L'intervista
"Cara Italia, aiutaci a vincere la guerra". Parla la vice di Zelensky
“Quello di Putin è uno sterminio di massa. La Russia usa armi al fosforo. Ora ci aspettiamo attacchi chimici. Alla pace si arriva con armi e sanzioni. E Draghi ci può aiutare”, dice Olha Stefanišyna
Olha Stefanišyna è uno dei simboli della resistenza Ucraina. E’ nata a Odessa, nel 1985. Si è laureata a Kyiv, in Relazioni internazionali. Ha lavorato a lungo per il governo, a partire dal 2007, per portare avanti i processi necessari per avvicinare il suo paese all’Unione europea e alla Nato. Dal giugno 2020, da vice primo ministro ucraino, ha acquisito le deleghe all’integrazione europea ed euro-atlantica e oggi è il vero braccio destro di Volodymyr Zelensky. E’ lei ad aver definito, per prima, l’azione dei russi in Ucraina qualcosa di simile a un genocidio. E’ lei ad aver definito, per prima, le azioni dei russi non troppo diverse da quelle dei nazisti. E’ lei ad aver alzato il velo, per prima, su tutto ciò che i russi fanno alle donne e ai bambini in Ucraina. E’ lei ad aver usato, per prima, l’espressione deportazione, per raccontare dove finiscono gli ucraini sequestrati dai russi. Olha Stefanišyna, in questo momento, si trova a Kyiv, a fianco del presidente Zelensky, e ieri ha accettato di rispondere ad alcune domande del Foglio. Sulla guerra, sulla Russia, sulla resistenza, sul futuro del suo paese e sul senso di un conflitto che in questo momento vede come ultima frontiera tra le democrazie liberali e i regimi autoritari una città di nome Mariupol. Chiediamo a Stefanišyna di spiegare agli italiani, e non solo a loro, che senso ha, per gli ucraini, difendere ancora una città come Mariupol che sembra essere persa e perché difendere Mariupol e rallentare l’avanzata dell’esercito russo è vitale non solo per l’Ucraina ma anche per l’Europa.
“Mariupol – ci dice – è una grande città ucraina dove ancora oggi restano circa 100 mila cittadini ucraini. E’ una città che sta lottando, essendo di fatto completamente circondata. I difensori di Mariupol hanno meno equipaggiamenti e persone rispetto agli occupanti russi, ma la loro resistenza non è stata superata. Pertanto, la Russia ha semplicemente distrutto una città di mezzo milione di abitanti, con bombe aeree e continui bombardamenti. A causa della loro eroica resistenza, la Russia non è stata in grado di lanciare completamente un’offensiva nell’Ucraina orientale e meridionale. Va notato che prima del raggruppamento delle truppe russe, più di 80 insediamenti sono stati presi dalle truppe russe. Mariupol oggi è questo: un simbolo di resistenza”. Stefanišyna fa una pausa e poi ricomincia. “Vede. Né il mondo né l’Ucraina hanno il diritto di lasciare che gli ucraini muoiano lì. Da due mesi le persone sono sedute negli scantinati sperando di essere aiutate e l’Ucraina farà di tutto per salvarle e proteggerle. Sperano in corridoi umanitari, che il Cremlino si rifiuta di aprire, ma invece stanno deportando con la forza, con l’inganno, le persone in Russia. Noi, come il resto del mondo, possiamo solo immaginare i crimini commessi lì dall’esercito russo. Ora hanno portato crematori mobili. Nel Ventunesimo secolo, in Europa vengono allestiti campi di filtraggio per testare l’affidabilità dei residenti di Mariupol. E cosa accadrà a chi non supererà il test? E’ sconosciuta, poi, anche la sorte delle persone che hanno superato l’ispezione: i loro telefoni e documenti vengono sequestrati e gli viene proibito di lasciare la Russia. Si stima che più di 22.000 residenti di Mariupol siano morti e le loro tombe sono ormai ovunque, in tutta la città. Questo è il genocidio degli ucraini. In particolare, migliaia di persone, tra cui donne e bambini, che rimangono nell’Azovstal e che, nonostante le affermazioni della Russia, continuano a bombardare senza pietà. La vita delle persone è sempre stata una priorità per l’Ucraina. Pertanto, dalle prime settimane abbiamo cercato di organizzare la partenza dei civili, siamo in costante dialogo con la parte russa sui corridoi umanitari, la consegna degli aiuti umanitari. Tuttavia, alla Russia non interessa la vita delle persone, per loro è solo uno scudo umano”.
L’Europa ha fatto molto per aiutare l’Ucraina ma non ha fatto ancora abbastanza per aiutare l’Ucraina a vincere la sua guerra. Può spiegarci in che modo l’embargo sul gas e sul petrolio russo potrebbero aiutare davvero l’Ucraina a vincere la guerra?
“In effetti, l’Unione europea ha imposto sanzioni senza precedenti contro la Russia e ha adottato misure per sostenere l’Ucraina. Tuttavia, mentre gli ucraini muoiono sotto i bombardamenti quotidiani, l’Ue continua a versare centinaia di milioni di euro al giorno nelle tasche di Putin, contribuendo a finanziare la sua macchina militare. Per decenni, la Russia ha lavorato intenzionalmente per rendere l’Europa dipendente dall’energia. Il gas e il petrolio sono sempre stati uno strumento per il Cremlino per raggiungere i suoi obiettivi geopolitici, come è scritto apertamente nelle dottrine russe. Per fare un confronto, nel 2020 l’Ue ha pagato alla Russia 64 miliardi di euro per l’energia. Questo è stato sufficiente per coprire l’intero budget militare della Russia, che all’epoca era di 61,7 miliardi di euro. A causa dell’aumento dei prezzi del petrolio e del gas dopo l’invasione, l’Ue sta ora pagando alla Russia 3,5 volte di più di quanto ha pagato nel 2020. L’embargo petrolifero può essere imposto immediatamente, poiché gli stati membri dell’Ue dispongono delle infrastrutture necessarie per garantire l’approvvigionamento di petrolio via mare e 30 membri dell’Opec possono facilmente soddisfare la domanda con un impatto limitato sui prezzi del petrolio. Capiamo che la decisione sull’embargo non è facile, ma è necessaria. I paesi dell’Ue sono economicamente efficienti, stabili, e rimarranno tali. Allo stesso tempo, non accettare questa decisione significherà non solo l’ulteriore distruzione del mio paese, ma anche la destabilizzazione dell’intera Europa, la crisi alimentare e umanitaria”.
Il vostro governo chiede da giorni più armi e anche più aerei. Può spiegare bene che tipo di armi servirebbero, che aerei servirebbero e cosa l’Ucraina non ha e dovrebbe avere il prima possibile?
“Non posso rivelare i dettagli, perché la guerra è in corso e c’è un tema da custodire che riguarda il segreto militare. Tuttavia, ci sono alcune cose oggettive di cui possiamo parlare. L’esercito ucraino ha mostrato la sua professionalità e capacità di difesa dal 2014, e in particolare dal 24 febbraio di quest’anno, quindi è facile capire quali sono le esigenze. Ci stiamo coordinando con i partner per garantire la consegna del necessario. La velocità è molto importante per noi. Abbiamo stabilito tutti i meccanismi di coordinamento sia a livello politico sia a livello operativo. Ma siamo ancora lontani dal far avere all’esercito ucraino tutto ciò di cui ha bisogno. Ci stiamo difendendo dal nemico, che è più numeroso di noi ed è molto più equipaggiato, in particolare con armi pesanti e attrezzature. La Russia non conta i morti. Le moderne armi contraeree sono la chiave per la sopravvivenza dei nostri cittadini. Le città ucraine, le infrastrutture critiche, sono costantemente sotto bombardamenti dal cielo, tra missili da crociera e aerei. Ad esempio, nella sola Kharkiv, circa duemila edifici sono già stati danneggiati e distrutti. Le persone muoiono ogni giorno. L’Ucraina ha bisogno di aumentare il controllo nello spazio aereo”.
L’occidente si chiede spesso se l’aggressione di Putin nasca da una provocazione dell’occidente. Non sarebbe l’ora di chiedersi, invece, se Putin ha potuto fare quello che ha fatto proprio perché l’occidente in questi anni non ha preso abbastanza sul serio le minacce di Putin?
