Una donna cammina sotto un cartellone della compagnia satellitare iraniana Qased in una zona residenziale di Teheran (Morteza Nikoubazl/NurPhoto) 

il contagio

Cosa sappiamo degli attacchi incrociati tra Pakistan e Iran

Enrico Cicchetti

Islamabad risponde all'attacco di Teheran di martedì scorso e colpisce con jet e droni il territorio iraniano. Un nuovo focolaio di guerra?

Nella notte tra mercoledì e giovedì il Pakistan ha compiuto attacchi sul territorio dell'Iran. Il ministero degli Esteri pakistano ha detto che l'esercito ha condotto "attacchi militari di precisione" contro nascondigli di terroristi nel sud-est dell'Iran e ha aggiunto che alcuni miliziani sono stati uccisi, perché si sapeva di "imminenti attività terroristiche su larga scala contro il Pakistan". Si potrebbe però trattare di una risposta all'aggressione delle forze iraniane, che martedì 16 gennaio hanno lanciato dei missili sul territorio pakistano, contro quelle che, secondo loro, erano due basi del gruppo sunnita Jaish al Adl

Il gruppo separatista, inserito nella lista di quelli terroristi sia del governo di Teheran sia degli Stati Uniti, opera nel Belucistan, al confine con il Pakistan, una regione abitata da un’ampia popolazione sunnita. Le autorità pakistane hanno respinto la tesi di Teheran, e hanno invece parlato di vittime civili.

 

Il Pakistan sostiene da tempo che i separatisti beluci, che da decenni conducono un'insurrezione di basso livello nella provincia del Pakistan sud-occidentale, abbiano dei nascondigli oltre il confine, in Iran. L'Iran ha anche accusato il Pakistan di non fare abbastanza per contenere i miliziani che hanno preso di mira la sicurezza iraniana.

   

"Dopo l'attacco mattutino del Pakistan contro un villaggio di confine nella provincia del Sistan e Belucistan, un'ora fa l'incaricato d'affari pachistano a Teheran è stato convocato al ministero degli Esteri per una spiegazione", riporta l'agenzia di stampa Tasnim. Il primo ministro ad interim del Pakistan, Anwar-ul-Haq Kakar, lascerà in anticipo il World Economic Forum di Davos. Secondo il New York Times, un alto funzionario della sicurezza pakistana, parlando a condizione di anonimato, ha detto che jet da combattimento e droni dell'aeronautica militare del Pakistan hanno colpito almeno sette località utilizzate dai separatisti beluci a circa 50 chilometri dal confine. L’agenzia di stampa iraniana Irna ha confermato che nella notte ci sono state diverse esplosioni intorno alla città di Saravan e la tv di stato iraniana dice che nell'attacco sono morte nove persone, due uomini, tre donne e quattro bambini. Il governo pakistano aveva definito l’attacco iraniano di martedì scorso "completamente inaccettabile" e aveva detto che ci sarebbero state "serie conseguenze". 

    

Dall'inizio della guerra a Gaza, l'Iran ha utilizzato le sue forze di interposizione contro Israele e i suoi alleati. Queste azioni, e gli attacchi iraniani contro altri paesi della regione - come quelli di martedì 16 gennaio in Iraq (contro un "quartier generale" del Mossad, secondo Teheran) e Siria (contro "gruppi terroristici anti iraniani", forsee una ritorsione contro l’attentato avvenuto a Kerman, in Iran, all’inizio di gennaio) - fanno temere un'escalation del conflitto in medio oriente. Da una parte Teheran cerca di proiettare un'immagine di forza dopo che i recenti attacchi all'interno dei suoi confini lo hanno fatto apparire vulnerabile. Dall'altra, entrambi gli attori in campo hanno forti incentivi a lasciare che le tensioni si calmino ora che il Pakistan ha risposto, poiché nessuno dei due avrebbe da guadagnare da una escalation militare. Il Pakistan del resto ha usato un linguaggio attento: ha detto di aver preso di mira "terroristi" e non l’Iran. Ciò potrebbe suggerire che Islamabad stia cercando di non infiammare ulteriormente la situazione.

 

Di più su questi argomenti:
  • Enrico Cicchetti
  • Nato nelle terre di Virgilio in un afoso settembre del 1987, cerca refrigerio in quelle di Enea. Al Foglio dal 2016. Su Twitter è @e_cicchetti