Daniel Günther, ministro presidente uscente, ora riconfermato, dello Schleswig-Holstein (foto di Wikimedia Commons)

crucci tedeschi

A che cosa deve badare Scholz nella staffetta elettorale tra Länder

Daniel Mosseri

La vittoria a valanga del cristianodemocratico Daniel Günther nello Schleswig-Holstein è un campanello d'allarme per il partito del cancelliere, che ora si prepara alla battaglia per il Nord Reno-Vestfalia

Berlino. Un trionfo senza precedenti che ha fatto sfiorare al suo partito la maggioranza assoluta: Daniel Günther, il presidente uscente dello Schleswig-Holstein (il più settentrionale dei Länder tedeschi) è il mattatore delle elezioni di domenica. La sua Cdu ha sbaragliato gli avversari arrivando a raccogliere il poderoso 43,4 per cento dei consensi, oltre 11 punti in più del molto rispettabile 32 per cento di cinque anni fa quando sconfisse la Spd e varò la prima coalizione Giamaica (nero-verde-giallo) nel paese. Da domani Günther non avrà più bisogno di due alleati e ha già annunciato che sceglierà fra Verdi e Liberali. L’elezione rafforza dunque il ruolo del Ministepräsident e “se sceglierà i Verdi potrà considerare politicamente sterilizzata la questione climatica”, osserva con il Foglio Nils Diederich, il decano dei politologi della Freie Universität Berlin.

 

Con i Grünen di nuovo al governo, a Kiel nessun altro partito contesterà la linea del governo Gunther II come poco ecologista. Per ragioni di maggiore praticità, il governatore riconfermato potrebbe però puntare sui Liberali: è più facile governare da posizioni di forza alleandosi con una formazione piccola che è calata dall’11 al 6 per cento piuttosto che imbarcarsi in faticosi negoziati con gli ecologisti in ascesa dal 13 al 18 per cento. “Ma il dato più rilevante è che l’analisi dei flussi elettorali mostra come Günther abbia sottratto voti a tutti i partiti”, riprende Diederich invitando alla cautela prima di trarre conclusioni affrettate su scala nazionale.

 

La vittoria di Günther è in primo luogo un’affermazione personale che premia il buon governo, di conseguenza la gara di domenica prossima per il ben più sostanzioso governo del Nord Reno-Vestfalia (18 milioni di abitanti contro i 2,9 del rarefatto Schwlesig-Holstein) è ancora aperta. Almeno ci spera il cancelliere Olaf Scholz la cui Spd è uscita malconcia dal voto di Kiel precipitando al minimo storico del 16 per cento. Di rilievo anche l’uscita di scena dei sovranisti di AfD, che scendono sotto al 5 per cento restando fuori dal Parlamento di Kiel; peggio fanno solo i socialcomunisti della Linke, giù dal 3,9 all’1,7.

 

Diederich è il primo a mettere in guardia i giornalisti dal far confusione fra persone e partiti, fra Länder e stato centrale, “eppure mi sento di dire che il calo di AfD così come quello della Linke è lo specchio della fine della grande coalizione fra Cdu e socialdemocratici. Chi allora non era d’accordo con il governo poteva votare per uno dei due partiti alle estreme”. Con la riprese del confronto fra Cdu ed Spd e la crescita della loro visibilità, “l’offerta politica di AfD e della Linke perde di significato”. Visibilità è anche la parola chiave per capire le sfide di Friedrich Merz: il presidente della Cdu si è molto rallegrato della vittoria di Günther ma i due uomini rappresentano i due poli opposti della balena bianca tedesca, tant’è che Merz si è tenuto a debita distanza da Kiel in campagna elettorale a dispetto dei sondaggi favorevoli. Il problema del presidente della Cdu “è che deve ancora consolidarsi quanto tale, d’altronde si tratta di un grande partito”.

 

Un lavoro reso più difficile ieri dalla pandemia e oggi dalla postura pro Kyiv di Olaf Scholz. “Il cancelliere sta agendo da leader conservatore, il che lascia molto poco spazio di manovra a Merz”, nota Diederich. Scholz, che l’ha conosciuta bene per averci lavorato fianco a fianco per anni, rende alla Cdu il trattamento a lungo subito da Angela Merkel: se l’ex cancelliera faceva la socialdemocratica danneggiando la Spd, la linea pro Kyiv e pro Nato di Scholz finisce per togliere spazio a Merz.

 

Ma se Kiel è lontana, Düsseldorf è molto vicina per il presidente (renano) della Cdu: i sondaggi oggi danno il partito del governatore uscente, l’elegante avvocato Hendrik Wüst, avanti alla Spd del più sanguigno sfidante Thomas Kutschaty, il primo esponente di una famiglia di ferrovieri a ottenere la maturità. Nessuno dei due è un Günther locale: Wüst era il responsabile regionale dei Trasporti, poi promosso Mnisterpräsident quando Armin Laschet lasciò la guida del Land per entrare al Bundestag alle fine del 2021; l’altro, già ministro della Giustizia a Düsseldorf, guida l’opposizione dal 2018. A fare la differenza fra i due candidati saranno ancora i Verdi che nel 2017 avevano poco più del 6 per cento e che, secondo gli ultimi sondaggi, domenica prossima potrebbero ottenere tre volte tanto.

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