A Tbilisi

Il primo atto della presidente georgiana contro il governo

Micol Flammini

Salomé Zourabichvili ha dato la grazia al primo manifestante arrestato dalla polizia, Lazare Grigoriadis, che con i suoi tatuaggi e i capelli biondi è diventato il volto di una Georgia che Sogno georgiano non può controllare

Il volto di Lazare Grigoriadis non può non rimanere ben piantato nel ricordo. Gli occhi nerissimi sono circondati da un tatuaggio, sono lacrime o spade o raggi che si estendono da sotto le palpebre e arrivano a un passo dagli zigomi. Lo scorso anno i suoi capelli erano tinti di biondo  quando i georgiani manifestavano già contro l’idea del governo di promuovere e far passare la legge che punta a etichettare come “agenti stranieri” le organizzazioni non governative che ricevono almeno il 20 per cento di finanziamenti dall’estero e Lazare era sempre tra i manifestanti. Le proteste ebbero la meglio sulle intenzioni del governo, ma il ragazzo di ventidue anni finì in prigione. 

 

Un poliziotto  aveva visto Lazare lanciare molotov e dare fuoco a una macchina. Però, nel descrivere le scene che sosteneva di ricordare  con tanta vividezza, il poliziotto aveva detto che il colpevole aveva gli occhi neri, ma non aveva menzionato i vistosi tatuaggi di Lazare. Il ragazzo venne condannato a nove anni di carcere, il processo tirò fuori dettagli della sua vita personale, in aula si tentò di coinvolgere il suo rapporto burrascoso con il padre, il quale invece non fece un passo contro il figlio, lo difese e si assunse ogni responsabilità delle  liti frequenti e degli scontri fisici.

 

Al ragazzo venne imposto di rasarsi i capelli e per le strade di Tbilisi, prima che la protesta si placasse, iniziarono a vedersi  volti con lo stesso tatuaggio, era come se Lazare si fosse centuplicato, si fosse fuso in ogni manifestante. Un anno dopo, adesso che le proteste sono ricominciate e il principale partito di maggioranza, Sogno georgiano, ha ripreso a volere la legge sugli agenti stranieri e a reprimere le manifestazioni con più tenacia, Lazare Grigoriadis ha ricevuto la grazia  della presidente dalla Repubblica, Salomé Zourabichvili. E’ fuori di prigione e il suo primo messaggio è stato: sono pronto a protestare. 


Per la Pasqua ortodossa, la presidente ha deciso di graziare alcuni detenuti e tra loro ha incluso Lazare, il primo manifestante condannato per aver partecipato alle proteste,  diventato un simbolo delle manifestazioni e contro il quale Sogno georgiano si era accanito per i suoi capelli tinti, i tatuaggi e l’appartenenza a una generazione che chiede rassicurazioni e diritti.

 

Graziare Grigoriadis è una dichiarazione di intenti, la presidente si prepara a mettere il veto sulla legge che viene chiamata “legge russa” in quanto copia di una applicata in Russia per far crollare ogni forma di opposizione con poco sforzo ma grande successo: un agente straniero è costretto ad autodenunciarsi, se non lo fa deve pagare una multa spesso tanto insostenibile da essere costretto all’autodemolizione.

 

Sogno georgiano vorrebbe sfiduciare la presidente, ha provato a intraprendere una procedura di impeachment contro di lei a ottobre per i suoi viaggi all’estero. Il partito del miliardario Ivanishvili si preparava già  a riprovarci con l’approvazione della legge dello scandalo e voleva liberarsi del grande intoppo che Zourabichvili rappresenta. Il presidente è una figura cerimoniale in Georgia, Zourabichvili non è tra i leader più amati del paese, ma veti e grazie sono le sue armi. 

Di più su questi argomenti:
  • Micol Flammini
  • Micol Flammini è giornalista del Foglio. Scrive di Europa, soprattutto orientale, di Russia, di Israele, di storie, di personaggi, qualche volta di libri, calpestando volentieri il confine tra politica internazionale e letteratura. Ha studiato tra Udine e Cracovia, tra Mosca e Varsavia e si è ritrovata a Roma, un po’ per lavoro, tanto per amore. Sul Foglio cura con Paola Peduzzi l’inserto EuPorn in cui racconta il lato sexy dell’Europa, ed è anche un podcast.