Editoriali
Il governo si rassegni: anche sui migranti, Olaf Scholz ci aiuta più di Viktor Orbán
I ministri dell'Interno europei riuniti in Consiglio dovrebbero riuscire a sbloccare lo stallo sul nuovo Patto su migrazione e asilo. Anche grazie all'aiuto della Germania
I ministri dell’Interno dell’Unione europea oggi dovrebbero riuscire a sbloccare lo stallo sui negoziati sul nuovo Patto su migrazione e asilo, dopo che il cancelliere tedesco, Olaf Scholz, ha deciso di sconfessare il suo ministro degli Esteri, la verde Annalena Baerbock, troppo attenta al rispetto dei diritti dei richiedenti asilo. Finora la Germania aveva rifiutato di dare il via libera al “regolamento crisi” – uno dei pilastri del Patto migratorio – che prevede una serie di deroghe per i paesi in caso di afflusso straordinario.
Anche Polonia, Ungheria, Repubblica ceca e Austria sono contrarie, ma per ragioni opposte alla Germania: la loro pretesa è di cancellare tutte le regole dell’Ue sull’accoglienza e il rispetto dei diritti. Questa coalizione innaturale finora ha impedito ai governi di trovare una maggioranza qualificata sul “regolamento crisi”. Il Parlamento europeo ha reagito sospendendo i negoziati su altri due regolamenti del Patto migratorio. Lo stallo mette a rischio la riforma delle regole di Dublino prima delle elezioni europee. Scholz ha ragioni interne per adottare una posizione più ferma sui migranti: la Germania, sottoposta a una pressione più forte dell’Italia, ha introdotto controlli di polizia ai confini con Polonia e Repubblica ceca. Ma, nonostante gli attacchi del governo Meloni sui finanziamenti alle ong, Scholz sta dando una mano all’Italia.
Secondo l’Ue, il nuovo Patto migratorio è un miglioramento per i paesi di primo ingresso. Il leader che non si comporta da paese “amico” (parole di Guido Crosetto) e che commette un “atto ostile” (parole di Matteo Salvini) alla fine salva l’Italia di Meloni. Tutto il contrario dell’alleato Viktor Orbán, che ha accusato l’Ue di “farci ingoiare il fallito Patto sui migranti prima delle prossime elezioni europee” per costringere l’Ungheria a “farli entrare”. Secondo Orbán, è “un’altra idea folle” dell’Ue. In realtà, la vera follia è credere che Orbán possa essere più utile agli interessi dell’Italia di Olaf Scholz.
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