La reazione dei soldati ucraini in Donbas

Il semi golpe di Prigozhin risolve problemi alla controffensiva di Kyiv

La zona di Bakhmut è quella dove la presenza della Wagner è più massiccia e ora si vede il vuoto lasciato dai mercenari mandati a occupare le città russe. E' anche la zona dove si vedono meglio le nuove opportunità per Kyiv

Cecilia Sala

La marcia verso Mosca distrae sia gli uomini della Wagner sia quelli delle Forze armate russe che adesso li devono fronteggiare in casa e riporta parte dei mercenari e dei soldati regolari russi dove Kyiv ha sempre sperato che rimanessero: in Russia

Nord di Bakhmut, dalla nostra inviata. Il semi golpe di Yevgeny Prigozhin in Russia è una notizia che viene festeggiata dalla Decima brigata dell’esercito ucraino che ha affrontato la Wagner a Soledar e Bakhmut e che adesso qui combatte lungo una delle direttrici della controffensiva, quella nell’est. “Se da questa zona si tolgono di mezzo quelli della Wagner, alcune delle nostre operazioni aggressive possono essere anticipate e hanno più probabilità di successo”, dice al Foglio il capitano Nikita, 28 anni. 

Nella notte abbiamo visto per la prima volta combattenti russi girare i propri cannoni e marciare in senso opposto: dall’Ucraina verso la Russia. Lungo la linea del fronte, è in questa porzione del Donetsk che negli ultimi mesi ci sono state le battaglie più sanguinose e l’unica, costosissima, conquista dell’offensiva invernale russa: la presa di Bakhmut e, prima, della sua città gemella Soledar. Questo territorio è quello dove la presenza dei mercenari della Wagner è più massiccia e – con Prigozhin che svuota l’Ucraina dei propri uomini per mandarli a occupare città russe da più di un milione di abitanti come Rostov e Voronezh – quello dove si vede meglio il vuoto che lasciano, che corrisponde a un vantaggio diretto per i soldati di Kyiv. 

Andarsene non è l’unico regalo fatto agli ucraini. La Wagner ha preso il controllo di uno snodo militare fondamentale per la guerra di aggressione di Putin come quello di Rosotv, nell’ovest della Russia al confine con il Donbas, senza il quale per Mosca sarà più complicato rifornire i soldati che rispondono al ministero della Difesa e che sono rimasti in Ucraina a combattere: quelli regolari.

Dalle posizioni della Decima brigata a nord di Bakhmut, separate da due chilometri di prato dalla prima linea dei russi, si vede l’altura oltre la quale c’è il campo base della Wagner che, secondo Prigozhin, sarebbe stato bombardato dai suoi nemici interni – i generali dell’esercito russo e in particolare il ministro della Difesa Sergei Shoigu – con “enormi” perdite tra i suoi uomini. E’ l’evento che Prigozhin ha usato come pretesto per dare inizio al tentativo in corso di “marciare su Mosca”.  

Poche ore prima dell’annuncio con cui il capo della Wagner ha dichiarato guerra alle Forze armate del suo paese, avevamo chiesto alla Decima brigata quale battaglione russo pregassero di non trovarsi più di fronte. “Yevgeny Prigozhin. Quelli della Wagner che abbiamo conosciuto a Bakhmut non sono umani, marciano in seicento e mentre gli spari addosso non si scompongono, crollano a terra soltanto quelli che hai ucciso e gli altri continuano a venire verso di te come gli zombie. Devono essere drogati perché anche al combattente più abile del mondo viene spontaneo abbassare la testa quando gli esplode qualcosa a un metro di distanza, loro restano immobili”, dice Buba, un quarantenne che di mestiere spara con il mortaio ed è il più esperto del gruppo. Cinque ore dopo il discorso di Prigozhin, Buba e i suoi compagni stavano cantando e brindando con birra ucraina in trincea. Dal loro punto di vista, la mossa di Prigozhin distrae sia gli uomini della Wagner sia quelli delle Forze armate russe che adesso li devono fronteggiare in casa dal bombardare le posizioni degli ucraini, e riporta parte dei mercenari e dei soldati regolari russi dove Kyiv ha sempre sperato che rimanessero: in Russia.