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Royal family

Harry ha un destino da tronista che non farà male al trono

Alberto Mattioli

Il principe sembra avvitato nella spirale dei famosi che vogliono essere più famosi: spararle sempre più grosse. Facile prevedere che presto le sue rivelazioni diventeranno una routine scandalistica che non interessarà più nessuno. Ci sarà all’incoronazione di Carlo III?

E adesso? Dopo le anticipazioni, l’autobiografia in libreria, le innumerevoli interviste promozionali, le rivelazioni già tracimate ovunque, Harry sembra avvitato nella spirale di tutti i famosi per essere famosi: per restarlo, deve spararle sempre più grosse. Sembra ormai un qualsiasi tronista che, approdato finalmente al “Grande fratello”, comincia a raccontare i fatti e gli amorazzi suoi, aggiungendo ogni volta nuovi e più piccanti particolari. Facile prevedere che, prima o poi, anzi meglio prima che poi, le rivelazioni e lamentazioni di Harry diventeranno una routine scandalistica sempre meno scandalosa fino a non interessare più nessuno, e così sia. Certo la metamorfosi del personaggio è impressionante: il rude soldataccio bevitore di birra e sterminatore di talebani, del tutto privo di cultura (Harry ha scritto più libri di quanti ne abbia letti) ma non di una certa brada simpatia da scavezzacollo principesco, così diversa dalla diligenza catastale del fratello, si è trasformato in un salice piangente, espressione di un vittimismo full time per torti veri o presunti subiti fin dall’infanzia più remota che è molto contemporaneo, molto politicamente corretto, molto noioso.

 

Uno che si dice “devastato” perché gli consentono di vestire l’uniforme, priva però di non so quale pennacchio perché non è più in servizio, vive evidentemente un’adolescenza prolungata che già sarebbe fastidiosa in un adolescente vero, ma sembra bizzarra nel caso di un quasi quarantenne, sposato con due figli e che ancora non ha digerito il fatto di avere una matrigna, ovviamente cattiva come in tutte le favole. E poi: chiunque abbia un fratello, prima o poi ne è stato menato o lo ha menato, è la regola di ogni famiglia, comprese quelle reali. Lagnarsene a reti unificate può anche produrre reazioni tipo embè? Tutto qui? Capirai… Fra Caino e Abele andò pure peggio. Morale: non è la prima volta, in casa Windsor, che il matrimonio con un’americana divorziata produce effetti disastrosi.

 

Resta da capire quale effetto l’overdose di Harry produrrà sui Windsor. Ormai è chiaro che il duca di Sussex segue le orme di sua madre Diana, la più seria minaccia per la monarchia britannica dai tempi di Hitler. Ma non sembra che il tronista costituisca un vero pericolo per il trono. Nel Regno Unito, le reazioni alle sparate di Harry sembrano piuttosto negative, non tanto per cosa dice, che tutto sommato non è niente di così clamoroso, ma per come lo dice, o forse semplicemente perché lo dice. “Never complain, never explain” è una regola della Ditta, alla fine, apprezzata anche dai sudditi, che monarchici sono e monarchici, presumibilmente, resteranno. Dando così ragione a re Faruq, che dai tavoli dei casinò sosteneva che al mondo di re ne sarebbero sopravvissuti solo cinque: il re d’Inghilterra e quelli delle carte da gioco. Del resto, non è la prima volta che gli “spare” danno problemi. Per esempio, gli innumerevoli figli di Giorgio III, uno più scandaloso dell’altro: “Hanno insultato, personalmente insultato, tutti i gentlemen del regno”, diceva il duca di Wellington. 

 

Sarà quindi molto interessante capire se Harry sarà invitato e/o parteciperà all’incoronazione di suo padre, il 6 maggio nell’abbazia di Westminster. In un’intervista, ha detto che non vede ragioni per tornare nel regno, ma nei suoi discorsi, almeno in quelli pubblici, Carlo III è sempre stato attento a non escludere il figlio minore. Fare previsioni è il modo migliore per sbagliarle. Quel che credo accadrà sarà che Harry verrà invitato alla cerimonia ma non ci andrà. Quel che mi piacerebbe che accadesse è invece che Harry non venga invitato e ci vada lo stesso. Anche qui, c’è un precedente meraviglioso. Riguarda quella pazza di Carolina di Brunswick, moglie separata di Giorgio IV con causa di divorzio pubblicamente discussa alla camera dei Lord con tanto di interrogatori pruriginosi degli amanti di lei, ovviamente italiani (antipatica, però: nel 1819, a Pesaro dove viveva con i suoi toyboy, fece fischiare Rossini che, secondo lei, le aveva mancato di rispetto). Giorgio IV fu incoronato il 19 luglio 1821.  La moglie, non invitata, cercò lo stesso di entrare a Westminster ma, nonostante strillasse “lasciatemi passare, sono la vostra regina!”, i paggi le sbatterono la porta in faccia (Carolina morì diciassette giorni dopo. La plebaglia, che simpatizzava per lei soprattutto perché antipatizzava per suo marito, accusò il primo ministro lord Liverpool di averla fatta sopprimere. Come si vede, anche nel caso della monarchia britannica, nihil sub sole novum). 
 

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