
La vergogna di vincere
L’America cambia i connotati alla guerra: vuole che Putin perda. Ma riparte il coro: è una provocazione!
Durante quest’ultima settimana, sono cambiati i connotati della guerra. E’ stato definito un nuovo coinvolgimento militare a sostegno dell’Ucraina a trazione americana ed è stato precisato l’obiettivo: Vladimir Putin deve perdere, soltanto così il massacro di civili ucraini e l’aggressione di un paese sovrano possono essere sanzionati. E soltanto così funziona la deterrenza per il futuro: la guerra non conviene. Invece che dare slancio e fiducia agli americani – si può vincere! – i nuovi connotati hanno riportato il dibattito a prima del conflitto: l’occidente provoca, Putin reagisce. L’imperialismo di Putin, pur così esplicito e brutale, risulta meno diabolico del cosiddetto imperialismo americano: e allora Baghdad? La vicenda siriana è ancora una volta paradigmatica: Putin ha fatto una macelleria sostenendo il regime violento di Assad ma comunque la sua guerra era meno sbagliata, meno ingiusta di quella americana contro la dittatura di Saddam. Sappiamo tutto di Abu Ghraib mentre degli ospedali rasi al suolo dai russi siamo ancora a chiederci se fosse una fake news. Se si vuole vincere in Ucraina, i soldi e le armi americani sono indispensabili e decisivi, se difendere gli ucraini e vincere la guerra è una vergogna, allora accontentiamoci della resa a Putin: almeno non chiamiamola pace.


bruxelles
L'Ue propone di reintrodurre i dazi a Israele, ma von der Leyen sa che non c'è la maggioranza
“Non vogliamo punire Israele o i cittadini israeliani, ma fare pressione sul governo israeliano affinché cambi strada a Gaza”, ha detto l’Alto rappresentante, Kaja Kallas. Eppure la proposta della presidente della Commissione di sospendere la parte commerciale dell’accordo Ue-Israele appare come un atto simbolico di opportunismo politico. Che rischia di essere insabbiato a causa del veto di uno o più governi
