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Editoriali
Podemos non vuole che i tifosi israeliani entrino in Spagna
La leader Ione Belarra chiede di impedire l’ingresso al Maccabi e ai suoi fan, accusando lo stato ebraico di stare perpetrando un genocidio in Palestina da ottobre 2023. E la sinistra radicale cade ancora più in basso
A novembre, la partita fra Maccabi e Ajax finisce con una delle pagine più buie della già cupa cronaca dell’antisemitismo europeo. Al termine dell’incontro ad Amsterdam si scatena la caccia dei tifosi israeliani da parte di giovani arabi al grido di “Palestina libera”. Pestaggi, scene di tifosi fermati chiedendo loro se sono ebrei, grande paura nella città di Anne Frank. Ora la leader di Podemos, Ione Belarra, ha chiesto ai ministri degli Esteri e dell’Interno spagnoli di impedire l’ingresso in Spagna dei giocatori del Maccabi e dei suoi fan. Belarra accusa falsamente che dall’ottobre 2023 c’è stato “un genocidio in Palestina perpetrato dallo stato di Israele” e considera “inaccettabile intrattenere rapporti economici, culturali o sportivi con coloro che commettono tali crimini”.
A volte si stenta a credere che si possa cadere più in basso. Invece ogni volta una certa sinistra radicale ci prova. Il leader politico spagnolo Pablo Iglesias, il fondatore di Podemos, ha espresso gratitudine e ammirazione per Yahya Sinwar, il leader di Hamas: “Sinwar è morto da combattente, tra i suoi uomini, armati, per le strade di Gaza. Non si è arreso. Sinwar ha scritto la sua storia”. Tre anni fa la preside della Facoltà di sociologia dell’Università Complutense di Madrid, María Esther del Campo García, ha eliminato una conferenza del leader dell’opposizione venezuelana Leopoldo López. Più di uno ha sospettato i legami fra Podemos e il regime di Maduro. Ma non serve neanche evocarli, in questo caso. I fatti parlano da soli, come la richiesta di Belarra di cacciare gli israeliani. Leopoldo López è stato ritratto da Foreign Policy in un articolo dal titolo “Kafka a Caracas”. Sarebbe stato più corretto “Kafka a Madrid”.


bruxelles
L'Ue propone di reintrodurre i dazi a Israele, ma von der Leyen sa che non c'è la maggioranza
“Non vogliamo punire Israele o i cittadini israeliani, ma fare pressione sul governo israeliano affinché cambi strada a Gaza”, ha detto l’Alto rappresentante, Kaja Kallas. Eppure la proposta della presidente della Commissione di sospendere la parte commerciale dell’accordo Ue-Israele appare come un atto simbolico di opportunismo politico. Che rischia di essere insabbiato a causa del veto di uno o più governi
