L'ospedale a Safed dopo i bombardamenti dal Libano (Foto LaPresse) 

editoriali

Hezbollah spara sul nord di Israele, Israele risponde. In tutto questo, dov'è l'Onu?

Redazione

I terroristi libanesi lanciano missili ogni giorno violando una risoluzione dietro l’altra, e il Palazzo di vetro non fiata. 80 mila israeliani si sono rifugiati a sud

La forza d’attacco di Hezbollah, conosciuta come “Radwan”, è più grande e meglio addestrata dell’equivalente di Hamas, la “Nukhba”, responsabile del 7 ottobre. Se i palestinesi hanno lanciato 9 mila razzi dall’inizio della guerra, si ritiene che Hezbollah abbia un arsenale tale che l’esercito israeliano prevede in caso di guerra più di 4 mila lanci al giorno, una portata che i civili israeliani non hanno mai sperimentato. Oggi Hezbollah ha sparato sul nord di Israele, causando un morto a Safed e numerosi feriti. E’ di quattro morti invece il bilancio dei raid aerei lanciati in Libano dall’esercito israeliano. Non sono mai andati così vicini all’apertura anche di un fronte nord

Intanto ciò che Hezbollah ha già ottenuto, anche senza una guerra su vasta scala, diventa chiaro se ci si avvicina al confine. Tutto il nord di Israele, in una fascia di cinque chilometri, è diventata una “no man’s land”: 28 fra moshav, kibbutz e comunità evacuate, con 80 mila israeliani che si sono rifugiati a sud. In tutto questo, dov’è l’Onu? Un’organizzazione terroristica, lo stato nello stato libanese, lancia missili sul suo vicino con cui dal 2000 non ha più contenziosi territoriali e vìola una risoluzione Onu dietro l’altra, e il Palazzo di vetro non fiata.

Gli israeliani vicino al confine con il Libano hanno lanciato una campagna sui social chiamata “1701 o 10.07”. Il numero 1701 si riferisce alla risoluzione del Consiglio di sicurezza che pose fine alla seconda guerra in Libano del 2006, secondo la quale non doveva esserci “personale armato, postazioni e armi” tra il confine di Israele e il fiume Litani “che non siano quelle dell’esercito libanese e delle forze Unifil”. La data 10.07 è  un riferimento al massacro perpetrato da Hamas. Il messaggio della campagna è chiaro: riportate Hezbollah al di là del fiume Litani, oppure sarà solo questione di tempo prima che un massacro come quello avvenuto nel sud d’Israele il 7 ottobre venga replicato nel nord dai commando filoiraniani di Hezbollah. E in tutto questo, dove sono gli occidentali di “cessate il fuoco”?

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