“La Russia comprende solo la forza. Questo è ciò che diciamo costantemente ai nostri partner. Le esitazioni, la mancanza di unità, provocano solo ulteriori aggressioni. Per decenni, mentre un regime autoritario e corrotto basato sull’odio e le fobie si rafforzava in Russia, l’occidente ha parlato di dialogo, di cooperazione e ha cercato di fare affari con la Russia. La verità però è che in questi anni non è stata sviluppata alcuna strategia efficace per contenere la Russia. Se la decisione sull’adesione dell’Ucraina alla Nato fosse stata presa nel 2008, la guerra in corso non avrebbe avuto luogo. Le successive invasioni russe della Georgia nel 2008 e dell’Ucraina nel 2014, seguite dalla guerra aperta contro l’Ucraina nel 2022, mostrano che un ragionamento strategico basato sul ‘non provocare’ la Russia viene semplicemente utilizzato dal Cremlino per procedere con un’ulteriore aggressione e distruzione di architettura di sicurezza”.
Ci può spiegare cosa fa della guerra di Putin in Ucraina qualcosa di molto simile a un genocidio?
“E’ purtroppo molto semplice: violenza sistematica e mirata contro gli ucraini. La negazione ufficiale del diritto della nazione ucraina di esistere da parte della massima leadership russa. Chi rifiuta di riconoscersi come russo, che mostra patriottismo nei confronti dello stato ucraino, rischia di essere ucciso e torturato dalle forze di occupazione russe. Anche i crimini di stupro di massa fanno parte di questa politica genocida. Gli orribili crimini che si sono mostrati al mondo dopo la liberazione di Bucha, Irpin e Hostomel si sommano con migliaia di storie di ucraini di altre regioni che erano o sono ancora sotto occupazione. Sappiamo già che ci sono 1.084 civili uccisi nella regione di Kyiv, il 75 per cento dei quali è stato ucciso a colpi di arma da fuoco. L’esercito russo sta deliberatamente sparando razzi contro i civili, distruggendo quartieri, scuole e chiese, sapendo che le persone si nascondono lì. Migliaia di persone vengono deportate con la forza in Russia, i bambini ucraini vengono deportati e si stanno già preparando le infrastrutture per, diciamo così, rieducarli in russo. Questa è la distruzione deliberata dello stato ucraino e degli ucraini, che è chiaramente un crimine di genocidio. E questo, sottolineo ancora una volta, corrisponde pienamente alla retorica della leadership russa. E un paio di settimane fa è stato pubblicato un testo su una delle principali risorse russe della Ria Novosti, che dimostra apertamente la necessità dello sterminio di massa degli ucraini. Vi ricordo ancora che in Russia l’intero spazio informativo è strettamente controllato. Lo sterminio fisico degli ucraini è una politica autorizzata dal Cremlino”.
Alcuni governatori locali dell’Ucraina sostengono che la Russia sta già usando le armi chimiche. Risulta anche a lei?
“La Russia non trascura alcun metodo in questa guerra. Usano armi al fosforo vietate e bombe termobariche. E abbiamo visto i rapporti scritti dai difensori di Mariupol, che affermavano che venivano usate armi che influivano sulla respirazione e sulla coordinazione dei movimenti. L’esercito russo attacca strutture pericolose, impianti chimici, che possono anche essere equiparati ad attacchi chimici. Così, gli occupanti hanno sparato su un impianto chimico a Sumy, il che potrebbe avere gravi conseguenze per la popolazione. E’ stata bombardata la fabbrica di fenolo nella regione di Donetsk. La Russia ha ripetutamente annunciato possibili attacchi alle città ucraine, mascherando tali minacce da presunte provocazioni. In particolare, sono già stati annunciati attacchi chimici contro Azovstal, dove ora sono i difensori e i civili ucraini”.
Se oggi l’Ucraina fosse un paese Nato davvero, secondo lei, Putin non avrebbe mai attaccato l’Ucraina?
