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Altro che "Zelensky lasciato solo e senza armi": l'alleanza pro Ucraina è solida

Redazione

Il presidente americano Joe Biden ha detto al presidente ucraino che gli fornirà i missili a lungo raggio, quegli Atacms che sono indispensabili per far avanzare le forze ucraine contro l’esercito russo che occupa l’est e il sud del paese

Mentre politici, commentatori e media si dilungavano sugli sgarbi dello speaker repubblicano del Congresso americano a Volodymyr Zelensky – non lo ha fatto parlare davanti ai parlamentari – e sulle frasi elettorali del premier polacco sentenziando la fine dello slancio occidentale a sostegno dell’Ucraina; mentre questi stessi opinion maker, diciamo così, dicevano che l’America si è stufata di inviare armi alla difesa ucraina perché la controffensiva è un fallimento non recuperabile; mentre il quotidiano il Fatto trovava la sintesi nel titolo a tutta pagina “Zelensky lasciato solo senza parola né armi”, il presidente americano Joe Biden diceva al presidente ucraino in visita che gli fornirà i missili a lungo raggio, quegli Atacms che sono indispensabili per far avanzare le forze ucraine contro l’esercito russo che occupa l’est e il sud del paese.

 

Da settimane si rincorrono voci contrastanti su questa fornitura e al di là dello spazio maggiore che viene sempre riservato a chi dice che gli Atacms non arriveranno nonostante le richieste di Kyiv, la questione è molto delicata e  dibattuta dentro l’Amministrazione americana: lo stesso consigliere del presidente, Jake Sullivan, è stato cauto sul tema discutendone pubblicamente in questi giorni. Come già in passato, gli alleati non prendono alla leggera le decisioni sulle forniture di armi – è accaduto con i carri armati e con gli aerei – ne valutano e discutono l’utilità e le conseguenze potenziali.

 

Poi  ha la meglio non l’insistenza ucraina quanto la flessibilità strategica delle operazioni sul campo: poiché  l’esercito russo ha cambiato le sue tattiche è necessario per chi si difende fare lo stesso. E’ l’Ucraina che deve adattarsi all’aggressione di Vladimir Putin – e così tutta l’alleanza che la sostiene, che essendo democratica discute e  si divide sulle scelte senza per questo abbandonare nessuno – così come è l’Ucraina che deve continuare a difendersi quando vorrebbe che la guerra finisse oggi stesso, ma chi può farla finire, cioè Putin, non lo fa. 
 

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