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Fede e potere

In Nicaragua ora si dà la caccia anche a chi partecipa alla Via crucis

Maurizio Stefanini

Il governo di Daniel Ortega e Rosario Murillo ha vietato per questa Pasqua ogni manifestazione religiosa fuori dalle chiese. L'ultima tappa di un'escalation sempre più oppressiva

Municipio di 60 mila abitanti a 26 chilometri dalla capitale Managua, Nindirí è famosa per una vivace tradizione religiosa che in vari momenti dell’anno porta per le strade i fedeli. Il lunedì santo, in particolare, uomini, donne e bambini si vestono con tuniche e cordoni e si mettono in spalla grandi croci di legno, per ripetere il gesto di quel Simone di Cirene che secondo il Vangelo aiutò appunto Cristo a portare la croce verso il Calvario. Ma quest’anno la processione si è trasformata in una bizzarra maratona, come attestato dai filmati che mostrano i “Cirenei” scappare via inseguiti dai poliziotti. “Sólo te lo digo, nada más”, grida un agente nel video che è circolato sui social. Una libera traduzione potrebbe essere: “Ultimo avvertimento, guai a te se fai un passo in più”. Effetto dell’ordine che il governo di Daniel Ortega e Rosario Murillo ha impartito, di vietare per questa Pasqua ogni manifestazione religiosa fuori dalle chiese.

 

Un’ulteriore tappa di una escalation che ha visto prima la Chiesa appoggiare la protesta contro la stretta sempre più autoritaria del regime; poi il regime mandare in galera e espellere vescovi e sacerdoti, e mandare la polizia nelle chiese. Dopo ancora, il Papa rilasciare una dura intervista in cui dava a Ortega dello “squilibrato” e dell’“hitleriano”. Infine, appunto, Ortega definire la Chiesa una dittatura, rompere a metà marzo le relazioni diplomatiche con la Santa Sede e adesso anche vietare ogni celebrazione pubblica della Settimana Santa. Ufficialmente “per ragioni di sicurezza”. Almeno una trentina di processioni sono state annullate, anche se sarebbe stato dato il permesso di “usare le strade che sono vicino al tempio”, secondo quanto ha riferito il presidente della Conferenza episcopale del Nicaragua, monsignor Carlos Enrique Herrera. In compenso, annullata per la prima volta dopo 40 anni la Via Crucis acquatica sugli isolotti del grande lago Cocibolca, sarà sostituita da una versione a cura dell’Istituto del turismo nicaraguense (Intur), senza la benedizione di un’autorità religiosa della diocesi di quel dipartimento. Nonostante il fatto che la chiesa non potrà organizzare la processione di Jesús del Rescate, nel santuario Popoyuapa, Rivas, il regime ha pure preso in carico l’organizzazione dei “carri dei pellegrini” che ogni anno arrivano a quella celebrazione: centinaia di carri trainati da buoi, che percorrono più di cento chilometri per raggiungere il santuario.

 

Peraltro, anche tenere la processione di fronte alla propria parrocchia potrebbe non essere tollerato. Lo dimostra il caso del sacerdote Donaciano Alarcón, cittadino panamense e responsabile della chiesa Maria Auxiliadora, a San José de Cusmapa, nel dipartimento di Madriz. Arrestato, è stato portato subito al posto di frontiera di El Espino e lì espulso nel territorio dell’Honduras, a piedi nudi. È possibile però che la punizione non sia stata dovuta alla cerimonia ma all’aver citato nelle sue omelie il vescovo di Matagalpa, monsignor Rolando Álvarez, che ha rifiutato di essere espulso e privato della cittadinanza come altri oppositori, ed è stato così condannato a ventisei anni di carcere per i reati di “tradimento contro la patria” e “diffusione di notizie false”: due delle accuse più ricorrenti del regime per incarcerare avversari. A loro volta, Ortega e Rosario Murillo sono sotto indagine della Corte penale internazionale e potrebbero esserne colpiti in modo simile a Putin. Sono legate alla Chiesa molte delle oltre tremila ong che sono state chiuse, al costo di lasciare almeno 3,4 milioni di persone senza assistenza. Secondo il vescovo honduregno monsignor Antonio Canales, Ortega ha agito in questo modo perché “vedere le folle cattoliche è uno schiaffo per un regime che in Nicaragua ha un appoggio così insignificante”. Dopo due anni in cui erano state sospese a causa della pandemia di Covid-19, le stazioni della Via Crucis della Settimana Santa sono riprese nell'aprile dello scorso anno con una grande partecipazione di fedeli e sotto un forte controllo della polizia.

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