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Il voto in Spagna sposta il paese a destra

David Carretta

Le elezioni regionali e amministrative premiano il Partito popolare: una spinta importante in vista del voto nazionale di fine anno. Raddoppia il partito di estrema destra, quasi scompaiono Podemos e Ciudadanos

Gli elettori spagnoli si sono spostati nettamente a destra nelle elezioni regionali e amministrative di ieri, dando al Partito popolare (Pp) un'importante spinta in vista delle elezioni politiche della fine dell'anno. Il Partito socialista del premier, Pedro Sánchez, ha limitato i danni, mantenendo circa il 28 per cento dei voti a livello nazionale, un punto in meno rispetto alle stesse elezioni del 2019. Ma il Pp di Alberto Núñez Feijóo è arrivato in testa con oltre il 31 per cento, otto punti in più rispetto a cinque anni fa. Il partito di estrema destra raddoppia, passando dal 3,5 a oltre il 7 per cento, mentre l'estrema sinistra dei movimenti legati a Podemos e i liberali di Ciudadanos quasi scompaiono.

I socialisti dovrebbero perdere il potere in quasi tutte le grandi città. A Madrid e Valencia il Pp avrebbe la maggioranza assoluta con Vox. A Siviglia è davanti ai socialisti. A Barcellona c'è stato un sostanziale pareggio tra un'alleanza di partiti indipendentisti catalani, la lista Barcelona en Comù e i socialisti, ma sia il Pp sia Vox hanno guadagnato due seggi. Molte delle dodici regioni (comunità autonome, per la precisione) in gioco potrebbero rivelarsi il vero test per le elezioni legislative di dicembre. Se a Madrid il Pp potrebbe ottenere la maggioranza assoluta, nelle comunità Valenciana, Cantabria, Baleares, Extremadura e Aragón, i popolari avranno bisogno del sostegno degli eletti del partito di estrema destra Vox per governare.

 


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