Maros Sefcovic (foto Ansa)

Editoriali

Il Green deal prudente di Sefcovic

Redazione

Il primo tweet del commissario Ue, scelto da von der Leyen per sostituire Timmermans, è benvenuto. Ora servono atti concreti

Il primo tweet di Maros Sefcovic come vicepresidente della Commissione responsabile del Green deal è incoraggiante. “Gli europei meritano una transizione verde giusta. Nel momento in cui puntiamo a raggiungere la neutralità climatica entro il 2050, dobbiamo assicurarci che ciò avvenga in modo equo e inclusivo, con crescita e posti di lavoro per tutti”, ha scritto il commissario slovacco, che Ursula von der Leyen ha scelto per prendere il posto dell’olandese Frans Timmermans.

 

Il messaggio segna un cambio di tono benvenuto. Timmermans era percepito come un integralista della causa “green”, incurante delle ripercussioni su imprese e cittadini pur di realizzare la transizione. Sefcovic, che viene da un paese dell’est e appartiene alla famiglia socialista, ha scelto di dare enfasi alle conseguenze economiche e sociali del Green deal.

 

Ci possono essere ragioni tattiche dietro al nuovo approccio prudente. Se vuole un secondo mandato, von der Leyen deve tenersi buona una maggioranza di capi di stato e di governo. Tra i 27, in molti ritengono l’approccio della sua Commissione sul Green deal troppo radicale. Anche dentro il Parlamento europeo la “maggioranza Ursula” mostra crepe sulla transizione, come dimostra il voto contrario del Partito popolare europeo sulla legge sul ripristino della natura a luglio. Menzionando crescita, equità e posti di lavoro, Sefcovic dà un colpo al cerchio dei popolari e un colpo alla botte socialista.

 

I fatti diranno se il cambio di tono si trasformerà in atti concreti. Prima della fine della legislatura, la Commissione può giocare il ruolo di mediatore su decine di provvedimenti del Green deal ancora da approvare. La Cop 28 è un altro banco di prova: l’esperienza dimostra che la strategia di Timmermans di fare dell’Ue il primo della classe mondiale non incoraggia sempre gli altri (come la Cina) a seguire. Il Green deal è indispensabile. Ma non potrà essere realizzato se i cittadini giungeranno alla conclusione che è una transizione fatta solo di sacrifici.

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