Che cosa succederà in Iran dopo la morte del presidente Raisi
La Repubblica islamica ha cinquanta giorni per organizzare nuove elezioni e sei mesi per farle. Ma per gli ayatollah significa portare il paese a un voto controllato nella fase di minore legittimità del sistema dalla rivoluzione del 1979
Dopo il ritrovamento del corpo bruciato del presidente Ebrahim Raisi sui monti della provincia iraniana dell’Azerbaigian orientale, la Repubblica islamica ha cinquanta giorni per organizzare nuove elezioni e sei mesi per farle.
Per gli ayatollah significa portare il paese a un voto controllato nella fase di minore legittimità del sistema dalla rivoluzione islamica nel 1979.
Per quasi mezzo secolo la Repubblica islamica ha spiegato al mondo che la sua democrazia illiberale funziona così: c’è una selezione preventiva e rigida dei candidati, ma poi il gran numero di persone che si mette in fila per scegliere uno tra quelli ammessi è la prova che il sistema funziona – sono le folle di iraniani alle urne a legittimarlo. Negli anni dei riformisti e fino al 2009 l’affluenza si aggirava attorno al settanta per cento, poi le elezioni con cui Raisi ha vinto la presidenza, nel 2021, erano state le meno partecipate della storia. All’ultimo voto dopo la protesta Donna, vita, libertà – le parlamentari di marzo – nella capitale Teheran soltanto il venti per cento degli aventi diritto è andato ai seggi, e la metà ha votato scheda bianca. Significa che nella capitale il regime viene sconfessato da nove cittadini su dieci.
Ieri la Guida suprema Ali Khamenei, dopo lo schianto dell'elicottero del presidente, ha detto che nel paese “non ci saranno disagi” e ha chiesto agli iraniani di “non preoccuparsi”. In sostanza ammettendo che il perimetro della politica interna e soprattutto della politica estera lo decide lui (assieme ai pasdaran) e non dipende dal presidente in carica. In ogni caso ieri i famigliari delle vittime della repressione di piazza nel 2022 e quelli dei circa cinquemila prigionieri politici che Raisi, da capo della magistratura, aveva condannato a morte nel 1988 hanno festeggiato la notizia dell’incidente in elicottero e hanno postato i video dei loro brindisi online.
I conservatori inglesi