Foto LaPresse

la collezione di condanne

Zemmour condannato (un'altra volta) per incitamento all'odio razziale

Mauro Zanon

I minori stranieri non accompagnati sono "tutti ladri, assassini, stupratori". Per queste parole il candidato outsider della destra identitaria alle presidenziali francesi dovrà pagare 10mila euro di multa. Dal 2011 è la quarta volta che i giudici lo condannano per il suo linguaggio discriminatorio

È il 29 settembre del 2020 quando Christine Kelly, presentatrice del talk-show politico “Face à l’info”, in diretta su Cnews (canale del gruppo Canal Plus, di proprietà di Vincent Bolloré), chiede al suo opinionista di punta, Éric Zemmour, giornalista del Figaro, cosa ne pensa dei “mineurs isolés”, ossia degli immigrati minorenni entrati in Francia non accompagnati e senza la protezione di una famiglia sul suolo francese. Risposta: “Non hanno niente da fare qui, sono tutti ladri, assassini, stupratori. Devono essere rimandati indietro”.

 

Per queste frasi, a dir poco estremiste, il candidato outsider della destra identitaria alle presidenziali francesi è stato condannato oggi a 10mila euro di multa dal Tribunale correzionale di Parigi, con l’accusa di “incitamento all’odio razziale e ingiurie razziste”. Assieme a lui, è stato condannato a un’ammenda di 3mila euro anche il direttore della rete televisiva Cnews, Jean-Christophe Thiery. “È la condanna di uno spirito libero da parte di un sistema giudiziario invaso da ideologi”, ha reagito Zemmour in un comunicato molto duro, definendosi “vittima di una giustizia politicizzata”.

 

“I minori isolati non sono una razza, non capisco come possa esserci ‘incitamento all’odio razziale’”, ha aggiunto Zemmour, bollando la sentenza del tribunale come “ideologica e stupida”. Tramite il suo avvocato, Oliver Pardo, ha già annunciato che farà appello. “Vogliamo che questo sistema che stringe ogni giorno di più la morsa sulla libertà di espressione e sul dibattito democratico finisca”, ha twittato lo scrittore sovranista, prima di aggiungere: “Questo sistema fabbrica in maniera industriale dei reati di opinione. Bisogna liberare urgentemente i tribunali dall’ideologia. La giustizia deve tornare ad essere Giustizia”.

Non si tratta della prima condanna per l’autore di pamphlet incendiari come “Il suicidio francese”. Nel febbraio del 2011, Zemmour è stato condannato per “incitamento alla discriminazione razziale” per aver affermato durante la trasmissione “Salut les terriens!” che “la maggior parte dei trafficanti di droga sono arabi e africani, è un dato di fatto”. Nel 2018, è stata la Corte d’appello di Parigi a emettere una sentenza di condanna per “incitamento all’odio religioso verso i musulmani”, dopo che Zemmour, durante la trasmissione “C’est à vous”, aveva dichiarato che “tutti i musulmani”, anche se alcuni non lo dicono ad alta voce, considerano i jihadisti “dei bravi musulmani”. Due anni dopo, per aver affermato durante la “Convention de la droite”, raduno della destra identitaria organizzato da Marion Maréchal e dal magazine conservatore L’Incorrect, che i musulmani sono gli “ex colonizzati divenuti colonizzatori” e che le loro djellaba sono come “le uniformi degli eserciti di occupazione”, aveva incassato un’altra condanna per incitamento all’odio. Ormai, Zemmour, è diventato un collezionista.

Di più su questi argomenti: