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i dazi e il surplus
L'Ue vuole convincere Trump alla razionalità commerciale in un mese
Gli europei sono divisi sulla reazione alla guerra tariffaria lanciata dal presidente degli Stati Uniti. Il pacchetto più grande della controffensiva dell’Ue sarà presentato alla fine di aprile. La spinta ai negoziati e il rischio della delocalizzazione in America
Bruxelles. Gli stati membri dell’Unione europea sono più divisi sulla risposta alla guerra tariffaria globale lanciata da Donald Trump mercoledì. Francia, Germania e Belgio chiedono alla Commissione di Ursula von der Leyen di rispondere in modo duro, colpendo non soltanto le merci ma anche i servizi americani, a cominciare da quelli digitali. Altri paesi – come Italia e Irlanda – fanno pressione per evitare un’escalation e limitare al minimo i dazi di ritorsione contro Trump. Il loro timore è quello di una reazione che potrebbe essere ancora più dannosa per le economie nazionali. “Siamo pronti a rispondere”, ha detto von der Leyen. “Ma c’è una strada alternativa. Non è troppo tardi per risolvere le preoccupazioni con i negoziati”. Tuttavia le modalità della guerra di Trump mettono l’Ue di fronte a un interrogativo: con un presidente americano imprevedibile e caotico, è davvero possibile arrivare a un accordo?
Le divisioni dei ventisette stati membri sulla ritorsione commerciale contro Trump si riflettono nelle dichiarazioni di ieri. “La decisione della scorsa notte è paragonabile alla guerra di aggressione contro l’Ucraina. La magnitudo e la determinazione della risposta devono essere commisurate”, ha detto il vicecancelliere tedesco, Robert Habeck. Il premier polacco, Donald Tusk, ha chiesto “una risposta adeguata”. Quello ungherese, Viktor Orbán, ha accusato la Commissione di essere responsabile dei dazi di Trump. Il leader ceco, Petr Fiala, ha insistito sulla necessità di “negoziare con gli Stati Uniti”. “Bisogna evitare una guerra dei dazi”, ha detto il ministro degli Esteri, Antonio Tajani: “Bisogna andare avanti nella trattativa con gli Stati Uniti”. Il commissario al Commercio, Maros Sefcovic, oggi parlerà con le sue controparti americane per verificare la possibilità di un negoziato che porti a un compromesso. E’ lo scenario preferito da Bruxelles: sedersi al tavolo e trovare una soluzione. Ma nella Commissione ci sono sempre più dubbi che sia possibile. “Bisogna essere in due per ballare il tango”, spiega un funzionario europeo.
La formula scelta dall’Amministrazione Trump per imporre i suoi dazi a livello globale ha lasciato di stucco la Commissione, che da settimane cercava di capire le intenzioni degli Stati Uniti. Niente a che vedere con i dazi, l’Iva o la regolamentazione green che ostacola le imprese americane: Trump ha usato una semplice divisione che penalizza i paesi che hanno un surplus commerciale maggiore con gli Stati Uniti. “Non c’è nulla di logico sul piano economico o commerciale”, dice il funzionario.
Il risultato per l’Ue è una tariffa del 20 per cento su 290 miliardi di euro di esportazioni europee, che porterà a 58 miliardi di euro di nuovi dazi. A questo si aggiungono gli altri pacchetti già annunciati da Trump a marzo. Quello contro alluminio e acciaio colpisce 26 miliardi di euro di esportazioni dell’Ue e porterà a 6,5 miliardi di euro di nuovi dazi. Quello contro le automobili e la componentistica colpisce 66 miliardi di euro di esportazioni dall’Ue e porterà a 16,5 miliardi di euro di nuovi dazi. I nuovi dazi di Trump saranno pagati dai consumatori e dalle imprese americani. Ma l’Ue deve reagire con contromisure se non vuole vedere le sue imprese delocalizzare la produzione negli Stati Uniti come chiede di fare Trump.
Le prime contromisure dell’Ue su alluminio e acciaio saranno votate mercoledì dagli stati membri per entrare in vigore il 15 aprile. La presenza nella lista dei prodotti presi di mira del bourbon americano – Trump minaccia una rappresaglia del 200 per cento sui vini – sarà un test della determinazione degli europei. Il pacchetto più grande della controffensiva dell’Ue, che potrebbe includere sanzioni nel settore dei servizi, sarà presentato alla fine di aprile. Resta solo un mese per capire se Trump può essere riportato alla razionalità commerciale.