La burrasca che attende la Cgt se al Congresso vince il rossobruno Mateu
Capopopolo carismatico, 49 anni, ha la tessera del Partito comunista francese da quando ne ha 12 ed è alla Cgt da quando ne ha 22. “Non ci saranno né pausa né mediazione”, ha tuonato, facendo capire quanto saranno duri i prossimi mesi di mobilitazione nel caso in cui fosse eletto
Parigi. Fuori dalla Grande Halle d’Auvergne, avveniristica sala congressi situata nella periferia di Clermont-Ferrand, soffia vento di tempesta. Al suo interno è in corso da lunedì il 53esimo congresso della Confederazione generale del lavoro (Cgt), il più antico sindacato francese, ma anche il più estremista, alla guida dell’intersindacale che in queste settimane sta protestando contro la riforma delle pensioni voluta da Emmanuel Macron. Martedì, con sorpresa generale, il segretario nazionale Philippe Martinez e i suoi camarades, il cui mandato giunge a scadenza, sono stati sfiduciati dai delegati dell’organizzazione sindacale: la relazione di attività lavorativa della direzione uscente è stata infatti bocciata dalla maggioranza dei delegati, il 50,32 per cento. Mai nella storia del sindacato rosso, fondato a Limoges nel 1895, si era verificata una tale situazione.
“E’ una sconfessione di tutto ciò che è stato fatto dalla direzione uscente”, ha commentato Céline Verzeletti, cosegretaria generale dell’Ufse (Unione federale dei sindacati dello stato) nonché uno dei tre candidati alla guida del sindacato. Gli altri due sono Marie Buisson, delfina di Martinez, rappresentante dell’ala moderata della Cgt e apparatcik da vent’anni, e il fumantino Olivier Mateu, marsigliese, esponente dell’ala barricadera del sindacato, contraria a qualsiasi compromesso con l’esecutivo. Durante i dibattiti prima del voto sulla relazione di attività lavorativa, diversi oratori delle federazioni dipartimentali hanno accusato Martinez di aver dato poco spazio a chi non seguiva in maniera devota la sua linea, parlando di assenza di democrazia interna.
L’altra critica mossa al segretario generale uscente è stata sulla svolta moderata di fine mandato, con la condivisione dell’idea di “mediazione” sul dossier pensioni avanzata martedì mattina da Laurent Berger, il suo omologo alla Cfdt, il sindacato riformista. Un delegato ha puntato il dito contro “le esitazioni di una segreteria che senza la lotta delle pensioni sarebbe tiepida e vuota”, e Murielle Morand, rappresentante della potentissima Fédération de la chimie, si è rivolta in questi termini al segretario nazionale uscente: “Compagno Philippe Martinez chi ti ha dato il mandato per parlare di mediazione in un momento in cui i lavoratori protestano nelle piazze?”. Morand sostiene senza se e senza ma la candidatura dell’outsiderOlivier Mateu, la candidatura che nessuno aveva visto arrivare, nemmeno Martinez.
“Continuiamo a protestare, non ci saranno né pausa né mediazione”, ha tuonato Mateu, facendo capire di che pasta sarà fatta la sua Cgt e quanto saranno burrascosi i prossimi mesi di mobilitazione nel caso in cui fosse eletto. Da segretario generale del dipartimento di Marsiglia (Bocche del Rodano), Mateu si è guadagnato la nomea di capopopolo carismatico, moltiplicando le azioni di sabotaggio nelle raffinerie e le minacce al prefetto delle Bocche del Rodano (“Alla prima precettazione, scatta la guerra. Se toccate un compagno in una raffineria, diamo fuoco al dipartimento”). 49 anni, ha la tessera del Partito comunista francese da quando ne ha 12 ed è alla Cgt da quando ne ha 22. Inoltre, difende l’adesione della sua sezione, la Cgt 13, alla Federazione sindacale mondiale (Fsm), nota per le sue posizioni filo russe e filo putiniane. Lui stesso, sollecitato sulla guerra in Ucraina, ha detto che il presidente ucraino Zelensky “è una marionetta della Nato e degli Stati Uniti”.
“Se volete far venire i giovani, le donne e gli uomini, bisogna ricreare una Cgt all’attacco, una Cgt che si assume la responsabilità delle sue posizioni, che non si scusa quando passa alla televisione ed è inflessibile sulle proprie rivendicazioni”, dice Mateu. Che per aumentare le possibilità di essere eletto (il verdetto sarà oggi) ha proposto un ticket a Céline Verzeletti.
l'editoriale dell'elefantino