.
“Riteniamo che si possano concludere buoni accordi a vantaggio dei consumatori e delle imprese su entrambe le sponde dell’Atlantico. Allo stesso tempo, continuiamo a prepararci a tutte le possibilità”, ha detto von der Leyen. La lista è impressionante: 218 pagine. Si aggiunge ai prodotti presi di mira per le contromisure sui dazi su alluminio e acciaio. Le nuove contromisure dovrebbero applicarsi a prodotti agroalimentari per 6,4 miliardi (frutta secca, verdura, vino, birra e superalcolici), prodotti della pesca per 500 milioni (salmone, aragosta, crostacei), aerei per 10,5 miliardi, auto e componentistica per 12,3 miliardi, prodotti chimici e plastica per 12,9 miliardi, apparecchiature elettroniche per 7,2 miliardi, prodotti sanitari non farmaceutici per 10 miliardi e macchinari per 12 miliardi. Le restrizioni alle esportazioni dell’Ue toccano settori chiave per gli Stati Uniti, come i rottami e scarti di acciaio e alluminio o i composti chimici utilizzati nella trasformazione alimentare. La lista serve a consultare i governi e gli attori privati interessati. La Commissione poi valuterà costi e benefici. Una nuova lista definitiva è attesa per l’inizio di giugno per essere eventualmente adottate tra fine giugno e inizio luglio.
Guardando più da vicino i numeri, la lista dell’Ue non è così impressionante. Il valore delle esportazioni americane che potrebbero essere coperti da dazi dell’Ue è molto più basso delle esportazioni europee colpite da Trump. Nonostante la tanto declamata “pausa”, i dazi americani coprono 380 miliardi di euro di merci dell’Ue. Il “dazio di base” del 10 per cento da solo colpisce 286 miliardi di euro di esportazioni europee, a cui si aggiungono 66 miliardi di automobili e componenti auto. Il resto sono i dazi su alluminio e acciaio per un valore di merci di 28 miliardi. E altri dazi potrebbero arrivare sui prodotti farmaceutici, chip e legno. I 100 miliardi appaiono come poca cosa rispetto al totale a cui potrebbe arrivare la guerra commerciale di Trump: “Circa 549 miliardi di euro di esportazioni dell’Ue verso gli Stati Uniti, ovvero il 97 per cento del totale, sarebbero soggetti a dazi”, ha spiegato il commissario al Commercio, Maros Sefcovic. In termini di dazi riscossi dagli Stati Uniti, si passerebbe da 7 miliardi a 100 miliardi.
La lista pubblicata ieri “non è una forma di escalation. Non è una reazione dollaro per dollaro”, spiega il funzionario dell’Ue: “C’è una realizzazione da parte nostra che, pur essendo concentrati sui negoziati, alcuni dazi potrebbero persistere nel corso del tempo”. La Commissione si è convinta che reagire dazio su dazio e dollaro su dollaro avrebbe ripercussioni gravi per le imprese, i consumatori e la crescita europea. “Dobbiamo essere prudenti. Non dobbiamo sparaci nel piede. Non dobbiamo creare una situazione ingestibile per la nostra industria”, conferma un secondo funzionario.