Le isole Coco sono il simbolo del sostegno della Cina alla giunta militare birmana

Priscilla Ruggiero

L'India accusa il Myanmar di aver consentito alla Repubblica popolare di creare un avamposto di spionaggio cinese nell’Oceano Indiano. Il Tatmadaw è sempre più dipendente da Pechino, principale – e ormai unico assieme alla Russia – partner per la difesa del paese

Roma. Nel golfo del Bengala c’è un arcipelago birmano che è “un reale motivo di preoccupazione” per il governo indiano: le isole Coco, in particolare la più grande delle tre, Great Coco. Sin dagli anni Novanta l’India accusa il Myanmar di aver consentito all’esercito di Pechino di creare un avamposto di spionaggio cinese nell’Oceano Indiano, a soli 55 chilometri a nord dalla base militare di Nuova Delhi  nelle isole isole Andamane e Nicobare. Il Partito comunista cinese e il Tatmadaw, la giunta militare birmana, hanno sempre smentito e ancora oggi continuano a negare ogni collaborazione sulle isole del sud-est asiatico.

 

Ma l’ultimo report del think tank londinese Chatham House analizza alcune immagini satellitari  di Maxar Technologies su Great Coco, risalenti a gennaio 2023, che mostrano rinnovamenti e nuove attività di costruzione. “Sono visibili due nuovi hangar, una nuova strada rialzata e quello che sembra essere un blocco di alloggi, tutti visibili in prossimità di una pista di atterraggio di 2.300 metri appena allungata e di una stazione radar. Alla fine di marzo, sulla punta meridionale di Great Coco, poco oltre la strada rialzata che collega le isole, sono visibili prove di lavori di disboscamento che indicano lavori in corso”, si legge nel rapporto.    Negli ultimi mesi i rappresentanti del governo indiano avrebbero condiviso con le controparti birmane  alcune di queste immagini satellitari che ritraggono anche operai cinesi nei  lavori di ristrutturazione. 

 

Se le prove inconfutabili di un coinvolgimento cinese non ci sono – le prove attuali indicano che le strutture sono interamente gestite dal Tatmadaw – sono però evidenti i cambiamenti dell’isola negli ultimi dieci anni in termini di sviluppo delle infrastrutture, e non è possibile che dietro ci sia la Birmania da sola. A causa delle sanzioni messe in atto da Stati Uniti e Unione europea dopo il colpo militare del febbraio 2021, la giunta militare birmana è sempre più isolata a livello internazionale e sempre più dipendente da Pechino. 

 

La Cina è diventato il principale partner per la difesa del Myanmar insieme alla Russia, che spedisce regolarmente aerei e munizioni con cui i generali reprimono con brutalità la resistenza e gli stessi civili birmani. Il governo cinese continua ancora oggi a sostenere il regime e proteggere i suoi investimenti  massicci nel paese del sud-est asiatico attraverso il corridoio economico Cina-Myanmar e nelle Zone economiche speciali, con migliaia di colletti bianchi sul territorio difesi dalle truppe di frontiera. E anche grazie al Myanmar continua a difendere i propri interessi strategici nell’Oceano indiano: le intrusioni cinesi nel Golfo del Bengala sono sempre più insistenti, e secondo Chatham House l’importanza di Great Coco e la sua utilità come base aerea per ispezionare l’Oceano Indiano stanno crescendo. “Great Coco è potenziale punto di leva futuro”, scrive il think thank.

 

Anche senza alcun coinvolgimento cinese, l’attuale  militarizzazione delle Isole Coco da parte del Tatmadaw, combinata con i più ampi sviluppi cinesi che si verificano nel paese, potrebbe rappresentare una sfida significativa per la sicurezza dell’India. E “se la Cina dovesse esercitare ulteriori pressioni sul Tatmadaw, sfruttando l’intelligence navale acquisita dai voli di sorveglianza da Great Coco per investimenti economici disperati, darebbe a Pechino un vantaggio regionale chiave su Nuova Delhi”.

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