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equidistanza alla francese

Alla Sorbonne la protesta è verde e scandisce: né Macron né Le Pen

Mauro Zanon

Gli studenti occupano l'università e attaccano i due pretendenti all'Eliseo, definendo i loro programmi un ricatto reazionario: “È in corso una mobilitazione dei giovani, una rivolta in reazione alla composizione della finale”, dice Unef, il più importante sindacato studentesco di sinistra

Dici Sorbona occupata e pensi subito al Maggio ’68, alle barricate e ai pavés contro l’ordine gollista, a Marcuse e alle aule gonfie di ideologia. In questi giorni, la più antica università francese è tornata a essere occupata, ma non al grido di “interdit d’interdire”. Mercoledì, un gruppo di cinquecento studenti ha tenuto un’assemblea generale autoproclamata “antifascista” nell’anfiteatro Oury, scandendo lo slogan “ni Macron ni Le Pen”. “Non diamo indicazioni di voto. In compenso lanciamo un appello alla mobilitazione, al blocco, all’azione”, hanno affermato i partecipanti, definendo i programmi del presidente uscente e della leader del Rassemblement un “ricatto reazionario”. 

 

“È in corso una mobilitazione dei giovani, una rivolta in reazione alla composizione della finale” del prossimo 24 aprile, ha spiegato al Monde Victor Mendez, presidente della sezione di Nanterre dell’Unef, la più importante organizzazione sindacale studentesca di sinistra. “C’è un’esasperazione rispetto all’aggravarsi della precarietà, al futuro che ci stanno lasciando per quanto riguarda lo stato del pianeta”, ha aggiunto Mendez, presente alla Sorbona mercoledì. Nella platea dell’anfiteatro Oury, sono in molti ad aver votato il tribuno giacobino Jean-Luc Mélenchon, presidente della France insoumise, e a non digerire la sua mancata qualificazione al ballottaggio (per 421.420 voti: tutta colpa dell’ego degli altri leader progressisti, Anne Hidalgo, Yannick Jadot e Fabien Roussel, secondo l’ex promessa socialista Ségolène Royal, che hanno rubato “voti utili” a Mélenchon e condannato la gauche a essere ancora una volta spettatrice). “Sono arrabbiata dal 10 aprile, perché è al primo turno che si poteva sbarrare la strada (a Macron o a Le Pen, ndr)”, ha detto al Monde Clara, studentessa di filosofia alla Sorbona, che prevede di astenersi al secondo turno. Jules, studente in Scienze per un mondo sostenibile all’Università Paris-Sciences-et-Lettres, istituto d’eccellenza situato nel cuore di Parigi, occupa assieme a una sessantina di studenti un edificio dell’École normale supérieure e dice di essere tentato dal contribuire “alla più ampia astensione possibile, fatto che delegittimerebbe le elezioni”. “Prenderò la mia decisione sulla base degli ultimi sondaggi e se Marine Le Pen sarà veramente data come possibile vincitrice allora voterò per Macron, ma assolutamente controvoglia”, confessa. 

 

Jules, come la maggior parte degli occupanti, imputa a entrambi i finalisti un programma ecologico troppo debole. “Ci fa orrore il modo in cui si svolge questa campagna per le presidenziali, senza dibattito né alcuna copertura mediatica sui temi ambientali. Le associazioni come Réseau Action Climat o Les Shifters sono formali: né Emmanuel Macon né Marine Le Pen sono in grado, con i loro rispettivi programmi, di mantenere la Francia negli Accordi di Parigi. Il rapporto del Giec (Gruppo intergovernativo sul cambiamento climatico, ndr) ci dà tre anni (per invertire la curva delle emissioni di gas serra, ndr). Non possiamo lasciarne passare altri cinque”, commenta Jules. Blocchi e sit-in sono andati in scena anche a Sciences Po Paris e al campus di Nancy della scuola delle élite, ma con toni più estremi. “I candidati qualificati al secondo turno delle presidenziali ignorano completamente le nostre priorità, che sono ecologiche, di giustizia sociale, femministe e antirazziste”, ha detto uno studente del secondo anno, Guénolé, arringando l’uditorio formatosi davanti a Sciences Po Nancy. 

 

Ieri, Macron, per rimarcare la distanza che lo separa dalla rivale sovranista sulle questioni ambientali, ha detto, da Le Havre, che la proposta lepenista di smontare i parchi eolici esistenti “è un’aberrazione totale”, difendendo il suo progetto di sviluppo parallelo del nucleare e delle rinnovabili, con la creazione di nuovi parchi eolici in mezzo al mare. Ma per convincere gli studenti tentati dall’astensionismo, l’inquilino dell’Eliseo dovrà proporre un piano ecologico più ambizioso. 
 

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