“Ovviamente la situazione sarebbe stata radicalmente diversa. Probabilmente, questa guerra non sarebbe avvenuta. E’ stato, tra l’altro, al vertice Nato di Bucarest del 2008 che Vladimir Putin ha detto apertamente ai leader degli Stati Uniti, Germania e Francia che non esisteva un paese come l’Ucraina. Di conseguenza, è stato deciso di non irritare la Russia, per così dire, e l’Ucraina e la Georgia non hanno ricevuto un ok per entrare nella Nato. Un paio di mesi dopo, è iniziata la guerra in Georgia. Fidatevi. La Russia non si fermerà, a meno che non la si fermi”.
Le atrocità commesse dai russi in Ucraina, ha detto il presidente Zelensky, sono simili a quelle commesse dai nazisti. Ci spiega che cosa c’è di simile?
“L’Europa non ha mai visto una tale orribile distruzione deliberata di civili dai tempi della Seconda guerra mondiale. L’esercito russo ha già commesso tutti i crimini di guerra conosciuti sul territorio dell’Ucraina. Non voglio fare paragoni, perché la vita non ha prezzo. Tuttavia, l’orrore e il terrore vissuti dai cittadini ucraini durante l’occupazione sono stati uno choc anche per coloro che hanno ricordato la Seconda guerra mondiale. Torture, prepotenze e saccheggi. Mariupol è sopravvissuta alla guerra della Germania nazista, ma è stata distrutta dall’esercito russo. Un esercito che lascia solo terra bruciata”.
Cosa possono fare i privati per aiutare gli ucraini a resistere contro la Russia? E di cosa ha bisogno oggi l’Ucraina per evitare che la pace possa costruirsi partendo da una resa?
“Armi pesanti, armi tecnologicamente sofisticate, jet da combattimento non possono essere acquistati in un negozio. Il mercato mondiale delle armi opera sulla base di regole chiare. Quello che un comune cittadino può fare è chiedere al governo del suo paese di sostenere l’Ucraina con le armi. Questa pressione pubblica è estremamente importante. Naturalmente, ci sono cose di cui l’esercito ha bisogno, come dispositivi di protezione che si possono acquistare. Oggi in Ucraina c’è un enorme movimento di volontari a sostegno dell’esercito. Raccolgono i soldi e comprano ciò di cui hanno bisogno. La Banca nazionale ucraina ha anche aperto un conto speciale per aiutare l’esercito: dall’inizio della guerra sono stati ricevuti centinaia di milioni di euro dall’estero”.
Cosa fanno esattamente i russi alle donne ucraine? E cosa fanno esattamente con i bambini che deportano? Il presidente Zelensky sostiene che fino a oggi ci siano state circa 500 mila deportazioni in Russia.
Non abbiamo informazioni complete, perché i telefoni delle persone e tutti i mezzi di comunicazione vengono portati via. La Russia, da parte sua, si rifiuta di fornire informazioni sugli sfollati. Tuttavia, è impossibile nascondere un crimine di questa portata. Gli scenari sono diversi. A volte le persone vengono ingannate dicendo che questi sono i corridoi umanitari ufficiali ma di fatto vengono portati in Russia (o in Bielorussia, come è avvenuto nella regione di Kyiv). A volte le persone devono scegliere se vivere sotto il fuoco senza acqua e cibo o partire per la Russia. Allo stesso tempo, i russi bloccano la consegna di beni umanitari. Ci sono prove di deportazioni forzate, compresi i bambini. Vicino a Mariupol sono stati allestiti i campi di filtraggio, dove le persone vengono perquisite, i documenti ucraini vengono confiscati, e inviati nelle regioni di confine della Russia per essere ricollocati nelle regioni depresse della Russia. Allo stesso tempo, vengono emessi documenti che vietano loro di lasciare le regioni russe per due anni. Come ai tempi di Stalin, la Russia sta cercando di risolvere i suoi problemi demografici a spese delle donne e dei bambini ucraini. Il destino dei bambini ucraini merita una particolare attenzione. C’è anche una minaccia di adozione illegale da parte dei cittadini russi. Il ministero dell’Istruzione della Federazione russa ha già annunciato l’intenzione di consentire il trasferimento degli orfani deportati illegalmente dall’Ucraina alle famiglie russe. Tutte queste azioni dello stato aggressore sono qualificate come sequestro di persona, che è un crimine di guerra e una diretta violazione della Convenzione di Ginevra”.
