Editoriali
Il bel bacio tra von der Leyen e Meloni
La scelta di Fitto segnala un’apertura di credito della presidente della Commissione Ue al governo Meloni: far entrare il partito guida del governo, Fratelli d’Italia, nell’orbita delle maggioranze variabili che si andranno a formare nel corso di questa legislatura
Ma che bel bacio. La definizione dei nuovi equilibri della Commissione europea segna un successo per Ursula von der Leyen, che all’ultimo momento si è persino sbarazzata di un commissario francese che si era speso pubblicamente contro il nuovo mandato della presidente. Può cantare vittoria, Ursula, ma può farlo anche Giorgia Meloni, che, nonostante avesse negato a von der Leyen il voto in Parlamento, il 16 luglio, è diventata ora, per la presidente, un’alleata di rilievo. Il riconoscimento offerto a Raffaele Fitto, più per il ruolo politico che rappresenta il suo essere un vicepresidente esecutivo che per le deleghe dell’essere commissario alla Coesione, consente all’Italia di rivendicare il ruolo che ha e la storia che ha: paese fondatore dell’Unione e seconda manifattura d’Europa.
Ma nel bacio tra Ursula e Meloni c’è qualcosa di più. Da un lato vi è la consapevolezza, da parte della presidente della Commissione, che in una fase storica come quella attuale i confini delle maggioranze in Europa sono stabiliti da un fatto politico più importante di un voto in Parlamento: il posizionamento rispetto alla difesa dell’Ucraina. Da questo punto di vista, la nuova Commissione, come scrive da mesi questo giornale, è guidata da una maggioranza che potremmo definire “gialloblu”, come i colori dell’Ucraina, e se si segue quella logica è evidente che la distanza tra Meloni e von der Leyen non può che essere praticamente nulla. Ma nel messaggio inviato all’Italia da von der Leyen c’è un elemento in più, più politico, che coincide con un’apertura di credito offerta al governo guidato da Meloni: far entrare il partito guida del governo, Fratelli d’Italia, nell’orbita delle maggioranze variabili che si andranno a formare nel corso di questa legislatura.
Dove e quando si andranno a formare non è chiaro. Ma ciò che è evidente è che il sostegno su alcuni dossier, come quelli legati alla transizione ecologica, da parte del centrodestra italiano potrebbe aiutare la Commissione a evitare di ripetere gli stessi errori ideologici commessi nella stagione di Timmermans. Il compito della nuova Commissione sarà affrontare tutti questi temi, con spirito di iniziativa e fantasia politica, e sarà anche rispondere alla giusta sollecitazione di Mario Draghi: cosa dovrà fare l’Unione per non rimanere schiacciata dalla competizione per ora vincente della Cina e dell’America. Ursula von der Leyen sa che per affrontare queste sfide ha bisogno di allargare il più possibile, ha bisogno di andare al di là dei voti e dei veti, e nel calcolo con cui ha scelto di dare un’apertura di credito importante all’Italia, con giudizio, senza concedere troppo, deve aver pensato che avere come alleato anche l’unico governo che promette di essere stabile in Europa nei prossimi anni era una condizione irrinunciabile.
Il bacio tra Ursula e Meloni nasce da tutto questo ma è il frutto anche di una scommessa politica che Meloni ha fatto il 17 luglio quando il suo partito ha scelto, in modo acrobatico e spericolato, di votare contro la nomina di Ursula in accordo con la stessa Ursula, non per andare contro la presidente della Commissione ma per aiutarla a non avere più franchi tiratori di quelli che ha avuto (ragionamento fatto quel giorno: con i voti espliciti di FdI, i socialisti e i verdi avrebbero borbottato; con la scelta fatta da FdI di non comunicare fino all’ultimo il proprio voto, ufficialmente poi contrario, anche se qualche deputato di FdI nel segreto dell’urna Ursula l’ha votata, a von der Leyen è stato risparmiato uno scenario imprevedibile, e tutto sommato è andata bene così). Il bacio c’è, è timido, non appassionato ed è ben illustrato oggi nella nostra copertina disegnata da Tvboy. Vedremo presto se trattasi di un bacio occasionale o di un amore vero. Noi romantici e ottimisti ovviamente speriamo la seconda. In bocca al lupo.
L'editoriale dell'elefantino