(foto EPA)

da strasburgo

Il premio Sakharov al popolo ucraino e a Zelensky: "Combattono per i valori europei"

Micol Flammini

Il riconoscimento per la libertà di pensiero assegnato dal Parlamento europeo è andato al paese in guerra e al suo capo di governo. La presidente Metsola: "So che gli ucraini non si arrenderanno, non lo faremo nemmeno noi"

Questo che leggete è un estratto di EuPorn, la rubrica settimanale curata da Paola Peduzzi e Micol Flammini che troverete in edicola e online domani, come ogni giovedì.


Strasburgo. La forza dell’Ue è nel dibattito, che a volte si fa sfiancante, a volte sterile, spesso essenziale. Si è dibattuto molto anche sull’assegnazione del premio Sakharov, ma sui dettagli, più che sui contenuti. I popolari volevano che il premio fosse assegnato al popolo ucraino e al presidente Volodymyr Zelensky, i socialisti erano d’accordo con l’assegnazione del premio a una figura ucraina ma preferivano una formulazione differente: “Il popolo ucraino rappresentato dal suo presidente”. Il gruppo Renew Europe non ha fatto nessuna difficoltà e così oggi il premio dedicato al dissidente sovietico e dedicato alla lotta per i diritti è stato assegnato al “coraggioso popolo ucraino rappresentato dal presidente eletto, i suoi leader e la società civile”: basta cucire i dettagli, sfumare i colori, e viene fuori il punto giusto di blu Europa.

Il popolo ucraino che ha ricominciato a vivere, lavorare, resistere, piangere, cantare nei rifugi che si snodano sotto le strade di Kyiv e di tutte le città ucraine per sfuggire alle bombe, ha dato prova di coraggio, ma anche di ironia contro la tragedia, di sfrontatezza contro l’apatia. Ha cercato di far capire in tutti i modi di essere un popolo unicamente europeo, pronto a raggiungere la famiglia dei loro vicini occidentali. La presidente del Parlamento europeo Roberta Metsola si è congratulata con gli ucraini, dicendo che “stanno difendendo ciò in cui credono, combattendo per i nostri valori, tutelando la democrazia, la libertà e lo stato di diritto, rischiando le loro vite”.

L’Ucraina e i suoi abitanti si trovano al centro dei cambiamenti europei e mondiali, prima loro malgrado, poi hanno deciso di diventare protagonisti, proprio per non lasciare a un solo uomo il destino della terra. Della comunicazione, spesso sarcastica, mordace, irriverente, combattiva, hanno fatto uno dei loro obiettivi principali per farsi conoscere e anche per contrastare la disinformazione del Cremlino. Pina Picierno, vicepresidente del Parlamento europeo e organizzatrice del seminario sulla salvaguardia della libertà di stampa, ha detto che il regime di Vladimir Putin punta molto sulla distorsione delle informazioni, sul rovesciamento della realtà e della storia, nel tentativo costante di criminalizzare il popolo e il governo ucraino”.

Le modalità di propaganda sono raffinate e subdole, ma Kyiv ha risposto con determinazione e coraggio e il messaggio è stato: guardateci, siamo noi i coraggiosi, siamo noi che stiamo combattendo per la nostra libertà e i valori che sono nostri, certo, ma sono anche i vostri. Metsola ha dedicato il premio agli “ucraini che combattono sul campo. Quelli che sono stati costretti a fuggire. Quelli che hanno perso parenti e amici. Per tutti quelli che si alzano e combattono per ciò in cui credono. So che il coraggioso popolo ucraino non si arrenderà” e poi ha promesso: “non lo faremo nemmeno noi”.

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  • Micol Flammini
  • Micol Flammini è giornalista del Foglio. Scrive di Europa, soprattutto orientale, di Russia, di Israele, di storie, di personaggi, qualche volta di libri, calpestando volentieri il confine tra politica internazionale e letteratura. Ha studiato tra Udine e Cracovia, tra Mosca e Varsavia e si è ritrovata a Roma, un po’ per lavoro, tanto per amore. Sul Foglio cura con Paola Peduzzi l’inserto EuPorn in cui racconta il lato sexy dell’Europa, ed è anche un podcast.