approvato alla camera

I sussidi, le tasse, gli investimenti del megapiano di Biden

Giulio Silvano

Cosa contiene l'Inflation Reduction Act su cui potrebbe basarsi l'eredità del presidente americano. Politiche ambientali, sanità e modifica fiscale

Così come è stato il New Deal per Franklin Delano Roosevelt, la legacy di Biden potrebbe in futuro basarsi sull’Inflation Reduction Act (Ira), che il Senato ha approvato domenica scorsa prima di andare in ferie. Il disegno di legge è passato venerdì anche alla Camera, dove i numeri sono più favorevoli per il Partito democratico, e diventerà quindi realtà dopo un anno e mezzo di discussioni. Nancy Pelosi ha sorriso estasiata in un tailleur giallo battendo il martelletto davanti ai deputati che applaudivano. “Bisogna rispettare l’Ira per quello che fa”, ha detto la speaker, “invece di dare giudizi su quello che non fa”. Ora manca solo la firma del presidente.

 

Paul Krugman ha detto che con questo piano i democratici hanno salvato la civilizzazione: l’Ira “dà agli Stati Uniti la credibilità di cui ha bisogno per guidare uno sforzo globale verso la limitazione delle emissioni di gas serra”, ha scritto sul New York Times. L’entusiasmo sembra esagerato, ma fino ad ora i dem e l’Amministrazione Biden sembravano zoppicanti, mosci, incapaci di combinare qualcosa. E anche se diverse misure sono state tolte dal piano originale, da quel Build Back Better, promessa elettorale anti Trump per risollevare l’America, restano comunque nell’Ira molti miliardi da spendere e molte politiche a lungo termine che avranno un impatto notevole sul paese. Le richieste di Manchin e l’opposizione repubblicana l’hanno scalfito solo in parte. Dei 430 miliardi di dollari a disposizione la gran parte – 369 miliardi – verrà usata per le politiche ambientali. Sembra un nuovo mondo da quando Trump uscì dall’accordo di Parigi, altro segnale di una fortissima polarizzazione che ha portato il GoP ad apparire come il partito antiscienza, il partito del “avremo più case sul mare, non è una cosa terribile” se si alzano i mari. Questi soldi di investimenti diretti saranno dedicati alla riduzione delle emissioni di carbone – 40 per cento entro il 2030– ,  all’indipendenza energetica tramite ricerca e innovazione, e a incentivare l’uso di tecnologie a basse emissioni attraverso grosse detrazioni fiscali, senza che i lavoratori dell’industria energetica vengano colpiti. Il CEO della ExxonMobil ha detto che è un passo nella giusta direzione. Le aziende riceveranno infatti diversi sussidi per diventare più green. Diversi gruppi ecologisti hanno detto che la legge non è abbastanza dura nello smantellare l’industria dei combustibili fossili, ma è comunque un grande passo avanti rispetto alle non-politiche trumpiane sull’ambiente. Criticare l’Ira vuol dire non voler accettare il compromesso.

 

L’altra fetta di soldi è dedicata in parte all’assistenza sanitaria, spina nel fianco dei dem da quando Obama provò a costruire un sistema simileuropeo. Quello che si è riusciti a ottenere, con le pressioni delle lobby, è la possibilità per il dipartimento della salute di negoziare i prezzi delle medicine con le aziende farmaceutiche per gli iscritti al Medicare. Dentro il piano poi c’è una modifica fiscale, dall’odore socialdemocratico, che servirà a coprire i costi del piano per non gravare sul debito. Si recupereranno infatti oltre 300 miliardi grazie alla nuova tassa minima al 15 per cento per quelle grosse corporation – sopra il miliardo di utile netto – che solitamente riescono a trovare scappatoie per pagare meno tasse federali, come FedEx, Nike e Duke Energy. C’è inoltre una nuova aliquota, del 1 per cento, sugli stock buybacks, il riacquisto di azioni proprie, un’altra misura che non aliena troppo Wall Street ma che servirà a raccogliere subito una settantina di miliardi. Le nuove tasse quindi colpiranno solo l’1 per cento, i mega-ricchi, una policy che piace molto all’ala più a sinistra del partito, come Sanders e AOC. Nonostante il nome del disegno di legge molti economisti, calcolatrice alla mano, hanno subito detto che questo piano non sarà sufficiente per ridurre l’inflazione sul breve termine, cioè quando sarà ancora elettoralmente utile in vista del rinnovamento del Congresso – sarà compito di Biden e dei dem riuscire a convincere gli elettori che i risultati si vedranno nel medio periodo.