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editoriali

Trump ruba ancora la scena in America

Redazione

Senza un’idea, ma solo accuse, il suo blaterare nel programma su Twitter di Tucker Carlson vince sul dibattito repubblicano

Chiamiamola intervista, ma è stato più un monologo rinforzato quello di Trump nel programma su Twitter di Tucker Carlson. Il presentatore cacciato dalla Fox, gongolante per non dover rispettare alcuna costrizione di un network mainstream, si è limitato a fare da spalla al blaterare di un uomo incapace di perdere le elezioni, per nulla spaventato dagli altri contendenti repubblicani che mercoledì sera si sono sfidati sul palco di Milwaukee. Non c’è stato nessun momento in cui l’ex presidente sia stato minimamente messo in difficoltà da qualche domanda sulla sua condotta, o sulle quattro incriminazioni in cui è coinvolto, tra Georgia e New York, file top secret nascosti a Mar-a-Lago o pagamenti a pornostar. E nemmeno sulla violenza che abbiamo visto il 6 gennaio 2021 quando le folle aizzate dai suoi tweet e dai suoi discorsi hanno assaltato il Campidoglio. “Credo che fosse la folla più grande a cui abbia mai parlato in vita mia, e per alcuni è stato il giorno più bello della loro vita. C’erano amore e unità in quella folla. Non ho mai visto così tanto spirito, passione e amore. E allo stesso tempo non ho mai visto così tanto odio per quello che loro hanno fatto al nostro paese”, ha detto Trump. Loro, i democratici, l’establishment? Non è chiaro. Ma è chiaro che Trump nei 46 minuti di chiacchiere non ha perso tempo ad attaccare i contendenti del Gop concentrandosi su Biden, “incompetente” e “corrotto”. E poi ha ribadito che i democratici hanno rubato le elezioni e che Biden non è il presidente legittimo. Ma nonostante la ripetitività, il piccolo show è riuscito, superate dopo 12 ore le cento milioni di visualizzazioni, a rubare la scena come un prestigiatore egocentrico.

Il Trump seduto davanti a Carlson nel salotto del New Jersey è lo stesso che prima di venerdì deve consegnarsi alle autorità della Fulton County, dove gli pendono sulla testa decine di capi d’accusa, tra cui sedizione. Il partito sembra spacciato, costretto a incoronare tra qualche mese un candidato che passa più tempo nei tribunali che sui campi da golf.