Narendra Modi (Lapresse)

Editoriali

Modi arresta ed espelle l'opposizione. La democrazia indiana è in pericolo

Redazione

Ancora una volta il governo indiano sfrutta la legge per mettere a tacere le critiche avverse. Dopo un giorno dalla condanna a due anni Rahul Gandhi è fuori dal Parlamento: adesso rischia di non potersi presentarsi alle elezioni 2024

Oggi Rahul Gandhi, principale leader dell’opposizione indiana, è stato espulso dal Parlamento dopo essere stato condannato giovedì dal tribunale del Gujarat a due anni di carcere, la pena massima, per diffamazione. Gandhi, dopo la sua marcia di dicembre per rilanciarsi e salvare l’India dalla deriva nazionalista dell’attuale primo ministro indiano Narendra Modi, rischia quindi di non poter più presentarsi alle elezioni del 2024 e sfidare Modi nella sua corsa al terzo mandato. “Perché tutti questi ladri hanno Modi come cognome? Nirav Modi, Lalit Modi, Narendra Modi”, aveva detto il leader del Partito del Congresso durante una campagna elettorale nel 2019, nello stato del Karnataka.

 

Il 52enne Gandhi, rampollo della dinastia politica Nehru-Gandhi che ha dato all’India tre primi ministri, giovedì si è difeso davanti alla Corte di Surat dicendo di aver fatto riferimento al primo ministro e ai due uomini d’affari soprannominati Modi per evidenziare la corruzione dilagante ai massimi sistemi nel paese e che non avesse alcuna intenzione di diffamare l’intera comunità dal cognome Modi, ottenendo la libertà su cauzione e una sospensione della pena di trenta giorni per presentare ricorso. Gandhi è libero su cauzione anche per un caso di riciclaggio di denaro – che nega – e altri due casi di diffamazione – di cui uno a Londra, in cui aveva dichiarato che la democrazia indiana fosse “sotto attacco”. Non è nuovo l’utilizzo della legge indiana da parte del governo Modi per mettere a tacere critiche e opposizione: un mese fa uno dei leader del partito Aam Aadmi Party (Aap) era stato arrestato con l’accusa di frode, e un gruppo di poliziotti era entrato nella sede della Bbc India per accertamenti fiscali dopo la messa in onda di un documentario sgradito da (e su) Modi. Gli arresti ai giornalisti e le chiusure dei media indipendenti in India dimostrano quanto la libertà d’espressione nella “più grande democrazia del mondo” sia in pericolo. Oggi si è aggiunta anche l’eliminazione della principale opposizione dal Parlamento.

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