Il riconfermato governatore del Nord Reno-Vestafalia, Hendrik Wüst (foto EPA)

Un'altra elezione no per Scholz, ma occhio a quale Cdu sta vincendo

Daniel Mosseri

Nel Nord Reno-Vestfalia prevalgono i cristiano democratici (ma una versione di centro). Per la Spd invece un'altra battura d'arresto. Exploit dei verdi, che canalizzano i consensi dopo la nascita del governo nazionale

Berlino. Non bastavano le defatiganti polemiche con gli alleati di governo Verdi e Liberali che hanno a lungo chiesto più aiuti militari e consegne più celeri di carri armati all’Ucraina. Non bastava il tonfo del suo partito socialdemocratico (Spd) alle elezioni per il rinnovo del Parlamento regionale del nordico Schleswig-Holstein nove giorni fa. Domenica è stata una nuova giornata no per il cancelliere tedesco Olaf Scholz. Alle elezioni nel mastodontico Nord Reno-Vestfalia, un Land che con i suoi 18 milioni di abitanti è più popoloso dei Paesi Bassi, la Spd del cancelliere ha preso un altro schiaffo raccogliendo il 26,7 per cento dei consensi rispetto al 31,2 per cento di cinque anni fa. Al contrario, la Cdu del Ministerpräsident uscente, Hendrik Wüst, si è rafforzata, passando dal 33 al 35,7 per cento. Scostamenti non enormi ma che indicano come gli elettori renani non hanno votato sulla scia dell’entusiasmo per la nascita del primo governo “semaforo” rosso-giallo-verde a Berlino lo scorso 8 dicembre. O meglio, se lo hanno fatto non hanno certo premiato il partito del cancelliere ma i suoi alleati verdi: in regione renana i Grünen triplicano i consensi passando da un magro 6,4 per cento a un ben più solido 18,2 per cento delle preferenze raccolte. Un grande successo per il partito del vicecancelliere Robert Habeck e della ministra degli Esteri Annalena Baerbock, la cui visibilità è molto aumentata con la crisi russo-ucraina.

Mona Neubar, la candidata dei Grünen in Nrw, ha già messo il cappello sul  governo di Düsseldorf dichiarando la disponibilità dei Verdi a colloqui “con tutti i partiti democratici”. Cioè tutti meno i sovranisti di AfD, che peraltro sono scesi di due punti al 5,4 per cento rimanendo dentro al Parlamento regionale per un soffio. La stessa sorte è toccata però anche ai Liberali, che hanno governato nella legislatura appena chiusa con Armin Laschet e poi con Wüst quando Laschet gli ha passato il testimone di Ministerpräsident passando armi e bagagli al Bundestag lo scorso ottobre. Nei pochi mesi di governo e di campagna elettorale, Wüst è dunque riuscito a fare bene: i Liberali invece hanno fatto malissimo lasciando sul terreno molto di più di quanto guadagnato dalla Cdu, così che oggi l’alleanza nero-gialla non è più esperibile. Ecco perché Wüst guarda già agli ecologisti immaginando anche in Nrw la coalizione nero-verde già rodata in Baden-Württemberg e in Assia. 

Va male invece per la Spd che puntava a disarcionare il delfino di Laschet giocando “in casa” (la Renania è una roccaforte rossa) e che adesso non può neppure contare sul soccorso dei Grünen: un’alleanza rosso-verde non avrebbe i numeri a Düsseldorf. A far scivolare qualche voto dalla Spd alla Cdu oppure a far restare a casa qualche indeciso (l‘affluenza alle urne si è fermata al 55,5 per cento rispetto al 65,2 per cento del 2017) potrebbe aver contribuito anche un passo falso dell’ultima ora. Per settimane la tenzone fra Wüst e il suo sfidante rosso Thomas Kuschaty si è tutta giocata in punta di carbone e sicurezza. Così quando il venerdì prima del voto un rifugiato iracheno ha accoltellato cinque persone su un treno ad Aachen (Aquisgrana), Wüst ha subito condannato il gesto e promesso più risorse alle forze dell’ordine. Kuschaty non ha invece battuto colpo.  Contattato venerdì sera dal Foglio, il suo l’ufficio stampa ha confermato “Non c’è una dichiarazione di Kuschaty sui fatti di Aachen”.

Il partito di Scholz incassa quindi una mezza bocciatura: il voto in Nrw è anche chiamato “la piccola elezione per il Bundestag” e il cancelliere non potrà fare finta di niente. Anzi, sulla base di una sconfitta elettorale subita proprio in Nrw a maggio del 2005, l’allora cancelliere (anche lui socialdemocratico) Gerhard Schröder si fece votare la sfiducia da suoi al Bundestag quattro mesi dopo per portare il paese a elezioni. Elezioni che poi vinse Angela Merkel di misura. Ma se Scholz piange, Merz non ride: la vittoria prima dell’esponente più liberal della Cdu, Daniel Günther, nello Schleswig-Holstein e poi quella del centrista della Cdu Hendrik Wüste sulle sponde del Reno rischia di rimettere in discussione il progetto di Merz di riportare la Cdu a destra, lontano dal centro dello schieramento dove l’aveva guidata Merkel. A Kiel come a Düsseldorf il partito moderato tedesco continua a vincere al centro.

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