Le elezioni di midterm

Basta con gli estremismi. Gli elettori americani premiano i moderati e il sottovalutato Biden

Paola Peduzzi

Le indagini dopo il voto di metà mandato dicono che ha vinto il buon senso: è stata scelta la concretezza, non soltanto al Congresso, ma anche nelle cariche più operative

Milano. Il buon senso ha vinto le elezioni americane, ed è un gran sollievo. Le indagini dopo il voto di metà mandato, che si è tenuto una settimana fa, dicono che gli elettori – repubblicani e democratici, ma si notano di più i primi – hanno scelto di bocciare gli estremismi e di votare i candidati locali più concreti e meno ideologizzati. Anche chi non amava troppo il presidente Joe Biden – il gran vincitore di questa tornata anche se  il suo nome non era  presente sulle schede: ha vinto il suo metodo, ha vinto il leader sempre sottovalutato – ha deciso di votare per i democratici, così come gli indipendenti, che pure in passato hanno subìto il fascino del trumpismo, hanno scelto la concretezza, non soltanto al Congresso, ma anche nelle cariche più operative, come quelle dei segretari di stato a livello locale, che sono i funzionari che certificano i voti, i vincitori, le maggioranze: qui, dove si fanno valere le regole democratiche di base, i negazionisti del 6 gennaio 2021 hanno ricevuto le batoste più pesanti.

 

A livello nazionale c’è il Senato che resterà democratico, sempre in un quasi-pareggio com’era prima del voto, e c’è una Camera che potrebbe registrare una maggioranza repubblicana invero risicata, cosa che rende il sottovalutato Biden uno dei presidenti più di successo nel voto di metà percorso solitamente punitivo per il partito di chi sta alla Casa Bianca, e a livello locale dilaga il buon senso. In Colorado, il governatore Jared Polis ha battuto la repubblicana Heidi Ganahl con il 58 per cento dei consensi: aveva indispettito i liberal perché era stato il primo governatore democratico a mettere in discussione le regole anti Covid, troppo restrittive anche quando non ce n’era più bisogno. Il governatore eletto in Pennsylvania, Josh Shapiro, ha ottenuto più voti (2,977 milioni) di quelli che raccolse Hillary Clinton in questo stato nel 2016 (2,926 milioni).

 

Shapiro ha avuto molti scontri con l’ala radicale del Partito democratico in materia di criminalità e istruzione, e ha conquistato il 16 per cento degli elettori repubblicani. La governatrice del Kansas, Laura Kelly, ha vinto il suo secondo mandato in uno degli stati più rossi del paese e durante la campagna ha firmato una riduzione delle tasse sui generi alimentari sostenuta dai repubblicani. Gli elettori sono stanchi di “votare per persone che vogliono far saltare il sistema”, ha detto una consigliera dei democratici, e nei seggi decisivi di volta in volta hanno scelto il candidato più moderato. E’ presto per dire che la democrazia americana è salva, dicono gli esperti, ma era un po’ che non si sentiva tanto bene.

  • Paola Peduzzi
  • Scrive di politica estera, in particolare di politica europea, inglese e americana. Tiene sul Foglio una rubrica, “Cosmopolitics”, che è un esperimento: raccontare la geopolitica come se fosse una storia d'amore - corteggiamenti e separazioni, confessioni e segreti, guerra e pace. Di recente la storia d'amore di cui si è occupata con cadenza settimanale è quella con l'Europa, con la newsletter e la rubrica “EuPorn – Il lato sexy dell'Europa”. Sposata, ha due figli, Anita e Ferrante. @paolapeduzzi