Cosa si sono detti Draghi e Macron a cena sul Sahel

Daniele Raineri

Si va verso la fine delle operazioni anti terrorismo in Mali a causa della presenza dei mercenari russi (della compagnia Wagner). L'opzione Niger

Ieri sera il premier Mario Draghi era a Parigi per incontrare il presidente francese Emmanuel Macron e parlare di cosa fare nella regione africana del Sahel. Da un mese un contingente italiano formato da sei elicotteri e da specialisti militari è in Mali per appoggiare la missione internazionale “Takuba” voluta dai francesi per combattere i gruppi estremisti che infestano la regione e tenere sotto controllo il traffico di migranti. E’ un assortimento di forze speciali europee che collabora con i soldati locali e gli italiani si occupano di soccorrere con gli elicotteri i feriti in caso di scontri – vuol dire operare in situazioni pericolose. Il regime golpista del Mali, però, sta mettendo in difficoltà la missione e sta costringendo alcuni contingenti ad abbandonare: è già successo con Danimarca e Svezia, altri potrebbero seguire.

 

Che cosa fare con Takuba? Fermare la missione oppure andare avanti? Secondo le minute di un briefing dell’Eliseo per spiegare la situazione prima della cena ricevute dal Foglio, i francesi vogliono fermare le operazioni antiterrorismo in Mali assieme ai soldati locali perché vorrebbe dire lavorare fianco a fianco con i mercenari russi della compagnia Wagner, assoldati da poco dal regime. La Wagner è accusata di metodi brutali e crimini di guerra, le forze europee vogliono tenersene lontane. Se proprio non si riuscirà a collaborare con il Mali, si sposterà il modello Takuba in altri paesi della regione, magari con un cambio di nome, con governi più disposti a collaborare. Il consigliere dell’Eliseo che tiene il briefing nota che ci sono governi locali che chiedono l’appoggio europeo nella lotta al terrorismo. Il primo candidato è il Niger, dove già i contingenti hanno basi militari. Dal Mali quindi il perno delle operazioni si sposterebbe al Niger.

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  • Di Genova. Nella redazione del Foglio mi occupo soprattutto delle notizie dall'estero. Sono stato corrispondente dal Cairo e da New York. Ho lavorato in Iraq, Siria e altri paesi. Ho studiato arabo in Yemen. Sono stato giornalista embedded con i soldati americani, con l'esercito iracheno, con i paracadutisti italiani e con i ribelli siriani durante la rivoluzione. Segui la pagina Facebook (https://www.facebook.com/news.danieleraineri/)