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La sfida

Bardella e Aliot. Il pupillo e l'ex di Marine che vogliono la guida dei sovranisti francesi

Mauro Zanon

Il 5 novembre si scoprirà il nuovo leader del Rassemblement national. I due contendenti alla presidenza rappresentano l'ala nuova e l'ala più tradizionale del partito

Parigi. Il prossimo 5 novembre conosceremo il nome del successore di Marine Le Pen alla presidenza del Rassemblement national, dato che la figlia di Jean-Marie Le Pen ha deciso di consacrarsi unicamente alla presidenza del gruppo sovranista al Parlamento. Lunedì sera, il Consiglio nazionale di Rn, che il prossimo 5 ottobre festeggerà i suoi cinquant’anni di vita, ha dettagliato il calendario che porterà al voto di autunno, quando si aprirà la stagione del Rassemblement national 2.0, perché per la prima volta dalla nascita del partito il presidente non sarà un membro della famiglia Le Pen. Gli aspiranti presidenti avranno tempo fino al 9 settembre per presentare la propria candidatura, il 19 verrà ufficializzata la lista dei candidati, poi i militanti avranno un mese, tra il 30 settembre e il 3 novembre, per esprimere la propria preferenza con il voto elettronico. Salvo sorprese, a contendersi la guida di Rn saranno l’attuale presidente ad interim, il giovanissimo Jordan Bardella (26 anni), e il sindaco di Perpignan, Louis Aliot (52 anni), ossia il delfino e l’ex compagno di Marine Le Pen (si sono lasciati nel 2019). 

 

“Non si cambia una squadra che vince”, ha detto martedì Bardella ai microfoni di BfmTv, anche se negli ultimi tempi, in realtà, il partito ha collezionato più delusioni che gioie, a partire dalla sconfitta alle presidenziali contro Emmanuel Macron, la seconda consecutiva. “La mia linea politica è quella di Marine Le Pen. Sono nella continuità di ciò che ha fatto, sia in termini di normalizzazione del nostro movimento, che ha trasformato in un partito di governo, sia sulle questioni di fondo. Il partito deve continuare a camminare su due gambe, a essere incentrato sulle due grandi preoccupazioni che manifestiamo nel dibattito pubblico: la questione sociale e quella del pericolo vitale della fine della Francia”, ha dichiarato Bardella. Sollecitato su colui che con tutta probabilità sarà il suo unico rivale, Louis Aliot, il pupillo di Marine ha detto che c’è “molto rispetto” tra loro, e che condividono la “stessa linea politica”, anche se sono figli di “percorsi diversi”. Di certo tra i due non c’è quel divario ideologico che esisteva tra gli ex aspiranti leader frontisti Florian Philippot e Marion Maréchal, il superconsigliere artefice della “dédiabolisation” e difensore di una linea progressista sulle questioni di società e statalista in economia, e la nipotina di casa Le Pen, conservatrice, cattolica e liberale.

 

Ma c’è uno scarto generazionale, tra Bardella e Aliot, che peserà parecchio nella scelta dei militanti. Nato a Drancy, banlieue multietnica alle porte di Parigi, Bardella è stato in successione portavoce di Rn, capolista del partito alle elezioni europee, vice presidente tra il 2017 e il 2019 e presidente ad interim della formazione lepenista: un’ascesa folgorante. Nonostante la sua giovane età, può già vantare una densa esperienza politica e giocare la carta della “nouvelle vague” frontista, garantendo allo stesso tempo una continuità con il passato lepenista e una rupture. Il problema è che non tutti all’interno di Rn amano questo ventiseienne di origini italiane, soprattutto tra i membri della cosiddetta “vecchia guardia”, la base storica del partito, i boiardi dell’ex Front national e compagni di viaggio di Jean-Marie Le Pen. “In vista della sua elezione come presidente del movimento il prossimo autunno, Jordan Bardella ha esternato ad alcuni fedelissimi la sua ‘preoccupazione’ per una possibile coalizione dei ‘baroni’ contro di lui”, ha scritto il Figaro.

 

Baroni che sarebbero più propensi a votare Louis Aliot, in ragione della sua lunga militanza all’interno del Front national. Membro del partito dal 1990, quando aveva appena 21 anni, Aliot ha esercitato diverse funzioni di primo piano nel Front national (segretario generale tra il 2005 e il 2010 e vice presidente dal 2011 al 2018), ne ha accompagnato la trasformazione e la “normalizzazione”, e dopo essere stato eletto consigliere regionale, eurodeputato e deputato dell’Assemblea nazionale è ora l’unico sindaco sovranista al vertice di una città di più di 100mila abitanti, ossia Perpignan. L’operazione-successione di Marine è stata lanciata. 

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