Foto LaPresse

Paradigmi

Pechino ha truffato l'Ecuador con una centrale idroelettrica

Maurizio Stefanini

I governi che scelgono la Cina come alternativa ai progetti di sviluppo sul modello occidentale hanno poi spesso occasione di pentirsene. La storia emblematica della Coca Codo Sinclair, che ha smesso di funzionare lasciando a corta di energia il paese latino emericano

L’Ecuador è a corto di energia a causa di una centrale idroelettrica che i cinesi avevano costruito in  pompa magna al tempo della presidenza del chavista Rafael Correa, e che adesso ha smesso di funzionare. Il motivo: otto turbine di bassa qualità nel complesso della centrale Coca Codo Sinclair, che già nel 2012 avevano iniziato ad avere crepe. Ma Sinohydro Corporation, la grande società statale cinese di costruzione di centrali idroelettriche, era riuscita a nasconderlo per tre anni, fino al 2015. Ma nel 2016 questa centrale, costata 3.216 milioni di dollari, era stata inaugurata alla presenza del leader cinese Xi Jinping e con Rafael Correa in video

Sembra una conferma delle analisi fatte finora sui grandi piani infrastrutturali di Pechino all’estero: i governi del Sud globale che scelgono la Cina come alternativa ai progetti di sviluppo sul modello occidentale hanno poi spesso occasione di pentirsene. E rientra perfettamente nel dossier Rafael Correa, ex presidente oggi in esilio in Belgio su cui pendono varie accuse di corruzione. Jorge Glas, suo vicepresidente tra 2013 e 2017, dopo aver ricevuto ben 22 condanne per malversazioni, si era rifugiato all’ambasciata messicana mentre era in libertà vigilata, ma ne era stato prelevato a forza con un blitz piuttosto contestato, una flagrante violazione delle immunità diplomatica, eppure parte di una politica muscolare contro narcos e corrotti per la quale,  in questo momento, il presidente ecuadoriano Daniel Noboa è il più popolare tra i dieci presidenti sudamericani. 
La storia della centrale idroelettrica di Coca Codo Sinclair sembra incredibile dal momento che la Sinohydro Corporation, fondata nel 1950, è la più grande compagnia al mondo nel settore. L’azienda si occupa inoltre di ricerca e sviluppo nell’ambito della progettazione di impianti per l’energia elettrica. Sede centrale a Pechino, presente in Asia, Africa, Europa, America del nord e del dud, sede operativa per l’Europa a Belgrado. Nel 2011 era salita alle cronache internazionali per le procedure difettose di costruzione della diga Bakun a Sarawak, in Malaysia.  
Adesso è un “improvviso e brusco aumento” dei sedimenti della centrale idroelettrica di Coca Codo Sinclair ad averne causato la chiusura e l’interruzione della produzione di energia, annuncia dal ministro dell’Energia dell’Ecuador, Roberto Luque. Per compensare questo deficit, verranno richieste ulteriori importazioni di energia alla Colombia. Il progetto idroelettrico Coca Codo Sinclair era stato presentato come il “più grande nella storia dell’Ecuador”, ma già all’inizio del mese Luque aveva avvertito che la centrale idroelettrica stava registrando un insolito aumento dell’accumulo di sedimenti. In tre settimane la situazione è precipitata, e ora il governo sta facendo “di tutto per evitare un razionamento indesiderato”, come ha scritto Luque su X. 

Dal 2018, le crepe nella centrale idroelettrica sono aumentate da 7.000 a 17.499. La megaopera, all’inizio valutata 900 milioni, alla fine è costata allo stato ecuadoriano oltre 3.2 miliardi di dollari: Alecksey Mosquera, ministro dell’Energias dell’epoca, ha ammesso di averci preso una mazzetta da un milione dalla brasiliana Odebrecht. Ha comunque dovuto essere riparata già cinque volte a causa dei problemi causati da queste crepe. 
I difetti della centrale, che si trova tra le province amazzoniche di Napo e Sucumbíos, hanno portato l’Ecuador ad avviare una battaglia legale contro la Sinohydro per danni allo stato. Insomma, un progetto emblematico di quello che può fare la Cina per i latino-americani.