La crisi russa passa per l'Italia. America e Cina si parlano a Roma

Giulia Pompili e Valerio Valentini

Il consigliere per la Sicurezza nazionale della Casa Bianca, Jake Sullivan, incontrerà lunedì a Roma Yang Jiechi, direttore dell'Ufficio della Commissione centrale degli Affari esteri della Repubblica popolare cinese, e poi il consigliere di Draghi Mattiolo

Il consigliere per la Sicurezza nazionale della Casa Bianca, Jake Sullivan, incontrerà domani a Roma Yang Jiechi, direttore dell'Ufficio della Commissione centrale degli Affari esteri della Repubblica popolare cinese, ex diplomatico e membro del Politburo, uno degli uomini più importanti della leadership di Pechino. "Le due parti discuteranno degli sforzi in corso per gestire la competizione tra i nostri due paesi e discuteranno l'impatto della guerra della Russia contro l'Ucraina sulla sicurezza regionale e globale", si legge in una nota del Consiglio per la sicurezza nazionale americano.

 

L’incontro di domani arriva inaspettato dalla comunità internazionale.  Già a febbraio si parlava di un vertice tra i due consiglieri, ma sembrava rimandato a data da destinarsi visti i recenti sviluppi della situazione internazionale, e c’è molta attesa sui risultati di un dialogo ai massimi livelli tra America e Cina. Sullivan incontrerà a Palazzo Chigi anche il consigliere diplomatico di Mario Draghi, Luigi Mattiolo, ma ci sarà soltanto un bilaterale Italia-America e non è previsto un trilaterale. Con Mattiolo, Sullivan parlerà di Ucraina ma anche di messa in sicurezza del nostro sistema informatico – un punto del dialogo sarà incentrato sulla cybersicurezza. E forse si parlerà anche di un nome italiano per la segreteria generale della Nato, visto che il secondo mandato quadriennale di Jens Stoltenberg è in scadenza.

 

La parte americana e quella cinese si sono accordate per l’incontro a Roma “in campo neutro”, ma senza l’attiva mediazione italiana, a cui è stato semplicemente comunicato del vertice. L'ultima volta che si sono incontrati, Sullivan e Yang, era a un summit di altissimo livello America-Cina ospitato dalla Svizzera. Secondo alcune fonti il territorio neutro italiano potrebbe essere legato a questioni di agenda tra i due funzionari, ma probabilmente anche all’amicizia che lega il governo italiano a quello cinese: l’altro paese della Nato molto amichevole con la Cina è l’Ungheria, ma per gli americani non è considerato un luogo negoziale appropriato. Ancora top secret la location dell’incontro romano.

 

In precedenza, il vertice tra Sullivan e Yang Jiechi avrebbe dovuto essere un follow up del summit Biden-Xi di novembre 2021, in vista di una possibile riapertura del dialogo tra America e Cina che si è raffreddato ancora di più da quando il presidente Joe Biden ha annunciato il boicottaggio diplomatico dei Giochi olimpici. Il vertice di domani a Roma, però, è importante per diversi motivi.

 

Già da qualche giorno l’America cerca di ammorbidire la sua posizione sulla Cina per cercare di convincerla a fare pressioni sulla Russia di Putin. Oggi alla Cnn Sullivan ha detto che la Cina potrebbe “non aver compreso appieno la portata” dell’azione che voleva intraprendere Putin: “E’ molto probabile che Putin abbia mentito loro esattamente come ha mentito agli europei e ad altri". Un messaggio simile l’aveva già mandato venerdì anche William Burns, direttore della Cia, in audizione al Senato: “Il presidente Xi Jinping, in particolare, sembra turbato da ciò che è successo, in parte perché la sua stessa intelligence sembra non avergli detto" le reali intenzioni di Putin, ha detto Burns. Sullivan ha comunque aggiunto che l’America “non permetterà” che qualche paese appoggi e difenda economicamente la Russia in questa situazione.

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