Cosa chiederebbe all’Italia se dovesse rivolgere un appello al nostro governo per fare di più?
“Chiederei questo: aiutare a raggiungere il consenso all’interno dell’Ue sulle decisioni chiave per l’Ucraina. Oggi, quando l’Ue affronta la sua più grande sfida dalla Seconda guerra mondiale, la leadership, la determinazione e la volontà di agire sono più importanti che mai. Una crescente pressione delle sanzioni sulla Russia, un ulteriore isolamento politico, economico e culturale della Russia sono necessari per fermare questa sanguinosa offensiva, per salvare i cittadini ucraini che si sono trovati sotto una grave occupazione. E’ anche estremamente importante sostenere da parte dell’Italia le aspirazioni europee dell’Ucraina, vale a dire concedere all’Ucraina lo status di candidato all’adesione all’Ue a giugno. Durante la guerra, il governo ucraino farà il possibile per fornire risposte complete ed esaurienti al questionario preparato dalla Commissione europea. L’Ucraina ha attuato le riforme strutturali, abbiamo le istituzioni statali stabili (come confermato dalla guerra), un comprovato record di elezioni libere ed eque, abbiamo compiuto dei progressi significativi nell’integrazione settoriale con l’Ue, tutto ciò ci consente di rivendicare con certezza lo status di candidato”.
Si è detto spesso che difendere l’Ucraina significa difendere la democrazia liberale dai nemici della società aperta. Cosa pensa rispetto a tutti coloro che in Europa si appellano a un generico pacifismo quando parlano del futuro del conflitto in Ucraina?
“Sebbene la guerra in Ucraina sia effettivamente in corso dal 2014, l’invasione su larga scala del 24 febbraio è stata il terremoto che ha cambiato la vita del mondo democratico, è stato un momento di purificazione che si è rivelato fondamentale. Gli ucraini si sono uniti come mai prima d’ora per difendere il loro diritto a continuare a vivere in una democrazia dove ci sono la libertà, i diritti umani e la dignità. Spero che i crimini commessi dalla Russia nei territori occupati, i missili da crociera che volano sulle città ucraine, dissipino le illusioni di coloro che li hanno ancora. Vi assicuro che gli ucraini vogliono la pace più di chiunque altro, ma capiamo molto bene che solo la nostra vittoria significherà la pace: la vittoria della democrazia sulla tirannia”.
Quali sono gli altri paesi che sarebbero a rischio se non ci fosse in Ucraina una eroica resistenza contro la Russia?
“Molti paesi, come Polonia, Estonia, Lituania e Lettonia, sono ben consapevoli che la Russia non si fermerà qui se avrà successo in Ucraina. Dopotutto, l’obiettivo del Cremlino non è solo conquistare l’Ucraina, ma stabilire le proprie regole del gioco in Europa, dividere nuovamente il continente in sfere di influenza. E’ interessante notare che dopo l’attacco russo all’Ucraina, Svezia e Finlandia hanno annunciato l’intenzione di diventare membri della Nato, comprendendo tutte le minacce poste dal vicinato russo. Sentiamo costantemente dichiarazioni aperte sui principali canali televisivi russi dove si sentono le minacce che la Russia intenda attaccare altri paesi che stanno aiutando l’Ucraina in questa guerra. Sfortunatamente, questa è una narrazione non solo del governo russo, ma di tutta la Russia. Possiamo dire che questo è il risultato di una propaganda sistematica, ma la maggior parte dei russi sostiene l’attacco ai paesi dell’Ue”. Aiutare l’Ucraina con la forza delle sanzioni, con la forza delle armi, con la forza della politica, con la forza delle leadership. L’appello di Stefanišyna è chiaro: cara Europa, cara Italia, grazie di tutto, ma ora è il momento di fare un passo in più e di aiutarci a vincere la guerra passando dalle parole ai fatti. Chi ci sta?
la sconfitta del dittatore