Che cosa sappiamo della distruzione della diga di Nova Kakhovka, nel sud dell'Ucraina

Accuse reciproche tra Kyiv e Mosca. La struttura si trova sul fiume Dnipro, nella regione di Kherson, in una zona occupata dai russi. I rischi per le città a valle e i timori per la centrale nucleare di Zaporizhzhia, a monte, che usa l'acqua per raffreddare i reattori

L'Ucraina accusa la Russia di aver provocato un'esplosione che ha aperto una breccia in una grande diga di una centrale idroelettrica sul fiume Dnipro, nella regione meridionale di Kherson. Ciò sembra plausibile, nell'ottica di una risposta russa alla controffensiva ucraina che, dopo molti annunci, in questi giorni sembra finalmente essere scattata. Mosca dunque potrebbe avere temuto che le forze ucraine utilizzassero la strada sopra la diga per muovere truppe oltre il fiume, nel territorio controllato dall'esercito di Putin. La diga si trova infatti nella città occupata dai russi di Nova Kakhovka, ora sott'acqua, secondo quanto riferito dall'agenzia di stampa statale russa Tass. Il sindaco della città, insediato da Mosca, ha accusato a sua volta Kyiv dell’esplosione che ha causato la distruzione della struttura. 

    

   

La centrale idroelettrica di Kakhovka è stata completamente distrutta "a seguito dell'esplosione della sala macchine dall'interno" e non è riparabile, riferisce l'emittente statale ucraina Suspilne, che cita la società statale Ukrhydroenergo. L'operatore gestisce numerose centrali idroelettriche lungo i fiumi Dnipro e Dniester.

 

In rete circolano video che mostrerebbero il momento dell'esplosione. Alcuni di questi però non sono riferiti alla diga di Kakhovka: uno in particolare, nel quale si vede un'enorme deflagrazione e che sembra il filmato di una telecamera di sicurezza, è stato in realtà girato nel 2022. Al momento non si capisce chi o cosa abbia provocato il danneggiamento della diga. I video che condividiamo in questa pagina sono stati invece verificati dal servizio di BBC che si occupa di queste indagini.

         
Quello che è certo è che una grande mole d'acqua si sta riversando sui territori a valle della diga. L'acqua sta esondando dal corso del fiume Dnipro e c'è il rischio di inondazioni catastrofiche per la città di Kherson. Il capo della regione, Oleksandr Prokudin, in un videomessaggio pubblicato sui social network, avverte che i livelli dell'acqua nel fiume saranno "critici" entro cinque ore. L'evacuazione dei residenti che vivono nelle aree minacciate sulla riva occidentale del Dnipro, controllata dall'Ucraina, è già iniziata. Prokudin ha lanciato anche un appello agli abitanti della sponda opposta - attualmente sotto il controllo russo - affinché lascino immediatamente le loro case. Le evacuazioni sono in corso in tutta la regione con almeno 16.000 persone a rischio a causa delle acque alluvionali, ha detto un governatore ucraino. 

   

     

Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha convocato una riunione di emergenza del Consiglio nazionale per la sicurezza e la difesa del paese. E, su Telegram, ha menzionato alcune delle cose discusse in quell'incontro. Zelensky ha accusato la Russia di aver fatto saltare in aria le strutture della diga idroelettrica "dall'interno" intorno alle 02:50 ora locale e ha detto che circa 80 città e villaggi potrebbero essere colpiti dalle inondazioni. Il governo di Kyiv e i servizi pubblici stanno facendo "tutto il possibile per salvare le persone", ha aggiunto il presidente ucraino, e ha confermato che è stato dato ordine di evacuare quanto prima coloro che vivono nelle "zone a rischio".

  

Charles Michel, presidente del Consiglio europeo, si dice "scioccato dall'attacco senza precedenti" e che "la distruzione di infrastrutture civili si qualifica chiaramente come crimine di guerra". Michel incolpa la Russia per l'attacco e aggiunge che proporrà maggiore assistenza alle aree alluvionate in un prossimo vertice dei leader dell'Ue a Bruxelles.

  

La diga di Nova Kakhovka è stata costruita in epoca sovietica ed è una delle sei dighe che si trovano lungo il fiume Dnipro, che si estende dall'estremo nord del paese fino al mare a sud. Si trova lungo la linea del fronte ed è essenziale per i rifornimenti energetici di entrambi gli schieramenti. Inoltre l'infrastruttura alimentava una grande centrale idroelettrica, ora distrutta, che a sua volta riforniva la penisola di Crimea, occupata dalla Russia dal 2014. Il capo della locale amministrazione filorussa, Vladimir Leontiev, citato dall'agenzia Ria Novosti, ha detto tuttavia che le forniture idriche alla penisola non dovrebbero essere interrotte. Il vasto serbatoio della diga fornisce acqua anche a una miriade di comunità a monte: probabilmente il danneggiamento della struttura influirà sull'approvvigionamento idrico di chi abita in quelle zone.

   

  

E poi c'è la questione della centrale nucleare di Zaporizhzhia, la più grande d'Europa, che si trova 160 chilometri più a nord e che fa affidamento sull'acqua del Dnipro per raffreddare i suoi reattori nucleari. Al momento le autorità dicono che la situazione della centrale nucleare è sotto controllo e l'Agenzia internazionale per l'energia atomica (Aiea) sta monitorando attentamente la situazione. Il capo dell'Aiea, Rafael Grossi, ha spiegato che non c'è "alcun rischio immediato per la sicurezza dell'impianto" e ha sottolineato che ci sono una serie di fonti d'acqua alternative, tra cui un grande stagno di raffreddamento vicino al sito.