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Editoriali

La confusione che fa male a Israele

Redazione

Liti, divisioni sull’operazione a Gaza e la scelta sulla sorte degli ostaggi. I problemi interni sono un rischio enorme per stato ebraico, e vanno curati prima che i suoi nemici ne approfittino

Il gabinetto di sicurezza israeliano ha votato per approvare una nuova operazione di terra che prevede l’occupazione della Striscia di Gaza insieme a un piano per assumere il controllo della distribuzione degli aiuti, che è stato respinto dai gruppi umanitari internazionali. L’obiettivo è mantenere il territorio, finora nessuno ha dato indicazioni se si tratti dell’intero territorio della Striscia di Gaza o di una parte. Un piano per prevedere un’operazione militare tanto massiccia non era mai stato dibattuto in modo così vistoso sui media. Israele sta mostrando insicurezze e divisioni sia dentro la maggioranza sia tra la maggioranza e l’esercito. Tsahal rimane abbottonato e scettico e il nuovo capo di stato maggiore, Eyal Zamir, ha detto che un’operazione del genere esclude la possibilità di salvare gli ostaggi. Il primo ministro Benjamin Netanyahu per la prima volta ha ammesso che la scelta tra riportare a casa gli ostaggi e distruggere Hamas era stata presa: è da quasi un anno e mezzo che il paese si dilania nel tentativo di trovare una soluzione, di scegliere se il suo compito fosse onorare il dovere nei confronti dei cittadini tenuti prigionieri dai terroristi e trattare a ogni costo o distruggere Hamas ed eliminare la minaccia per il futuro.

Qualsiasi nuovo piano militare dentro la Striscia, prima di essere attuato, prevede che si attenda il viaggio di Donald Trump in medio oriente: il capo della Casa Bianca visiterà l’Arabia Saudita, il Qatar e gli Emirati Arabi Uniti. Fino a quel momento, Israele continuerà a trattare e l’attesa può suggerire che si tratti di un’arma negoziale per chiamare alla loro responsabilità tutti gli attori internazionali: americani e paesi arabi. Israele continua a essere in guerra, domenica un missile lanciato dagli houthi è caduto nell’area dell’aeroporto Ben Gurion di Tel Aviv. La confusione interna è un rischio enorme per Israele. Va curata prima che i suoi nemici ne approfittino.