Foto di Michel Euler, via LaPresse 

ambizioni

Bruno Le Maire sogna il Fondo monetario internazionale

Mauro Zanon

Il francese fa sapere che è pronto a seguire le orme Christine Lagarde. Ora, il presidente Emmanuel Macron dovrà cercare di imporre il suo connazionale al vertice dell'Fmi

Parigi. Nel 2019, quando per la prima volta uscirono le voci sul suo interesse per la guida del Fondo monetario internazionale, Bruno Le Maire disse che erano soltanto chiacchiere, che non aveva alcuna intenzione di lasciare Parigi, e più precisamente Bercy, ossia il ministero dell’Economia francese. Ma secondo quanto rivelato dal Monde, quelle voci non erano affatto infondate. “La tentazione di Washington”, come la chiama il quotidiano parigino in riferimento alla città che ospita il Fondo monetario, è grande per Bruno Le Maire, 53 anni, ministro di peso del governo di Élisabeth Borne, rispettato sulla scena europea, apprezzato nei salotti dell’alta finanza e con un ottimo curriculum alle spalle.

 

Sciences Po, Ena, superconsigliere dell’ex premier Dominique de Villepin, segretario di stato per gli Affari europei sotto Nicolas Sarkozy, poi responsabile dei conti pubblici e delle finanze francesi dal 2017, Le Maire ha fatto sapere ai suoi fedelissimi e anche al presidente della Repubblica, Emmanuel Macron, che è pronto al grande salto, a seguire le orme di Dominique Strauss-Kahn e Christine Lagarde nella carriera internazionale.

 

E intanto muove le sue pedine. In occasione di una recente trasferta negli Stati Uniti, Le Maire si è incontrato con l’ex segretario al Tesoro dell’amministrazione Trump, il controverso Steven Mnuchin, “di cui è amico”, e che potrebbe rivelarsi uno sponsor importante. 
Problema: riuscirà l’inquilino dell’Eliseo, Emmanuel Macron, a imporre un altro francese al vertice della prestigiosa istituzione dopo Strauss-Kahn e Lagarde? Tradizione vuole che se la Banca mondiale è guidata da un americano, il Fondo monetario spetta a un europeo. Il mandato della bulgara Kristalina Georgieva scade nel 2024. Secondo il Monde, Macron dovrà convincere in particolare i paesi emergenti che chiedono da diversi anni di essere rappresentati a dovere. Difficile, ma non impossibile.