Atacms a Kyiv

Cosa farà la resistenza ucraina con i nuovi missili che colpiscono a 300 chilometri

Cecilia Sala

Gli Atacms americani sono già nelle mani dei soldati di Kyiv e sono la versione agli steroidi dell'arma che rivoluzionò il campo di battaglia in favore degli ucraini nel 2022

Quando nel 2014 Vladimir Putin occupò la Crimea, cominciò subito a militarizzare la penisola convertendola in una grande piattaforma di lancio che, otto anni dopo, nel 2022, si è rivelata indispensabile per conquistare e tenere con le armi il diciotto per cento di tutta l’Ucraina. Adesso gli americani hanno spedito in segreto a Kyiv l’arma giusta per colpire la gigantesca base militare russa a forma di penisola da cui partono centinaia di missili ogni anno e che serve a rifornire l’esercito di occupazione sia in Donbas sia nel sud, nelle regioni di Zaporizhzhia e di Kherson. 

L’arma giusta si chiama Atacms e gli ucraini la chiedevano da un anno e mezzo. Il “Sistema missilistico tattico dell’esercito” americano (l’acronimo in inglese è appunto Atacms) è fatto di missili balistici molto precisi e relativamente semplici da lanciare che possono sparare a un obiettivo lontano trecento chilometri con la quasi certezza di centrarlo, perché vantano un margine di errore di pochi metri. 

La tecnologia alla base degli Atacms è la stessa che ha già rivoluzionato il campo di battaglia in favore della resistenza ucraina quasi due anni fa.  I proiettili Atacms si montano sui sistemi Himars che, quando  arrivarono in Ucraina la prima volta a giugno del 2022, resero possibili le controffensive riuscite di Kyiv a settembre e a novembre dello stesso anno. Allora i proiettili per Himars di cui disponevano i soldati ucraini erano soltanto quelli che possono sparare da una distanza massima di ottanta chilometri. Oggi con gli Atacms la tecnologia è la stessa – di conseguenza gli ucraini la conoscono bene e sono abituati a manovrarla – ma la gittata dei nuovi proiettili permette di colpire le basi militari e i depositi di munizioni che i russi hanno piazzato in profondità nel territorio occupato fino a una distanza più che tripla. 

Dopo che  l’esercito di Kyiv aveva sfondato le linee russe nel nord-est liberando la regione di Kharkiv a settembre del 2022, e dopo che la campagna di bombardamenti contro i depositi di armi e le linee logistiche dell’esercito di Putin  aveva portato al ritiro dei soldati di Mosca da Kherson a novembre del 2022, il generale russo Sergey Surovikin aveva ordinato a tutte le sue truppe di spostare le munizioni e i centri di comando più lontano dalla linea del fronte per proteggerli  dai colpi degli Himars. A quel punto l’utilità dei razzi americani con una gittata di al massimo ottanta chilometri è diminuita perché gli obiettivi militari di valore si sono spostati tutti più lontano e Volodymy Zelensky ha cominciato a chiedere a Joe Biden gli Atacms. 

I primi Atacms a lunga gittata sono arrivati in segreto a Kyiv nelle scorse settimane e gli  ucraini li hanno messi a lavoro sul campo otto giorni fa. Il segreto è una prassi quando si inaugura una  fornitura militare del tutto nuova (per un tipo di arma che non era mai stato inserito in un pacchetto di aiuti militari prima) perché altrimenti si perderebbe il vantaggio dell’effetto sorpresa al primo utilizzo e si darebbe all’esercito di occupazione il tempo di organizzarsi per provare a parare il colpo. 

Mercoledì 18 aprile i soldati ucraini hanno centrato una base dell’aviazione di Mosca a Dzhankoi, nella penisola militarizzata di Crimea, a centocinquanta chilometri dalla linea del fronte, usando per la prima volta i nuovi missili Atacms. Quella base ospita jet da combattimento, elicotteri da guerra, piloti e sistemi della contraerea russa S-300 e S-400, che valgono ottocento milioni di dollari l’uno e sono i più sofisticati che Mosca abbia a disposizione. All’alba di giovedì scorso  le immagini satellitari dei danni alla base, raccolte da Planet Labs, mostravano crateri sull’erba che avevano subito fatto dire agli esperti: questi sembrano proprio i crateri che lasciano in terra gli Atacms americani. Le immagini diffuse da Planet Labs fanno vedere buone notizie per Kyiv e fanno pensare che almeno quattro componenti dei sistemi S-300 o di un sistema S-400 siano state incendiate. Il giorno dopo, il 19 aprile, i soldati ucraini hanno usato di nuovo gli Atacms per colpire le installazioni militari dell’esercito di occupazione nelle città portuale di Berdyansk che –  come Mariupol o Dzhankoi – fino a poco tempo fa era fuori dalla portata delle armi convenzionali di Kyiv. 

Erano stati per primi gli inglesi, con i loro Storm shadow, a far cadere il tabù dei missili a lungo raggio per gli ucraini. Ma gli Storm shadow sono molto  delicati e complicati da usare perché vanno montati sugli aerei. I britannici hanno preso l’iniziativa, gli americani ora li  seguono con un’arma più potente e più pratica che non ha un equivalente al mondo.