relazioni speciali

L'auto di lusso che Putin ha regalato a Kim ci dice molto della relazione fra i due leader

E' arrivata a Pyongyang una Aurus executive nuova di zecca

Giulia Pompili

Mosca viola le sanzioni del Consiglio di sicurezza dell'Onu che pure la Russia ha approvato nel 2017 contro la Corea del nord. Così l'amicizia con Pyongyang ha rinvigorito la capacità bellica russa

Gli amici si vedono anche dai regali che fanno, e il presidente della Federazione russa Vladimir Putin tiene molto a questo tipo di cerimoniale. Lo scorso 18 febbraio l’agenzia statale nordcoreana Kcna ha fatto sapere che una “auto made in Russia” era stata regalata da Putin al dittatore nordcoreano Kim Jong Un “per uso personale”. “E’ una chiara dimostrazione della relazione speciale tra i nostri due paesi”, avrebbero commentato la sorella del leader, Kim Yo Jong, e il capo delle Forze armate nordcoreane Pak Jong Chon accogliendo in aeroporto il presente. Ieri il portavoce del Cremlino, Dmitri Peskov, ha confermato che l'auto consegnata a Kim è una Aurus executive, una linea deluxe che la casa automobilistica russa ha iniziato a produrre solo un mese fa.

Kim Jong Un sarebbe il primo leader a ricevere in regalo l’auto: secondo la Tass, oltre a Putin soltanto il presidente del Turkmenistan, Serdar Berdimuhamedow, ha una Aurus, ma se la sarebbe comprata da solo. La conferma del regalo al leader nordcoreano, da parte del Cremlino, è anche un messaggio politico perché in realtà certi doni alla Corea del nord sono vietati a causa di una risoluzione votata e accolta anche dalla Russia in quanto membro permanente del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite. Si tratta della risoluzione 2397 del Consiglio, approvata nel dicembre 2017, in uno dei periodi di massima tensione con Pyongyang – tensione che aveva allarmato anche Mosca e Pechino, che allora erano d’accordo con le sanzioni economiche contro la Corea del nord. La risoluzione stabilisce che "tutti gli Stati membri vietano la fornitura, la vendita o il trasferimento diretto o indiretto alla Corea del nord… di qualunque tipo di veicoli da trasporto". Non si fa alcuna eccezione per i regali. Putin sembra voler dire che se il mondo è cambiato, anche la sua relazione con le decisioni prese dal Consiglio di sicurezza lo è, anche con quelle decisioni sostenute dalla Russia in passato.

 

 

Per Kim il regalo di Putin è particolarmente gradito. Il leader nordcoreano nel 2018 acquistò due Mercedes-Benz S-class 600 Long Guard, limousine tedesche da oltre 400 mila euro di valore ciascuna, che poi furono spedite in Italia. Nel nostro paese, grazie a un articolato sistema di elusione delle sanzioni (e la superficialità di qualcuno) furono rese antiproiettili da un’azienda abruzzese e poi spedite da una compagnia di logistica italiana attraverso il porto di Rotterdam verso Hong Kong e quindi a Pyongyang (la notizia fu rivelata il 17 aprile del 2020 da un’inchiesta di NkNews in collaborazione con questo giornale). Se le Mercedes dovessero essere sostituite con la Aurus nuova di zecca, magari usata principalmente dal leader Kim, il rimpiazzo avrebbe anche un messaggio politico: non abbiamo bisogno di automobili di lusso europee, gli amici della Corea del nord ce ne forniscono di migliori – in un paese dove secondo l’ultimo rapporto delle Nazioni Unite "alcune persone stanno morendo di fame, altre sono morte a causa della combinazione di malnutrizione, malattie e mancanza di accesso all'assistenza sanitaria".

Putin in visita a Pyongyang nel 2000 in compagnia del padre dell'attuale leader, Kim Jong Il (Olycom)

 

Nel settembre scorso, durante la sua lunga visita in Russia per cementare la collaborazione utilitaristica tra i due leader, Kim Jong Un, appassionato di auto, era rimasto molto affascinato dalla limousine di Putin, una Aurus Senate blindata. I due leader, al cosmodromo di Vostochny, erano rimasti chiusi dentro a parlare, da soli, per almeno cinque minuti. Diversi analisti della figura di Putin avevano notato un atteggiamento stranamente generoso da parte del presidente russo, che non solo era arrivato al cosmodromo in anticipo rispetto all’invitato – un’anomalia per lo standard di Putin, che è solito manifestare il suo potere anche con i ritardi estremi agli appuntamenti – e aveva regalato a Kim diverse cose, tra cui un guanto da cosmonauta e una carabina. In cambio, come sappiamo, la Corea del nord ha aumentato enormemente la produzione di armamenti e ha già consegnato alla Russia un milione di munizioni per l’artiglieria e un numero imprecisato di missili a medio e corto raggio, anche se sia Mosca sia Pyongyang continuano a negare la transazione. Ma sul campo, nella guerra contro l'Ucraina, all'improvviso i soldati russi sembrano avere più capacità bellica. 

Il leader nordcoreano Kim Jong Un nella sua Mercedes blindata al cosmodromo russo di Vostochny il 13 settembre 2023 (Kcna) 

 

Ieri l’ong investigativa inglese Conflict Armament Research (Car) ha pubblicato i risultati di un’analisi dei 290 resti di un missile balistico nordcoreano recuperato a gennaio nell’area di Kharkiv, in Ucraina, e ha scoperto che il 75 per cento dei componenti, soprattutto chip che servono ai sistemi di navigazione, è stato progettato e venduto da aziende americane, il 16 per cento da aziende europee e il 9 per cento da aziende asiatiche. Per decenni il problema dell’elusione delle sanzioni da parte della Corea del nord è stato minimizzato, e ora ne paga il prezzo soprattutto l’Ucraina.

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  • Giulia Pompili
  • È nata il 4 luglio. Giornalista del Foglio da più di un decennio, scrive soprattutto di Asia orientale, di Giappone e Coree, di Cina e dei suoi rapporti con il resto del mondo, ma anche di sicurezza, Difesa e politica internazionale. È autrice della newsletter settimanale Katane, la prima in italiano sull’area dell’Indo-Pacifico, e ha scritto tre libri: "Sotto lo stesso cielo. Giappone, Taiwan e Corea, i rivali di Pechino che stanno facendo grande l'Asia", “Al cuore dell’Italia. Come Russia e Cina stanno cercando di conquistare il paese” con Valerio Valentini (entrambi per Mondadori), e “Belli da morire. Il lato oscuro del K-pop” (Rizzoli Lizard). È terzo dan di kendo.