editoriali

L'equipaggio della Rubymar costretta a lasciare la nave dopo un attacco houthi

Redazione

Nonostante il lancio della controffensiva anglo-americana, che aveva portato a una riduzione degli attacchi degli houthi nelle ultime due settimane, la minaccia nel Mar Rosso è ancora viva

Per la prima volta dal 7 ottobre, l’equipaggio di un mercantile in transito nel Golfo di Aden ha dovuto abbandonare la nave, colpita da un missile lanciato dagli houthi. Il Rubymar, questo è il nome del cargo, batte bandiera del Belize ma risulta di proprietà britannica. Era salpato da Ras al Khair, in Arabia Saudita, ed era diretto al porto di Varna, in Bulgaria. Secondo il Comando centrale degli Stati Uniti, l’attacco è avvenuto domenica sera e l’equipaggio è stato tratto in salvo da un’altra nave mercantile che era giunta sul posto per prestare soccorso insieme a un’unità militare americana.

 

Nella serata di ieri, il portavoce degli houthi, Yahya Saree, ha confermato che un missile ha causato “danni catastrofici” alla nave. Saree ha anche rivendicato l’abbattimento di un drone Reaper americano nei pressi del porto di Hodeida – una notizia che al momento non trova conferme – e l’attacco ad altre due navi mercantili americane. Una è la Sea Champion, battente bandiera greca, e l’altra è la Navis Fortuna.

 

L’evento che ha interessato il Rubymar è uno dei più eclatanti dall’inizio dell’offensiva lanciata da Ansar Allah nel Mar Rosso, dai tempi del sequestro della Galaxy Leader avvenuto tre mesi fa. L’attacco è avvenuto vicino allo Stretto di Bab al Mandab, che è sotto il controllo degli uomini di Ansar Allah. Da diversi giorni la gran parte degli attacchi degli houthi si sta concentrando proprio lì perché è più semplice colpire quel tratto di mare che è  davanti alle coste che sono sotto il loro diretto controllo. Nonostante il lancio della controffensiva anglo-americana, che aveva portato a una riduzione degli attacchi degli houthi nelle ultime due settimane, la minaccia nel Mar Rosso è ancora viva. Un motivo in più per rendere la nuova missione europea – e a comando italiano – Aspides, lanciata ieri, ancora più importante per assicurare la difesa della navigazione in un tratto di mare cruciale per i commerci globali

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