Il monumento al duca di Richelieu, ricopoerto da sacchi di sabbia a Odessa (LaPresse) 

Reportage dall'Ucraina

Odessa non è Mariupol. Riaprire musei e teatri, Putin non potrà colpirli ancora

Adriano Sofri

L’atmosfera della città portuale è sospesa, la quiete prima della tempesta. Ma intanto, la riapertura di gallerie e monumenti farebbe un gran bene al morale dei civili, che conta almeno quanto quello delle truppe. E per il presidente russo, attaccare ancora i luoghi della cultura e della storia significherebbe più che perdere una battaglia

Odessa, dal nostro inviato. A rischio di passare per un goloso turista abusivo, vorrei rivolgere alle autorità militari e civili responsabili della città di Odessa, la perla, la rispettosa richiesta di riconsiderare alcune delle misure di chiusura di luoghi e monumenti cittadini. Nessuno può sottovalutare la minaccia che grava sulla città. L’atmosfera attuale di Odessa può essere descritta solo come quella di una quiete, e anzi di una specie di felicità ansiosa, prima della tempesta.

 

In questo intervallo, che ci si augura il più duraturo, i segni di una rianimazione sono tanti, e favoriti dalla stagione – ieri era il 21 giugno, solstizio d’estate, la luce più lunga, allungata fin dentro il coprifuoco. La ripresa del Teatro dell’Opera, il monumento culturale più importante, è solo uno. Due giorni fa avevo visto operai affaccendarsi dentro la grande vasca della fontana fra il teatro e il museo archeologico, ieri l’ho vista ributtare il suo cerchio di alti zampilli, con le mamme impegnate a fotografare e riacchiappare i bambini. 

Visitando i luoghi belli di Odessa si scopre che non mancano dei turisti ucraini, oltre agli ucraini che sono qui riparati dalle loro città provvisoriamente perdute. Non farebbe un gran bene al morale delle persone civili, che conta almeno quanto quello delle truppe, se si riaprisse la celebre scalinata, se si riaprissero almeno alcuni musei? So che si sono volute mettere in una almeno minima sicurezza luoghi e monumenti cari ai cittadini e a tutto il paese – all’umanità, del resto, e si sta infatti decidendo, con l’impegno forte dell’Italia, della iscrizione di Odessa nella Lista del patrimonio mondiale Unesco.

Ma quelle premurose misure, le cataste di sacchetti di sabbia, i cavalli di Frisia, le teche, potrebbero purtroppo poco contro le armi che si vanno impiegando in questa oscena guerra. E d’altra parte un missile russo che andasse a colpire il Teatro, o la scalinata della carrozzella, o la sua grande Caterina, costerebbe a Putin più di una battaglia perduta. A Mariupol è successo, è vero. Ma appunto, si vorrebbe dire che Odessa non è, non potrà essere un’altra Mariupol. 
 

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