Lula e Bolsonaro, durante un confronto elettorale in televisione (LaPresse)

una strana continuità

Il putinismo che accomuna Lula e Bolsonaro

Maurizio Stefanini

Mentre il presidente uscente ha ripetutamente schierato il Brasile sull’astensione in varie condanne della Russia all’Onu, il leader di sinistra appena eletto si è fatto notare negli scorsi mesi per aver attaccato Zelensky: "Anche lui voleva la guerra"

"I risultati confermano la sua grande autorità politica. Spero che, facendo sforzi congiunti, riusciremo a proseguire lo sviluppo di una cooperazione russo-brasiliana costruttiva su tutti i terreni”. Con questo telegramma il presidente russo Vladimir Putin si è congratulato per la rielezione di Lula alla presidenza del Brasile. Ma un messaggio è arrivato anche dal presidente ucraino Volodymyr Zelensky: “Confido in una collaborazione attiva con un amico di lunga data dell’Ucraina e nel rafforzamento della partnership strategica bilaterale per garantire democrazia, pace, sicurezza e prosperità in Ucraina, in Brasile e nel mondo”. La cosa può apparire sorprendente, perchè Lula a maggio aveva rilasciato un’intervista infelice al Time, in cui aveva attaccato Zelensky dal punto di vista personale. “Una guerra non ha mai un solo responsabile. Lui voleva la guerra, se non l’avesse voluta avrebbe negoziato di più”.  Stesso tono, peraltro, di un’altra intervista di novembre al País: “Perché Angela Merkel può stare 16 anni al potere e Daniel Ortega no?”. “La polizia che picchia i manifestanti non c’è solo a Cuba ma dappertutto”. 

Qui si configura dunque un cambio rispetto alla linea durissima di Jair Bolsonaro verso i regimi di sinistra in America latina. Ci sarebbe invece continuità rispetto al rapporto di Bolsonaro con Putin: il presidente uscente ha ripetutamente schierato il Brasile sull’astensione in varie condanne della Russia all’Onu e all’Osa. Bolsonaro, parlando all’Onu, si era detto contrario alle sanzioni “unilaterali” alla Russia e aveva  insistito sulla possibilità di risolvere la guerra “col dialogo”. Una posizione che si spiega con una serie di fattori che vanno dall’irritazione di Bolsonaro per le “intromissioni” di Biden o Macron sull’Amazzonia, alla partecipazione di Brasile e Russia ai Brics, alle importazioni di fertilizzanti russi. Anche Bolsonaro a febbraio aveva criticato gli ucraini per avere “affidato il potere a un comico”. Ma a luglio  si era poi sentito con Zelensky. Probabilmente il presidente ucraino spera ora di recuperare anche Lula.